Come funziona il Bonus per le facciate di pregio nei centri storici

Il governo, compreso l’ex guidato da Conte, e ora quello di Draghi punta molto sulla ripresa della cosiddetta economia del mattone, in senso più stretto dell’edilizia in relazione al bonus che indubbiamente invoglia i privati e, almeno al momento, meno i condomini per una serie di motivi ben comprensibili. Va detto che per quanto riguarda i centro storici, c’è il bonus facciate che pare davvero interessante. Se ne occupa diffusamente la rivista specializzata Artribune in un articolo a firma di Silvia Conti.

COME FUNZIONA

Il Bonus facciate è gestito dall’Agenzia delle Entrate  e consente la detrazione del 90% della somma impiegata per gli interventi di recupero o restauro delle facciate in forma di detrazione fiscale suddivisa in 10 anni. Risulta applicabile nella sua forma primaria solo ai soggetti che abbiano un reddito tassato. Spesso gli interventi sulle facciate ammontano a somme che superano di gran lunga la mole di tasse che il soggetto proprietario deve allo Stato, per questo motivo la formula più ambita è quella secondaria, la cessione del credito. Realizzando i lavori, il soggetto proprietario dell’immobile accumula un credito d’imposta pari al 90% dei lavori ammessi. L’Agenzia delle Entrate gli consente di cedere ovvero “vendere” il credito d’imposta. Possono acquistare il credito gli istituti bancari innanzitutto, le Poste Italiane e anche soggetti privati come grandi aziende o industrie che operano sul territorio. I soggetti che possono cedere il credito sono i proprietari di immobili soggetti a IRPEF o passivi IRES.

DOVE SI PUO’ INTERVENIRE

L’intervento riguarda le superfici opache ovvero facciate, intonaci, paramenti lapidei e murari che si trovano dalla gronda a terra. Sono escluse le finestre, le imposte, le porte e i portoni e il tetto. Sono escluse le facciate non visibili o apprezzabili dall’esterno e tutte le murature profonde, sotto ai 10 centimetri di intonaco. Qualora ci si trovi a intervenire su parti non ammesse alla detrazione, queste somme saranno stralciate dai tecnici nella computazione metrico estimativa da presentare all’Agenzia delle Entrate o all’istituto bancario e saranno a carico completo della proprietà.
All’interno del Bonus facciate sono comprese tutte le opere accessorie e di compendio necessarie alla realizzazione dell’intervento stesso, pertanto sono comprese le spese tecniche di progettazione, consulenza e diagnostica. Sono comprese le opere provvisionali e altri accessori come i noleggi di ponteggi, attrezzature e servizi.
Ovvio che essendo beni di interesse culturale si dovrà sottoporre l’intervento alla valutazione della Soprintendenza per ottenere l’autorizzazione. Se si dovesse trattare di una chiesa o edifici di carattere religioso la documentazione dovrà essere inviata all’ufficio Beni Culturali della Curia che si occuperà di dare un primo parere e inviarlo alla Soprintendenza competente per la valutazione definitiva. Ottenuto il nulla osta, si procederà alla realizzazione dei lavori.

Per quanto riguarda i tempi previsti, i lavori autorizzati potranno essere realizzati entro il 31 dicembre 2021 ma c’è la concreta possibilità di protrarre i lavori per circa sei mesi, avendo effettuato almeno il 70% dei lavori nell’anno 2021.

Redazione Vivo Umbria: