Due Mondi 2022, la voce delle donne

SPOLETO – L’arte declinata al femminile. Questa l’impronta che Monique Veaute ha dato per contrassegnare la sessantacinquesima edizione del 2Mondi 2022  con Barbara Hannigan e Mariza per la musica; Germaine Acogny (nel segno di Pina Bausch), Anne Tersa De Keersmaeker, Blanca Li per la danza; Jeanne Candel per il teatro musicale.

Il programma è stato illustrato stamani, 11 aprile, al Teatro Giancarlo Menotti. Presenti la direttrice artistica Monique Veaute, il presidente della Fondazione del Due Mondi e sindaco di Spoleto Andrea Sisti, l’assessore regionale alla Cultura Paola Agabiti e la direttrice organizzativa Paola Macchi.

Interessante la lettura numerica del Festival: 60 spettacoli, 17 i giorni del Festival  dal 24 giugno al 10 luglio, 500 artisti di 36 Paesi per 15 location.

La voce delle donne, dicevamo, ma anche tanta musica come Monique Voteau aveva annunciato fin dalla sua prima edizione volendo così riportare per molti aspetti all’origine menottiana.

Da sottolineare che questo sarà il Festival della città forse come non mai, dal momento che l’amministrazione comunale presenterà e presenzierà incontri su tre temi che la riguardano da vicino: sviluppo dell’economia circolare,  candidatura di Spoleto a Città della Cultura 2025 e riconoscimento Unesco per il Festival dei Due Mondi. Gli orizzonti sempre più internazionalizzanti stavolta guardano soprattutto agli Stati Uniti d’America per l’aspetto artistico e all’Ucraina per quanto riguarda l’adesione della cultura alle questioni della tolleranza, del confronto della pace.

Ultima annotazione prima di lasciarvi al programma, la sempre più stringente collaborazione con Umbria Jazz e Teatro Stabile dell’Umbria.

PROGRAMMA

 

MUSICA

Il Festival si inaugura con il concerto della Budapest Festival Orchestra (24 giugno) diretta da Iván Fischer. La compagine esegue per la prima volta in Europa il grande oratorio di Philip Glass The Passion of Ramakrishna, al quale accosta l’Ouverture n. 4 in re maggiore di Bach. All’orchestra si aggiunge il Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, nel segno della collaborazione tra le due istituzioni. Anche quest’anno la proposta musicale è particolarmente ricca grazie alla presenza delle due orchestre. La residenza dei musicisti di Budapest continua al Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi (24–26 giugno) con una rassegna di musica da camera: per i “concerti di mezzogiorno” eseguono la nuova trascrizione per ensemble dei Canti della lontananza di Gian Carlo Menotti – commissionata dal Festival a Orazio Sciortino per omaggiare il Maestro dei Due Mondi –, mentre gli appuntamenti pomeridiani (ore 17.00) portano in scena la serenata per tre voci e strumenti di Antonio Vivaldi La Senna festeggiante, capolavoro del repertorio barocco.

Al centro del cartellone musicale c’è sicuramente Barbara Hannigan, soprano e direttrice d’orchestra, star mondiale la cui voce è fra le più originali e richieste della scena lirica contemporanea. La sua residenza a Spoleto è legata a doppio filo a quella dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, con la quale condivide il palcoscenico di Piazza Duomo per due serate. Sabato 2 luglio è direttrice d’orchestra e cantante di La Voix Humaine, nella sua originale interpretazione del capolavoro di Francis Poulenc e Jean Cocteau, che accosta a Metamorphosen di Richard Strauss. Due sono gli appuntamenti con il direttore Antonio Pappano: domenica 10 luglio Barbara Hanningan è interprete di Fascinating Rhythm di George Gershwin nel concerto di mezzogiorno e di Knoxville. Summer of 1915 di Samuel Barber, per il gran finale del Festival che Antonio Pappano dedica ai grandi compositori americani anche con la Sinfonia n. 3 di Aaron Copland. Grande attesa per il concerto di domenica 3 luglio (Teatro Romano): Barbara Hannigan accompagnata dal pianista Stephen Gosling interpreta Jumalattaret, ciclo di canzoni composto per lei da John Zorn e ispirato al poema epico finlandese Kalevala, che mette alla prova le sue possibilità vocali tecniche ed espressive, ritenute al limite della possibilità umana.

Con la sua voce carica di vibrazioni la cantante portoghese Mariza (30 giugno, Piazza Duomo) ha saputo trasformare il fado da tradizione locale a fenomeno mondiale. L’artista che ha raccolto l’eredità della “regina del Fado” Amália Rodrigues festeggia a Spoleto i suoi vent’anni di carriera, con un concerto speciale che celebra orgoglio e malinconia di un genere musicale che è patrimonio intangibile dell’umanità. 

Dopo l’oratorio di Philip Glass, il percorso nella musica americana continua con la rassegna di concerti dell’Ensemble Sentieri selvaggi (1–3 luglio, Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi), guidato dal suo direttore artistico Carlo Boccadoro. Sentieri selvaggi e i grandi compositori americani si frequentano sin dai primi concerti dell’ensemble, nato a Milano nel 1997 per far conoscere la musica contemporanea al grande pubblico. In tre diversi programmi l’ensemble costruisce un mosaico sonoro di voci da scoprire, dai grandi protagonisti del minimalismo come Philip Glass, Steve Reich e Terry Riley alla libertà espressiva di Missy Mazzoli, Christopher Cerrone, Timo Andres e Armando Bayolo, tutti raramente eseguiti in Italia.

La collaborazione del Festival con Umbria Jazz prosegue con il concerto di Dianne Reeves (3 luglio, Piazza Duomo), diva indiscussa del genere e unanimemente ritenuta discendente dell’eredità della grande Sarah Vaughan. La voce di Dianne Reeves è accompagnata da musicisti del calibro di John Beasley, Romero Lubambo, Itaiguara Brandão e Terreon Gully.

Altra grande protagonista di questa edizione è la quattro-volte vincitrice ai Grammy Awards Angélique Kidjo (8 luglio, Piazza Duomo). Il suo nuovo album Mother Nature torna ai ritmi della sua Africa, celebrandola come luogo geografico e soprattutto come culla del genere umano.

Al confine tra installazione, concerto e live set è la performance musicale di Tovel (aka Matteo Franceschini) e Jacopo Mazzonelli (8-9 luglio, Teatrino delle 6 Luca Ronconi). Franceschini dialoga attraverso l’elettronica con i suoni reali delle sculture di pianoforti realizzate da Jacopo Mazzonelli.

DANZA

La sezione danza raccoglie alcune delle proposte più innovative a livello internazionale per la contaminazione tra i generi, con un’attenzione particolare alle coreografe che hanno rivoluzionato il corso della propria disciplina. 

La coreografa Germaine Acogny reinterpreta Le Sacre du printemps, opera cardine dell’estetica di Pina Bausch (24–27 giugno, Teatro Romano), concepita nel 1975 per il Tanztheater Wuppertal. La fondatrice dell’École des Sables, Leone d’oro alla Biennale di Venezia del 2021 e nota per essere la “madre della danza africana contemporanea”, porta in scena trentotto ballerini africani, provenienti da quattordici nazioni di tutto il continente, e firma insieme a Malou Airaudo il nuovo lavoro common ground[s]

Ginnasta, ballerina, coreografa e regista, oggi la spagnola Blanca Li incarna come poche l’incontro di esperienze artistiche diverse. Nell’ultima creazione coesistono l’universo reale e quello virtuale: il suo Le Bal de Paris de Blanca Li (24 giugno–10 luglio, Sala XVII settembre, Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti) è lo spettacolo immersivo in realtà aumentata la cui anticipazione alla 78ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ha vinto il Leone d’Oro nella sezione “Venice VR Expanded”.

Con Through the Grapevine (25–26 giugno, Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti) il coreografo belga Alexander Vantournhout, tra i più interessanti della nuova generazione, porta in scena un eccentrico pas-de-deux, eseguito insieme ad Axel Guérin. I due danzatori si sfidano attraverso un costante contatto fisico e la dialettica tra toccare ed essere toccati è al centro della performance.

Circo contemporaneo e danza si fondono nelle cinque performance di Yoann Bourgeois (2–3 luglio, San Nicolò, Terrazza Frau, Chiesa di Sant’Agata), acrobata eccezionale, esperto nell’uso di trampolini per rendere percepibile il punto di apogeo, quel presente assoluto in cui la danza è in equilibrio tra controllo e caduta.

A cinque anni dalla scomparsa, il Festival dei Due Mondi rende omaggio alla coreografa newyorkese Trisha Brown, icona della post-modern dance. La creatività di Trisha Brown ha frequentato sperimentazione e avanguardia e, fin dagli esordi, “luoghi alternativi” al palcoscenico. A Spoleto, la Trisha Brown Dance Company riporta in scena Astral Converted e Working Title (1–2 luglio, Teatro Romano) insieme a In Plain Site, una selezione degli abbacinanti Early Works (3 luglio, Palazzo Collicola).

La coreografa argentina Ayelen Parolin presenta Weg (1–3 luglio, Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti), un vertiginoso esercizio ispirato alla dinamica dei movimenti collettivi, una dirompente e sperimentale azione coreografica, volutamente plurale e stravagante, che esplora la nozione di piacere, di melodia interiore che porta al movimento.

Mystery Sonatas / for Rosa (7–9 luglio, Teatro Romano) è il nuovo spettacolo di Anne Teresa De Keersmaeker coprodotto dal Festival di Spoleto con Rosas, De Munt/La Monnaie (Brussels), Concertgebouw (Bruges) e Dance Reflections by Van Cleef&Arpels. La rivoluzionaria coreografa si addentra nella ricchezza mistica e geometrica delle Sonate del Rosario del compositore Heinrich Ignaz Franz von Biber – eseguite dall’ensemble barocco Gli Incogniti con la direzione musicale di Amandine Beyer. Musica e geometria si intrecciano intorno ad una sola figura: la rosa, simbolo artistico e letterario emblema di segretezza e mistero.

Con Toná (8-10 luglio, Auditorium della Stella) Luz Arcas – coreografa e danzatrice fondatrice della compagnia La Phármaco – presenta uno dei lavori più introspettivi della sua carriera, il risultato di un processo creativo che lei stessa definisce una «liberazione». Una proposta scenica multidisciplinare che si allontana dalle narrazioni convenzionali, introducendo lo spettatore in un’esperienza poetica che esplora la fugacità, la morte e la memoria.

TEATRO MUSICALE

I registi francesi Jeanne Candel e Samuel Achache presentano per la prima volta in Italia il loro Teatro Musicale. Le Crocodile trompeur / Didon et Enée (24–26 giugno, San Simone) porta la firma di entrambi: tratto dall’opera barocca Dido and Aeneas di Henry Purcell, lo spettacolo intreccia il teatro shakespeariano e il dramma musicale; gli attori, che sono anche ottimi cantanti e musicisti di cultura jazz, passano continuamente da un genere all’altro. Le Crocodile trompeur / Didon et Enée resiste alle classificazioni di genere, andando molto oltre la sperimentazione teatrale, un grande affresco dove la follia e la stravaganza rappresentano il battito pulsante. Con la stessa attenzione per la musica Jeanne Candel, con Caroline Darchen, Lionel Dra e la compagnia la vie brève, concepisce lo spettacolo Demi-Véronique (30 giugno–3 luglio, Auditorium della Stella), un’epopea musicale a partire dalla Sinfonia n. 5 di Gustav Mahler. Tutto può rapidamente trasformarsi, come accade ai toreri con la figura della mezza veronica che dà il titolo allo spettacolo. Così, da una distruzione, un altro mondo in gestazione si ricompone.

Anche Sans Tambour di Samuel Achache (1–3 luglio, San Simone) si interroga su come ricostruire la realtà dopo un crollo, ispirandosi ai Liederkreis op. 39 di Robert Schumann. Il poeta, separato dall’amato o dalla patria come da un confine invalicabile, deve farsi strada attraverso una geografia reinventata, in cui il canto e la musica diventano la forza trainante dell’azione.

TEATRO

Il nuovo spettacolo del regista Fabio Cherstich L’appuntamento ossia la storia di un cazzo ebreo (24–26 giugno, Auditorium della Stella) nasce dal romanzo sovversivo, irriverente e audace di Katharina Volckmer Un cazzo ebreo. Cherstich mette a nudo il nucleo più disarmato della vita interiore della protagonista: traumi, speranze, desideri e atti impuri rompono i tabù di un’epoca in cui la vera blasfemia è sfidare il politically correct.

Davide Enia, tra i massimi esponenti del cosiddetto teatro di narrazione, Premio Maschere del Teatro 2019 come Miglior Interprete di Monologo per L’Abisso, festeggia i vent’anni di carriera con Italia-Brasile 3 a 2 Il ritorno (1–3 luglio, Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi), la nuova versione del monologo che lo vide debuttare nel 2002. Una rievocazione, al contempo epica ed intima, di quella che più che una partita fu un vero e proprio atto identitario.

Dopo il successo della sua Signorina Giulia, Leonardo Lidi mette in scena Il gabbiano (7–9 luglio, Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi), prima tappa del Progetto Čechov dedicato al grande drammaturgo russo, con tre spettacoli in tre edizioni. Ancora una volta Lidi si confronta con un grande classico con la sensibilità volta al presente che da sempre contraddistingue i suoi lavori.

Antonio Rezza e Flavia Mastrella presentano a Spoleto il loro ultimo lavoro Porte (7–10 luglio, San Simone). Massimi esponenti del teatro di ricerca, Rezza e Mastrella firmano rappresentazioni ciniche, dissacratorie, ribelli, assolutamente innovative dal punto di vista del linguaggio teatrale per le quali, nel 2018, hanno ricevuto il Leone d’Oro alla carriera.

Del regista tedesco Thomas Ostermeier il Festival dei Due Mondi presenta lo spettacolo History of Violence (8–10 luglio, Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti), adattamento fatto con l’autore dell’autobiografico racconto di Édouard Louis. Un tentativo di comprensione delle forze sociali e politiche che plasmano e trasformano le biografie di coloro ai quali la società non dà spazio, da parte di uno dei massimi protagonisti teatrali del nuovo secolo che da sempre rifiuta l’omologazione culturale del teatro con la consapevolezza che del teatro non si possa fare a meno.

PROGETTI SPECIALI

La Fondazione Carla Fendi, Main Partner del Festival, presenta ArTechnology con l’ingrandimento di FRAMMENTO FATICA N. 26 dell’artista Daniele Puppi sulla facciata del Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi, e assegna il riconoscimento STEM Premio Carla Fendi a un’eminente personalità della cultura scientifica in occasione del Concerto finale. Nell’ex Battistero della Manna D’oro, uno spazio immersivo firmato da Gabriele Gianni viene dedicato a nuovi orizzonti tecnologici virtuali. 

Torna la rassegna Musica da Casa Menotti nell’ambito delle iniziative con cui Monini e la Fondazione Monini confermano il supporto per il Festival. Il Premio “Una Finestra sui Due Mondi”, giunto alla sua 13ma edizione, è assegnato ai grandi nomi e ai talenti emergenti di Spoleto65.

Anche quest’anno il Festival dei Due Mondi ospita la rassegna teatrale e i laboratori internazionali organizzati dall’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico dal 24 giugno al 10 luglio: il Progetto Accademia, dedicato alla presentazione dei migliori lavori del 2022, e l’European Young Theatre, che vede attori e registi allievi delle più importanti scuole internazionali confrontarsi in una Groups Competition. La rassegna teatrale prevede spettacoli diretti da studenti del corso di regia o da registi affermati come Massimiliano Civica, Andrea Baracco, Deflorian–Tagliarini, Arturo Cirillo.

Raccoglie le migliori esperienze di talentuosi attori, registi e compagnie emergenti del panorama italiano e internazionale anche la rassegna di La MaMa Spoleto Open (dal 24 giugno al 10 luglio), a cura di La MaMa Umbria International, residenza artistica, centro studi e produzione fondata nel 1990 da Ellen Stewart, già fondatrice e direttrice artistica del Teatro La MaMa E.T.C. di New York. 

Il calendario del Festival ospita quest’anno tre rassegne cinematografiche: una selezione di documentari di Thierry de Mey e Michael Blackwood, proiettati durante il weekend presso Palazzo Collicola, in collaborazione con Mahler & LeWitt Studios; la proiezione della filmografia di Pier Paolo Pasolini proposta da Cinéma in Sala Pegasus nel centenario della nascita del celebre cineasta (24 giugno – 10 luglio); l’omaggio a Federico Fellini (2-3 luglio) e al rapporto tra il suo cinema e la psicoanalisi, grazie alla rassegna Cinema e Psicoanalisi curata da Claudia Spadazzi e Elisabetta Marchiori in collaborazione con il Cinéma Sala Pegasus. 

Il Comune di Spoleto presenta degli incontri sui temi di Sviluppo dell’Economia circolare, cibo sostenibile per paesaggi identitari, Spoleto Città della Cultura 2025 e riconoscimento UNESCO per il Festival dei Due Mondi, momenti di confronto per delineare il percorso di sviluppo della città tra crescita culturale e tutela dell’ambiente.

Sempre in collaborazione con il Comune di Spoleto è in programma un convegno di due giorni dal titolo “Il Futuro è in centro: il valore sociale, economico e culturale dei centri storici” durante il quale storici dell’arte, architetti, giuristi, amministratori pubblici, sociologi ed esperti urbanistici si confrontano sulle soluzioni possibili di come salvare i centri storici dallo spopolamento e dallo sfruttamento turistico e farli rivivere in modo sostenibile come volano economico e  di miglioramento di vita.

Tra le iniziative speciali c’è anche Je est un autre, la VII Giornata Nazionale del Mondo che non c’è, seminario in due giornate (8-9 luglio) che si svolge tra “dentro” e “fuori”, tra la Sala della Biblioteca di Palazzo Mauri e la Casa di reclusione di Maiano di Spoleto, dove la compagnia #SIneNOmine presenta lo spettacolo Tempo libero (7-8 luglio), ispirato a due racconti di Italo Calvino, quarant’anni dopo la messa in scena di Haute surveillance di Jean Genet, interpretato nel 1982 a Spoleto da sei detenuti del carcere di Rebibbia guidati dal regista Marco Gagliardo. Dal 1° luglio al 30 settembre lungo i percorsi della mobilità alternativa della città è allestita una mostra fotografica che celebra i dieci anni di attività della compagnia #SIneNOmine, formata da detenuti della Casa di reclusione e diretta da Giorgio Flamini.

Quest’anno il Festival dei Due Mondi offre un ampio spettro di iniziative collaterali che incentivano la relazione fra lo spettatore, la manifestazione e il territorio, favorendo nuove possibilità di dialogo e incontro. Tra le iniziative promosse per Spoleto65, il progetto Educational, che vede coinvolti gli studenti di tutte le scuole del territorio, i percorsi di mediazione teatrale per giovani e adulti, i tour tematici alla scoperta della città e del suo patrimonio culturale e naturalistico. Tutte le informazioni e gli aggiornamenti sono disponibili nella sezione del sito Vivi il Festival.

MOSTRE

Sono diverse le esposizioni promosse dal museo d’arte moderna Palazzo Collicola in occasione di Spoleto65: dalla mostra intitolata a Fabrizio Plessi, tra i maggiori esponenti della video art, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Venezia, a quella che celebra la carriera della coppia artistica più dissacrante del panorama teatrale italiano Antonio Rezza e Flavia Mastrella; dalla mostra EMLibrary che illustra, anche in formato digital attraverso il canale Instagram di Palazzo Collicola, l’archivio e le ispirazioni dello scultore Eliseo Mattiacci, all’installazione luminosa, cinetica e scultorea di Vittorio Corsini dal titolo Sotto luce. Il nuovo spazio inaugurato all’interno della Galleria d’Arte Moderna è infine dedicato a una delle più importanti collezioni di arte contemporanea italiane, la Collezione Attolico.

BIGLIETTI

È possibile acquistare i biglietti per gli spettacoli sul sito del Festival www.festivaldispoleto.com, tramite il Call Center al numero +39 0743 222 889 e presso i punti vendita:

Festival Box Office & Merchandising, via Saffi, 12 | Spoleto

aperto tutti i giorni dal lunedì alla domenica con orario 10-13 e 15-18

Box 25, piazza della Vittoria, 24 | Spoleto

aperto dal lunedì al sabato con orario 8-20 e domenica 8 -13

Ticket Italia, elencati sul sito www.festivaldispoleto.com

Tante le possibilità di acquisto biglietti con riduzioni dedicate agli Under 30, ai Residenti del Comune di Spoleto, ai Gruppi e ai soggetti Convenzionati con il Festival. Inoltre, con il Festival Carnet sarà possibile scegliere ed acquistare quattro spettacoli del Festival con il 30% di sconto. Sono previste le formule di abbonamento Festival Weekend e Festival Passport con le quali sarà possibile assistere a tutti gli spettacoli di un fine settimana o dell’intera manifestazione. Per tutte le informazioni e gli aggiornamenti sulle promozioni è possibile consultare il sito www.festivaldispoleto.com

Riccardo Regi: Direttore di Vivo Umbria, Perugino, laureato in Lettere, giornalista professionista dal 1990, vice direttore dei Corrieri Umbria, Arezzo, Siena, Viterbo, Rieti per 18 anni.