Al PostMod di Perugia la musica indipendente secondo Max Collini

PERUGIA – Domani sera, venerdì 21 febbraio, al PostModernissimo andrà in scena il reading “Max Collini legge l’Indie” che vedrà sul palco il leader della band Offlaga Disco Pax.

La voce della band emiliana recita, legge, racconta testi, modi, tempi, metodi e linguaggio di ciò che viene usualmente chiamato indie, ovvero “musica indipendente”, e di come sia cambiato nel corso di questo decennio (inizio alle 22.00). Un reading musicale che, dopo alcune date di riscaldamento andate sold-out e un’apparizione al programma Propaganda su La7, parte in tour e raggiunge anche l’Umbria. “Max Collini legge l’indie” è uno spettacolo nel quale l’artista recita i testi della musica indipendente italiana dagli anni Zero fino al cambio di rotta dell’ultimo decennio, mettendo in scena uno spettacolo che prova a svelare cosa ci sia davvero dietro questo mondo. Nel limbo tra ciò che è manistream e ciò che invece è indie, arrivando fino al nuovo l’it.pop, al cantautorato di vecchio stampo e molto altro. Il tutto condito con testi, parole di sconforto e d’invidia, ironia e persino qualche spunto di ammirazione.
La scheda
Collini è da sempre un vero appassionato di musica indipendente, prima ancora di diventare lui stesso un personaggio importante nella scena musicale degli anni zero, con i suoi Offlaga Disco Pax. Nello spettacolo narra ad esempio come alcune band considerassero il loro punto di arrivo riempire il piccolo Covo club di Bologna per poi ritrovarsi a mandare “completamente sold out” il Forum di Assago e altri luoghi, prima frequentati solo per vedere le partite di basket. Ci spiega cosa abbia reso possibile il fatto che il “principe dell’indipendenza”, sua maestà Manuel Agnelli, sia finito a fare il giudice a XFactor e un figliuol prodigo di quella storia come Lodo Guenzi… invece pure. In mezzo Calcutta, Coez, Coma Cose, i Cani, Gazzelle, Lo Stato Sociale, Achille Lauro, Young Signorino e chi più ne ha più ne metta. Il nuovo pop, il vecchio cantautorato, la trap romagnola, le parole, i testi, le note, ma anche lo sconforto, l’invidia, l’ironia e, a tratti, l’ammirazione. Per chi ce l’ha fatta, per chi vorrebbe farcela e per chi non ce la farà mai. E’ solo un gioco, sia chiaro, ma va bene.

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