Corciano: domani su Rai 3 la finale de “Il borgo dei borghi 2021”, la parola a Fiorello Primi

CORCIANO  – La sfida per l’ottenimento del titolo “Borgo dei Borghi” più bello d’Italia è arrivata alla fase finale. I borghi che avranno ottenuto i risultati migliori avranno accesso al momento clou, che andrà in onda in prima serata su Rai3 domani, 4 aprile, durante il quale verrà eletto, attraverso il televoto e poi il verdetto della giuria qualificata, il borgo vincente. In lizza per l’Umbria c’è Corciano. Ne parliamo con il presidente nazionale dell’associazione “Borghi più belli d’Italia”, Fiorello Primi.

 

Noi umbri, naturalmente, tifiamo tutti per Corciano.

“Io sono il presidente dei Borghi più belli d’Italia – commenta Primi – e non posso parteggiare per nessuno”.

Corciano è comunque un borgo delizioso e completamente ristrutturato, forse veramente potrebbe rappresentare un esempio per il recupero degli altri borghi che in questi anni sono stati dimenticati

“Corciano, come gli altri 26 borghi dell’Umbria che fanno parte dei Borghi più belli d’Italia e degli altri 314 borghi che fanno parte dell’associazione nazionale, certamente ha le caratteristiche per essere definito uno dei più belli d’Italia. Noi li selezioniamo con criteri molto rigorosi”.

Corciano è uno dei primi Comuni che ha aderito, mi sbaglio?

“Corciano è entrato nel gruppo l’anno seguente l’avvio dell’associazione, nel 2003 mi sembra, quando aveva ancora circa 10 mila abitanti. Ma tengo a dire che il Borgo dei Borghi è una gara tra i borghi più belli d’Italia, uno per regione, anche se alla fine vincono tutti, perché la tivù offre ad essi una visibilità enorme. Poi chi vincerà non sarà forse il più bel borgo. Ci sono molte variabili per la vittoria finale, come le alleanze strette dal Comune e altre circostanze che favoriscono l’afflusso dei voti su quel determinato borgo”.

Quali sono le caratteristiche principali che devono possedere?

“Per selezionare un borgo noi facciamo riferimento ad una scheda di valutazione che è certificata Iso 9001 con 72 parametri da verificare. In sintesi sono divisi in quattro sezioni. La prima è quella riferita alla bellezza estetica; poi c’è tutta una parte che riguarda la qualità della vita di chi ci risiede, quindi i servizi e tutto quello che occorre per viere bene in un luogo; la terza parte è riferita ai servizi al turista; la quarta riferita alla tutela del paesaggio e dell’ambiente. Bisogna raggiungere un punteggio e superare un 7 (tipo scolastico) per essere ammessi”.

C’è una rivalutazione, almeno in teoria, del vivere nei piccoli di borghi, anche perché se i borghi sono ben serviti, la qualità di vita è migliore.

“E’ vero, c’è una tendenza a fare questo. C’è stato sicuramente un movimento, favorito dallo smart working, ma questo non significa che le città siano ora rifuggite. Credo, invece, che una buona quota di persone soprattutto giovani potrebbero scegliere di andare ad abitare in un piccolo borgo se questo borgo è ben servito da trasporti efficienti e servizi altrettanto efficienti”.

In questo senso si rende necessario investire di più nei piccoli borghi

“Noi come associazione abbiamo scritto una lettera al presidente dei Consiglio proprio sull’utilizzo del Piano nazionale di ripresa e resilienza del Recovery fund, dove abbiamo inserito dieci punti che, secondo noi, sono assolutamente indispensabili per rilanciare, non tanto i borghi, ma l’intero Paese. Se noi offrissimo una prospettiva a questi piccoli centri che sono migliaia e che sono tutti in fase di spopolamento e facessimo in modo di ripopolarli da gente che va nel borgo a lavorare e, meglio ancora, per attività innovative da parte di start up giovanili adeguatamente finanziate e sostenute secondo criteri di produttività, credo che faremo un grandissimo servizio al Paese. Il problema è che in questo momento tanti ne parlano, ma il rischio che si corre è che dei borghi si parla tanto, ma poi si fa molto poco. Se non c’è una strategia per una rigenerazione urbana e sociale dei borghi, credo che questo Paese avrà difficoltà ad uscire dalla crisi”.

Quindi a noi non rimane che fare il tifo e dire: “Forza Corciano!”

“E io dico vinca il migliore”.

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