Claudia Fofi: “Questo è il momento dell’audio e della voce”

PERUGIA – Claudia Fofi è un’insegnante di canto, ma anche molto altro: da anni conduce workshop e incontri sullo studio della voce in tutte le sue articolazioni, dalla profondità della voce alla sua modulazione, dagli aspetti culturali e folklorici della voce a quelli annessi persino alla terapia della voce. E’ convinta che nell’era della pandemia sia iniziato un nuovo corso che sta rivalutando la voce e l’audio, in una sorta di rivincita sul dominio delle immagini che sinora ha caratterizzato i social. Ne parliamo insieme.

Di cosa ti stai occupando?

“Sto lavorando on line. Ho scoperto l’on line per le lezioni sulla voce, sia nel canto che nella strutturazione della canzone, e, diciamo, anche nell’ambito della musicoterapia, ho scoperto tutta una serie di attività che on line si possono fare. Cosa che io non immaginavo”.

Con quali modalità svolgi queste attività?

“Soprattutto faccio lezioni di canto e scrittura della canzone, poi mi capitano anche persone che in questo momento vivono situazioni difficili e iniziano il percorso della musica e della parola per lavorare su di sé. Quindi non parlerei proprio di musicoterapia in senso stretto, ma di voce che trasforma e che attiva certi processi di cura”.

E di quali mezzi ti servi?

“Il lavoro on line lo faccio con un’attrezzatura basica, cuffie e pc; si fa su alcune piattaforme, uso soprattutto Meet. Ho iniziato così alla cieca, perché l’anno scorso il lockdown ci ha messo di fronte ad una situazione abbastanza traumatica. Invece poi mi sono resa conto che questa cosa si espande. Adesso mi contattano persino dalla Corsica, perché faccio lezione in diverse lingue dato che sono laureata in lingue. Prima magari dovevo andare io, certo è bellissimo il contatto umano e non vedo l’ora di incontrare anche su un piano reale queste persone. Però non sono due cose in antitesi, sono cose che si integrano. Credo che questo sia un ampliamento delle esperienze comunicative umane”.

Sono aumentate molto le richieste da questo punto di vista?

“Sì, anche perché la voce è sicuramente lo strumento più importante della comunicazione. In questo momento sta esplodendo il fenomeno della voce. Pensa a questi social nuovi come Clubhouse in cui si usa la voce, che stanno nascendo adesso. Per cui ci sarà sempre più gente che vorrà formarsi per avere una voce adeguata alla comunicazione”.

Anche perché un social come Clubhouse ti permette di interagire più liberamente rispetto agli altri social.

“Sono d’accordo, perché in questi anni c’è stata un’inflazione di immagini. Penso che alcuni sensi sono stati sacrificati in questi anni e in questo momento l’udito, il parlare e l’ascoltare vogliono la loro parte, in un processo di trasformazione che riguarda tutti gli apparati. Con il contatto vocale tra l’altro si riducono gli spazi della violenza. E’ più facile insultarci e dire falsità sui social tradizionali, molto più difficile se si usa la voce. Questo sarà un salto di paradigma, ne sono sicura. Quindi il mio lavoro in questo senso si inserisce bene, non ho rifiutato lo strumento, e sto rivedendo Voce Creativa il sito on line di laboratori dedicati alla voce”.

Insomma uscire dalla crisi relazionale e sociale con l’audio?

“Sì, ne sono convinta, perché ogni crisi ha in sé i semi del cambiamento, dal micro al macro. La crisi ha prodotto risultati ambivalenti, forse si è persa un’occasione di coesione sociale importante, ma i germogli che stanno nascendo sulle ceneri del passato, bisogna saperli cogliere e se anche se ne vedono nascere in un quadro composto a macchie di leopardo, è giusto proiettarsi in avanti e anche in qualche modo farsi propositivi nel cambiamento. Ad esempio, tra le altre cose, mi sono messa fare delle dirette su Facebook e ho cominciato a creare un circolo poetico virtuale nel quale leggo e canto improvvisando il post degli altri. Non leggo cose mai violente perché credo che non bisogna amplificare la violenza, insomma queste cose sono molte seguite, sono iniziative che incontrano i favori degli utenti dei social”.

 

Dunque un periodo che grazie alla voce, al suono, alla parola, all’audio, può considerarsi innovativo. Su quali altri versanti stai lavorando, oltre quelli di cui hai già parlato?

 

“Numerosi. Lo scorso giovedì ho curato un incontro del ciclo Ozi d’Autore di Rosella De Leonibus al quale è stato possibile partecipare gratuitamente. Il 6 marzo prossimo sono invitata ad uno streaming su scritture femminili organizzato a San Giustino. Non solo, durante il lockdown ho organizzato corsi di songwriting per la pagina del Mei (Meeting etichette indipendenti) e da lì sono partite molte lezioni su questo tema, sempre on line. Inoltre sto insegnando canto alla scuola di musica Biagini di Foligno”.

 

Con la voce, la musica e la parola, Claudia Fofi, ha iniziato dunque un processo di cambiamento e si proietta già oltre la pandemia.

 

 

Claudio Bianconi: Arte, cultura, ma soprattutto musica sono tra i miei argomenti preferiti. Ho frequentato il Dams (Scienze e Tecnologie delle Arti, dello Spettacolo e del Cinema). Tra i miei altri interessi figurano filosofia; psicologia archetipica; antropologia ed etnologia; fotografia-video; grafica, fumetti, architettura; viaggi.