Carissimo Luis Sepulveda, ci mancherai

Addio, Luis. Un saluto amichevole che nasce per il fatto di aver condiviso poesia, concetti, pensieri, culture, illusioni, colori, personaggi che hai reso vicini e vivi grazie alle tue pagine. Nel caso di un umbro e non solo, grazie a Encuentro, Festival internazionale della letteratura in lingua spagnola voluto dai fratelli Rocco e Giovanni Dozzini, anche di possibili incontri ravvicinati. La cronaca, fredda, racconta che sei stato il primo paziente celebre ad essere stato contagiato dal coronavirus e dal 29 febbraio eri ricoverato nel reparto di malattie infettive del Central University Hospital of Asturias di Oviedo, in Spagna, dopo aver fatto ritorno da un viaggio in Portogallo dove avevi partecipato a un festival letterario.
Noi ti ricorderemo, per sempre, come l’autore de “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”, della commovente “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, di “Patagonia Express” e della attualissima e consolatoria, ora più che mai,  “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza”.
E, restando alla fredda cronaca, avremo un motivo in più per odiare con tutto il cuore, l’intelletto, lo spirito, la nostra immaginazione Covid-19.

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