Salto del Cieco dove l'aquila è regina ecco i lavori per la strada Ferentillo-Leonessa

FERENTILLOLa strada che da Castellonalto porta a Polino e Leonessa si farà. E tale iniziativa ce la comunica e spiega Paolo Silveri ex sindaco di Ferentillo (in carica fino a giugno 2019): “Fuori dal commentare tutto quello che si è detto in questi giorni sui meriti di alcune scelte e sull’approvazione di alcuni progetti, ho l’immenso piacere di comunicare ai cittadini di Ferentillo, avendolo appreso dal direttore dei lavori, che è stato firmato il contratto con la Ditta che realizzerà l’asfaltatura e altre opere connesse sulla strada che va al Salto del Cieco. Appena l’emergenza covid19 lo consentirà – continua Silveri – ci sarà l’inizio lavori e l’avvio dei cantieri. Colgo l’occasione per ringraziare chi ci ha dato una mano importante per la corretta compilazione della domanda e per la produzione della giusta documentazione per accedere al finanziamento. Per adesso esprimo la mia soddisfazione per un’altra opera andata a buon fine e che si dimostrerà molto utile per tante persone”.

L’ex sindaco di Ferentillo, in carica dal 2004 al 2019, Paolo Silveri

Ma andiamo a vedere da vicino l’importanza di questa strada dal punto di vista storico, ambientale e socio atropologico. La strada passa anche alla Dogana tra lo Stato Pontificio e il Regno delle due Sicilie a località Salto del Cieco 1846-1847. Confini delimitati con 686 cippi di pietra. Il confine si snodava da Canale di Canneto nel Tirreno (tra Fondi e Terracina) fino allo sbocco del fiume Tronto nell’ Adriatico passando anche per Monteone di Spoleto. Lasciamo la parte storica e torniamo ai lavori.  Una rete viaria montana nevralgica che e’ in pratica, anche un itinerario immerso in un oasi di verde.
Stemma del Comune di Ferentillo su una casa al Salto del Cieco

La gola del fosso di Castellone, si apre subito dopo Precetto, una vallata profondissima e incassata nel calcare mesozoico. Tecnicamente parlando, la testata di valle, costituita dal versante occidentale dai rilievi della Forchetta del Salto, incombe rapidissima sulla confluenza dei due fossi che danno origine alla stessa Vallata: fosso di Riti e fosso di Costalata – fosso di Salto del Cieco e fosso di Castellone. Essi caratterizzano quindi questa parte del territorio, distinta in paesaggi di grande ampiezza e spettacolarità ambientale con pareti rocciose verticali, speroni, canaloni, pinnacoli, ghiaia, forre boscose e pendici ripide ricoperte di feconda vegetazione. Le vallate del Castellone e Salto sono un esempio di escavazione fluviale eseguita dalle acque di scolo dei seguenti monti: Berretta, Piano, aspra, Carpellone, Petano, su un substrato di calcare massiccio che danno forma a ripide ed elevate pareti rocciose. Le pareti rocciose presentano vegetazione di lecci, mentre a valle si distinguono il carpino nero, rovere e acero montano. La parte meno rigogliosa di vegetazione e’ quella sotto Costalata, contraddistinta da visioni detritici, dove le ceduazioni  sono state più intense. Immergersi e risalire in questa vallata  e’ come entrare in un vero e proprio paradiso terrestre. Un interessante itinerario, per tutti gli amanti del trekking ed escursionisti e’ senza dubbio quello che offre la risalita di una antica mulattiera che partendo dal Castellone costeggia il versante sinistro del fosso a picco sul baratro, tra il bosco e radure, coste rocciose, cascatelle, fino a raggiungere le cime del Salto del Cieco. Giunti a località la Presa, si può scorgere la balconata calcarea sottostante la Romitoria, alle pendici di Monte Berretta.
Salto del Cieco: l’aquila reale

Salto del Cieco: gufo reale

Qui in alcuni periodi dell’anno si possono scorgere a occhio nudo l’ombroso volo di aquile reali e poiane.  L’ itinerario prosegue giungendo alla scoperta della Vallata e delle sorgenti del fosso che qui sono denominate Riti dal piccolo nucleo abitato collocato in cima ad un poggio alle falde del Monte Aspra, di rimpetto al Monte del Sole. La vegetazione e’ rigogliosa. Si discende nel canalone e si costeggia il piccolo corso d’acqua. Fiori e piante dalle variate specie fioriscono in vari periodi dell anno.
Salto del Cieco: il giglio rosso

Salto del Cieco: giunchiglie

Salto del Cieco: una qualità di orchidea selvatica

Cosi si possono scorgere le multicolori orchidee selvatiche; il giglio rosso, la primula, la viola, l anemone e il narciso, la giunchiglia, la margherita gialla e bianca, la rosa selvatica, nontiscordardime, i papaveri e fiordalisi. Anche piante e cespugli di bacche: more, uva spina, fragoline selvatiche, corbezzolo –  cerase marine, mirtilli, prugne selvatiche, schianci (melette selvatiche), lamponi. A primavera pullulano gli asparagi. ANIMALI SELVATICI: riccio, volpe, il tasso, l istrice, la faina, il cinghiale, il gattoselvatico, il capriolo, il lupo dell Appennino, lo scoiattolo, la lepre, il ghiro. Varie qualità di UCCELLI: merlo, quaglia, cincia, gazza, tortora, falco pellegrino, gufo, poiana, airone, picchio, il cuculo, pendolino, taccola, corvo, cornacchia, civetta, barbagianni, pica, tordo, fringuello, fagiano, allodola, pettirosso, il cardellino, fanello, usignolo, verdone. In autunno il sottobosco e’ ricco di FUNGHI: porcino, sanguinoso, festaiolo, la cosiddetta mazza di tamburo, durino, moretta, lecinetto. Pregiato il tartufo nero. Tra lo zampillio delle acque del fosso si può scorgere la rana, la biscia dal collare, il porciglione e la gallinella d’ acqua. Questi prati e campi coltivati per la produzione di fieno per armenti, sono pieni di tanti INSETTI: la Vespa, l ape, il calabrone, la coccinella, farfalla, il cosiddetto tafano, lo scarabeo verde e nero, la cavalletta, cicala, Grillo, libellula. Insomma la strada che tra un po di tempo verrà sistemata, darà sicuramente un importante contributo alla viaria su qui luoghi di alta montagna, sopratutto agli allevatori e residenti. Ma e’ bene ricordare che questo luogo e’ una evasione dalla frenetica vita della citta’.

Carlo Favetti: Nato a Ferentillo, ho pubblicato saggi d'arte, volumi di storia e libri di poesie. Ho collaborato con il Corriere dell'Umbria dal 1998 al 2010 e poi con il Il Giornale dell'Umbria. Nel 1993 ho fondato l'associazione culturale Alberico I Cybo Malaspina.