Al Ridotto del Teatro Morlacchi arriva Viola Marietti con il suo “ALDST. Al limite dello sputtanamento totale”

PERUGIA – Continuano gli appuntamenti al Ridotto del Teatro Morlacchi che, grazie a un allestimento che accoglie gli spettatori direttamente sul palcoscenico, ospita e condivide nuove esperienze e alcune delle più significative creazioni artistiche che privilegiano un rapporto intimo e di prossimità con gli spettatori. Cinque spettacoli in tutto – da gennaio a maggio 2024 – per cambiare prospettiva, conoscere linguaggi diversi e vivere insieme un nuovo spazio fisico e di relazione.
Il terzo appuntamento della rassegna del Ridotto è con lo spettacolo ALDST. Al limite dello sputtanamento totale di e con Viola Marietti in scena martedì 5 marzo doppia replica alle 19.30 e alle 22, mercoledì 6 marzo alle 20.45.

LO SPETTACOLO

“ ALDST è un monologo – si legge nella nota di presentazione dello spettacolo -. E’ l’affresco in soggettiva di una ragazza tra i venti e i trent’anni, autodistruttiva e ironica, immatura e incasinata, che tenta di barcamenarsi in quel disastro sconsolante che potremmo chiamare: la sua vita. È un piano sequenza di tutti i suoi casini, a partire dal pranzo di natale in famiglia per passare dai pit-stop deleteri della sua quotidianità, dove ogni giorno lotta grossolanamente contro quell’indefinita zavorra che la trascina sempre in basso, passando per il baratro della depressione, come una sorta di buca del bianconiglio di un Alice sghangherata, alcolizzata, sconsolante, che forse, passando per mondi interiori e immaginari, vedrà alla fine del cunicolo un bagliore di luce di rinascita. Sappiamo tutto di lei: le cose della sua vita che è la vita di tutti, l’amore, il lavoro, la solitudine, la religione, la malattia, che le restituiscono sempre e con gli interessi quel carico di dolore senza nome che si porta dentro come una bestiolina.

Ci sono ramanzine, autocommiserazioni, medici con accento tedesco, amici che vivono nella doccia, tremendi postumi dell’alcol, nonne rimbambite e sorellastre, didascalie inopportune, amori catastrofici, mattinate inconcludenti, elucubrazioni senza capo né coda, disoccupazione perenne, somatizzazioni intestinali, amiche sbroccate, un pranzo di Natale, un sacco di pensieri dei vent’anni.

Il tutto orbita intorno a quell’inquietudine, abbastanza diffusa oggi, di chi, come me, soffre di adolescenza lunga e si scarrozza maldestramente in un tempo che ormai è appurato essere senza senso che alla fine sprofonda dentro se stesso e non riesce a mettere a tacere il cervello. In estrema sintesi, è una ragazza che cerca violentemente di essere felice e tendenzialmente non ce la fa”.

Redazione Vivo Umbria: