Chiesa agostiniana di San Pietro a Terni: scrigno di opere preziose

TERNI – Tutto pronto in città per le feste natalizie: luminarie, mostre, mercatini, concerti e incontri culturali pronti a catturare non solo l’attenzione dei cittadini, ma anche dei turisti. Perché Terni, anche se è etichettata da sempre la città dell’acciaio, ha un grande patrimonio storico artistico da far conoscere e apprezzare. Ad esempio, visitando le chiese ci si immerge nella conoscenza di opere d’arte distinte in affreschi e tele di autori e artisti noti e meno noti di grande talento. L’ itinerario questa volta ci porterà a conoscere la chiesa agostiniana di San Pietro affiancata al grandioso palazzotto dei Manassei (una delle famiglie illustri ternane che beneficò questa chiesa e amministrò la comunità e i castelli vicini).
San Pietro Apostolo in origine era di dimensioni più piccole. La costruzione si deve al XIV secolo, ampliata e completata (1452) a spese, appunto, di Stefano Manassei, dove qui volle essere sepolto. Facciata a capanna, portale maestoso, con fregi e colonnine  in pietra dove, nel timpano, si impone alla vista un Cristo Redentore benedicente. L’interno è ad unica navata, mentre l’ abside è poligonale. Il campanile è a due ordini: inferiore medievale, superiore con cella campanaria del XVIII secolo. L’ edificio subì danni dall’evento sismico del 1702, il suo interno fu decorato allora con stucchi barocchi compromettendo gli affreschi. Nel dopoguerra subì un radicale restauro, via gli stucchi e recuperati gli affreschi. Affreschi e frammenti preziosissimi e antichissimi che vale la pena di scoprire nel dettaglio, ispirati alla vita di Gesù, storie della Bibbia e dei Santi agostiniani. Infatti subito dopo la porta d’ingresso, nella controfacciata, appare un Sant’Agostino vestito con abiti monastici troneggiante su fondo gotico dal chiaro impulso senese.
Segue San Pietro, risalente al 1330; nella terza nicchia una Madonna di scuola senese sovrapposta ad un dipinto quattrocentesco raffigurante la lapidazione di Santo Stefano con ai lati i Santi Pietro e Caterina da Alessandria; del 1350 sono un San Michele, Santa Maria Maddalena mentre, nell’ultima nicchia della navata ecco Madonna e Santi Agostiniani, in basso appare San Nicola da Tolentino. Nella parete di sinistra frammenti di decorazioni della fine del 1300 inizi del 1400 tra cui una Crocifissione di San Pietro di influsso senese; bellissimo un San Francesco assai espressivo e ben conservato, un angelo nunziante di influenza benozzesca;  Il Transito della Madonna, suggestivo per la sua ampiezza e fattura è del 1330 attribuibile alla scuola di Ottaviano Nelli, mentre la figura del Cristo che riceve l’anima della Madre è di chiara derivazione Cavalliniana. Quindi, nomi eccellenti hanno lavorato in questo edificio, assai caro alla comunità ternana, una delle chiese tra le più grandi nel contesto cittadino. Una visita non mancherà di certo per arricchire il bagaglio culturale di coloro che, in questo periodo, vorranno varcare la soglia del tempio, per seguire le sacre funzioni rievocanti la nascita di Gesù.

Carlo Favetti: Nato a Ferentillo, ho pubblicato saggi d'arte, volumi di storia e libri di poesie. Ho collaborato con il Corriere dell'Umbria dal 1998 al 2010 e poi con il Il Giornale dell'Umbria. Nel 1993 ho fondato l'associazione culturale Alberico I Cybo Malaspina.