Camminando e osservando si scoprono anche le proprietà dell’Orvietan, antichissimo infuso a base di erbe

ORVIETO – Trecentomila anni fa l’ultima eruzione vulcanica dei Monti Volsini generò il paesaggio su cui si staglia la città di Orvieto. Con la guida ambientale escursionistica Massimiliano Cremona, in un trekking ad anello, abbiamo avuto modo di camminare intorno alla Rupe. L’itinerario, immerso nella nebbia, all’interno del Parco Archeologico Ambientale dell’Orvietano, ha svelato la magia delle pareti di tufo di dimensioni ciclopiche e con l’arrivo del sole ha aperto spiragli verso lo straordinario panorama circostante. Durante il cammino abbiamo anche incontrato necropoli etrusche e chiese rupestri.

A metà percorso, proprio nel cuore dell’escursione, siamo giunti fino al Duomo ed abbiamo scoperto insieme il laboratorio dell’antico amaro erboristico Orvietan, inventato nel 1603 da Girolamo Ferranti, il primo a farsi chiamare “L’Orvietano”, inserito nei trattati di farmacopea, venduto come un vero e proprio medicinale. Fino al 1800 ebbe fama mondiale e da otto anni viene prodotto da Lamberto Bernardini secondo la tradizionale ricetta costituita da 24 erbe officinali e la mirra. L’Orvietan è il risultato di una lunga infusione a freddo delle erbe. Dopo essere stato passato in piccoli torchi e poi filtrato con telo, viene lasciato in botti di legno per almeno un anno prima dell’imbottigliamento. Ogni erba officinale per l’Orvietan viene raccolta seguendo scrupolosamente il giusto tempo balsamico, l’ideale per trarne i principi attivi. Dopo l’essiccazione si procede alla selezione e miscelazione secondo la ricetta segreta. L’Orvietan racchiude in sé le proprietà delle erbe officinali con le quali viene prodotto. Tra i benefici: favorisce la digestione, aiuta a depurare il fegato, stimola la regolarità intestinale ed ha inoltre effetti tonici sull’organismo.

Dopo la visita al laboratorio e la degustazione di biscotti, cioccolatini e Orvietan, l’escursione è proseguita intorno alla Rupe per ritornare al punto di partenza.

In 365 metri di dislivello lo sguardo si riempie di particolari e tutt’intorno si scrutano colline ora boscose, ora regolarmente rigate dai vigneti. Orvieto spicca in perfetto isolamento e le sue  pendici si alzano con imponenza dal fondovalle lasciando il desiderio di visitare, forse in un secondo momento, l’interno della Rupe nella quale gli abitanti del passato scavarono vicoli, cisterne, cunicoli e 1200 grotte.

 

Floriana Lenti

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