Dalle vicende burrascose del 1100, sul colle Santa Maria, sorse Turris Ursinae

TERNITorreorsina, sorge sul Colle Santa Maria a 326 metri sul livello del mare. Le sue origini risalgono al secolo XI dopo la distruzione del castello di Collestatte per mano di un esercito finanziato dall ‘Abate di Farfa. Fu così, che nel marasma, tredici famiglie superstiti si rifugiarono sul colle Santa Maria posto dinanzi a Collestatte. Quindi in origine fu chiamata Villae Sancta Mariae. Fu oggetto di discordie tra Guelfi e Ghibellini nel 1264. Il priore di Collestatte dono’ il poggio con i ruderi di Santa Maria a Spoleto per l’edificazione di una fortezza (Sansi).
 

Torreorsina: Porta Orsini dell’antico borgo

Torreorsina: Casino con orologio a sei ore

Dopo le varie vicende tumultuose, attorno alla superstite torre fu costruita Castrum Turris che dal 1271 divenne insieme a Collestatte feudo della famiglia Orsini del ramo Castello. Nel 1586 fu signore Corradino Orsini duca di Bomarso, il quale concesse il sigillo con lo stemma: una torre sormontata da una rosa con la scritta TVRRIS VRSINAE. Nel 1627 Torreorsina ottiene l’ indipendenza da Collestatte e divenne per tre secoli libera di legiferare con propri consigli comunali (fino al 1927 quando sia Collestatte e Torreorsina vennero assorbiti al comune di Terni per la creazione della provincia). Rimase di proprietà degli Orsini  fino al 1640 quando Orsini vende la sua parte ai Guidi di Bagno; nel 1656 passa ai Mattei – Orsini duchi di Paganica; successivamente al conte Cerbelli di Nepi che lo cede ai Conti Manassai di Terni. La nobile famiglia gia’ dal 1662 aveva acquisito giurisdizionalmente  su Collestatte e Torreorsina nella parte degli Orsini di Monterotondo; dei Sessatelli di Imola; dei Valignani di Chieti e dei Savelli di Roma.
Torreorsina: ex Chiesa di Sant’Antonio, oggi auditorium

Sulla piazza principale si erge la parrocchiale, dapprima dedicata a San Rocco e successivamente a Santa Maria. Edificata nel 1580. Si presenta con una elaborata e armoniosa  facciata dove nel cornicione e scritto l’anno di edificazione e i committenti. Al suo interno, un unica navata, transetto e cappelle laterali. Sugli altari, tele di scuola romana. Il corpo di San Teodoro, estratto dalle catacombe di San Saturnino, fu donato a questa comunita’ nel 1764. Nel 1769 viene proclamato patrono del paese. La statua lignea che riposa nell’ urna fu impreziosita con gioielli da Carlo Sartori e Filippo Pozzi. Bella la tela che raffigura la Madonna con Bambino tra San Giuseppe e il Battista. Figurano un Crocifisso ligneo del XVII secolo e una statua di San Sebastiano lignea del ‘700. Sulla piazza si erge la grandiosa Porta in travertino bianco, edificata dagli Orsini che racchiude l’antico borgo, con vicoli e archetti. Nell’ interno la chiesa di Sant’ Antonio,  oggi auditorium e centro ricreativo. Restaurato, spiccano frammentari affreschi e pregievoli stucchi settecenteschi.
Torreorsina: ex chiesa di Sant’Antonio, frammento di affresco dl XVI secolo

Nel viale interno al borgo, palazzetti nobiliari del XV e XVIII secolo, tra i quali quello degli Orsini rimaneggiato dai Manassei con salone di rappresentanza e affreschi raffiguranti i possedimenti. Anno 1765.
Torreorsina: Casino Manassei con orologio a sei ore

Sulla piazzetta interna invece spicca il “Casino Manassei”  costruito nel 1778, con torrino,  orologio a sei ore sul fastigio.
Torreorsina: Giacomo Laprovitera, primo tamburino

Si respira aria di altri tempi, quando il paese si trasforma in agosto per le manifestazioni storico rievocative in onore  dei Santi Patroni Rocco e Teodoro. Cortei, palio, degustazioni e scene animate suggestive e singolari al suono delle chiarini e rulli di tamburo del gruppo locale dei Musici. Da non perdere la poesia sul colle sovrastante il paese con il parco dedicato all’artista di Torreorsina Aurelio Defelice: sculture, panorama sulla Valnerina e cascata delle Marmor

Carlo Favetti: Nato a Ferentillo, ho pubblicato saggi d'arte, volumi di storia e libri di poesie. Ho collaborato con il Corriere dell'Umbria dal 1998 al 2010 e poi con il Il Giornale dell'Umbria. Nel 1993 ho fondato l'associazione culturale Alberico I Cybo Malaspina.