Due Mondi, sì al mini Festival di 4 giorni: a Riccardo Muti il concerto finale del 30 agosto

SPOLETOChissà, chissà chi sei
Chissà che sarai
Chissà che sarà di noi
Lo scopriremo solo vivendo…
Per quei due o tre che magari hanno sotto i 10 anni e ancora non lo sanno, la citazione si riferisce a testo e musiche immortali del duo Mogol-Battisti. Titolo della canzone: “Con il nastro rosa”. Che fa pensare a una bella inaugurazione. In questo caso oseremmo dire insperata. Al di là della bella notizia resta e vale la sequenza di interrogativi posti dalla canzone e che giriamo al Due Mondi. Cosa sarà, cosa vedremo e ascolteremo esattamente, chi potrà e come assistere agli spettacoli? Per ora registriamo un dato certo. Nemmeno Covid-19 ha fermato la continuità e la tradizione di un Festival famoso nel mondo. Per il resto, ecco il comunicato integrale che ha annunciato che il Festival si farà da parte della Fondazione Festival dei Due Mondi .
“È stata accolta positivamente dal Consiglio di amministrazione della Fondazione Festival dei Due Mondi, la proposta presentata dal direttore artistico Giorgio Ferrara per la 63ª edizione.  La manifestazione, come già annunciato nelle scorse settimane, si terrà dal 27 al 30 agosto per un totale di quattro giorni, anche se nel corso dell’incontro di questo pomeriggio si è ragionato intorno alla possibilità di ampliare il programma prevedendo alcuni eventi anche nel weekend precedente. La praticabilità di questa seconda ipotesi dipenderà, oltre che dal parere che dovrà arrivare dal ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo, anche dalle risorse disponibili per l’organizzazione di questa edizione del Festival dei Due Mondi.
Alla luce delle particolari condizioni in cui si svolgeranno tutti gli spettacoli e l’assoluta eccezionalità dell’edizione 2020, il Cda ha dato indicazioni affinché vengano ridotti al minimo i prezzi dei bigliettiPer quanto riguarda il programma, l’unica anticipazione è quella relativa al concerto finale che si terrà in Piazza Duomo, con l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini diretta dal Maestro Riccardo Muti.
Il programma completo -conclude il comunicato – sarà presentato dal Direttore artistico Giorgio Ferrara”.

Giorgio Ferrara

Giorgio Ferrara, molto più di un’idea, già ce l’ha. Eccola:
PIAZZA DUOMO GIOVEDÌ 27 AGOSTO ORE 21.30 
LE CREATURE DI PROMETEO LE CREATURE DI CAPUCCI LUDWIG VAN BEETHOVEN ROBERTO CAPUCCI 
presentato da FONDAZIONE TEATRO CARLO FELICE DI GENOVA 
CONCERTO IN FORMA SCENICA con l’ORCHESTRA DEL TEATRO CARLO FELICE DI GENOVA 
direttore in via di definizione 
musica di LUDWIG VAN BEETHOVEN costumi originali di ROBERTO CAPUCCI 
a cura di DANIELE CIPRIANI movimenti coreografici di SIMONA BUCCI COMPAGNIA DANIELE CIPRIANI 
Nell’anno in cui ricorre il 250° anniversario della nascita di Lu- dwig van Beethoven (Bonn, 16 dicembre 1770 – Vienna, 26 mar- zo 1827), la Fondazione Carlo Felice di Genova presenta a Spo- leto il concerto in forma scenica Le creature di Prometeo | Le creature di Capucci. Sulle celebri note del compositore tedesco, la produzione dà vita ad un inedito incontro tra arti, celebrando il genio creati- vo di storici protagonisti distanti nel tempo e vicini nell’estro. Da un lato Ludwig van Beethoven con l’unica tra le sue opere nata per il balletto: la composizione in due atti Le Creature di Prometeo (Die Geschöpfe des Prometheus), Op.43, commissio- nata dal coreografo Salvatore Viganò e con debutto a Vienna nel 1801. Dall’altro Roberto Capucci, maestro dell’alta moda in- ternazionale, innovatore di stile capace di far dialogare gli abiti con la natura, l’arte e l’architettura, qui protagonista con una serie di bozzetti dal forte impatto visivo, da poco esposti nella mostra “Capucci Dionisiaco. Disegni per il teatro”. 
I due processi artistici si incontrano in questa occasione nella loro natura indipendente, distanti nella storia e nella fonte ispi- ratrice: linee parallele che si intersecano nello spazio scenico in un insolito connubio da cui nascono nuove possibilità e visioni. I due mondi si ritrovano in una dimensione metaforica: quella della potenza musicale ispirata alla mitologia – come rappre- sentazione degli archetipi che plasmano la psiche umana – e quella di creature “altre” che come effluvi appaiono per poi sparire nell’immaginario onirico attingendo alla stessa matrice archetipica. 
In occasione del concerto, accompagnato dai movimenti sce- nici di Simona Bucci, la produzione ha dato il via all’ecceziona- le realizzazione di 15 costumi dai bozzetti originali di Capucci esposti nel 2018 a Palazzo Pitti di Firenze: un sorprendente re- pertorio di costumi maschili ispirati dall’idea di una messinsce- na onirica. Musica e moda insieme, dunque, in un duplice e ori- ginale omaggio al genio creativo e alla potenza immaginativa dell’arte. 
ROBERTO CAPUCCI: UN MITO DELLA MODA ITALIANA 
Definito da Christian Dior “il miglior creatore della moda italia- na”, Roberto Capucci è un’icona planetaria dell’alta moda. Le sue creazioni, ospitate nei musei di tutto il mondo, sono sculture pla- stiche, ma anche dei tourbillons di plissé, giochi di movimento usciti da fontane sgorganti non acque, bensì preziosissimi taf- fetà e sete in sfumature che persino l’arcobaleno faticherebbe ad annoverare. 
ROBERTO CAPUCCI E IL TEATRO 
Immagini da: https://www.uffizi.it/eventi/capucci-dionisiaco-disegni-per-il-teatro 
TEATRO ROMANO VENERDÌ 28 AGOSTO ORE 21.30 
MONICA BELLUCCI MARIA CALLAS LETTERE E MEMORIE 
testi e regia di TOM VOLF presentato da LES VISITEURS DU SOIR 
“Un giorno scriverò la mia biografia. Vorrei essere io a scriver- la, per chiarire alcune cose. Sono state dette così tante menzo- gne su di me…”(Maria Callas) 
In occasione della pubblicazione del libro Maria Callas. Lettres et Mémoires, Monica Bellucci, alla fine del 2019, per la prima volta ha debuttato in teatro, allo Studio Marigny di Parigi, e per la pri- ma volta calcherà un palcoscenico italiano, a Spoleto. 
Dall’infanzia modesta trascorsa a New York agli anni della guerra ad Atene, dal debutto in sordina all’Opera fino alle vette di una carriera di livello internazionale, segnata da scandali e tribola- zioni personali, dall’amore idealizzato per suo marito alla pas- sione travolgente per Onassis, questo racconto unico rivela, per la prima volta, la vera storia di Maria Callas che si cela dietro la leggenda. A volte ci svela Maria, come una donna vulnerabile, divisa tra la vita sul palcoscenico e la vita privata, a volte Callas, l’artista vittima delle sue esigenze e in perpetua battaglia con la sua voce, e che, nonostante la solitudine parigina dei suoi ultimi anni, continuerà a lavorare instancabilmente fino al suo ultimo respiro, all’età di 53 anni. 
Un autoritratto profondamente commovente e affascinante del- la più grande voce del XX Secolo. 
“Questo spettacolo – spiega Tom Volf – è per me il risultato di 7 anni di lavoro dedi- cato a Maria Callas. Nel film Maria by Callas (uscito in 45 paesi nel 2018) alcune lettere erano già lì di sottofondo. Rappresentavano per me la voce più intima della donna dietro la leggenda, più Maria che Callas. Nella mostra che portava lo stesso nome, ancora una volta alcune di queste lettere erano lì, questa volta fisicamente all’interno di vetrine. Con il libro Maria Callas. Lettres & Mémoires, ho avuto l’impressione di aggiunge- re l’ultimo tocco alla costruzione di un multi-progetto enorme e arduo attraverso una prospettiva comune: mettere la voce di Maria al centro della scena e consentirle, attraverso una serie di documenti e materiali di archivio inediti, di raccontare la propria storia, con le sue stesse parole. Contemporaneamente alla pubblicazione del libro, il mio incon- tro con Monica Bellucci ha dato vita a questo ultimo progetto, sul palco questa volta. È stata una vera sfida, avere la responsabilità e le capacità di mettere per iscritto la vita della Callas, utilizzando solo ed esclusivamente le sue parole, in uno spetta- colo che dura poco più di un’ora. In effetti, stiamo parlando di 30 anni di vita pieni di gloria e di dolore, che si dispiegano sotto i nostri occhi. Le sue memorie, che sono incomplete, aprono e chiudono lo spettacolo. Maria parla direttamente al pubblico e si confida con esso, rivelandosi come mai prima d’ora. Per la prima volta è lei a raccontare la sua storia, non più altri a par- lare per suo conto. Ed è proprio attraverso queste numerose lettere, indirizzate a persone a lei vicine, alcune anonime, altre famose, che arriviamo a scoprire una donna irriconoscibile e sconosciuta; forte e vulnerabile allo stesso tempo; piena di am- bizione e di sogni nei suoi anni più giovani; piena di dubbi e di sofferenza nei suoi ultimi anni. Lo spettacolo è stato concepito in tre parti, che si susseguono cronologicamente, seguendo la naturale scansione dei tre de- cenni attraversati dalla Callas: gli anni ‘50, le sue prime esibizioni sul palcoscenico e il suo matrimonio con Meneghini; gli anni ‘60, l’incontro con Onassis e la loro storia d’amore, interrottasi otto anni più tardi; e gli anni ‘70, i suoi ultimi anni, intrisi di nostalgia e solitudine. 
Al centro della scena un divano, la riproduzione esatta di quello che si trovava in Avenue Georges Mandel, l’appartamento di Parigi dove la Callas ha trascorso gli ultimi 15 anni della sua vita. Accanto al divano, un grammofono, con il quale Maria ascoltava le sue stesse registrazioni e brani del Bel Canto, genere che così tanto amava. 
Questa musica, così come le sue registrazioni, si possono ascol- tare in diverse occasioni durante lo spettacolo, come fossero un trattino che unisce una lettera all’altra, a significare il tempo che scorre, una voce che inizia a sgorgare con tutto il vigore della giovinezza e che, a poco a poco, comincia a svanire, lasciandosi dietro nient’altro che un pianoforte, che suona in solitudine, me- lodie perdute da tempo. Monica Bellucci veste un abito appartenuto alla Callas, prestato dalla collezione italiana My private Callas, rimasto chiuso per oltre 60 anni, e mai indossato da nessun’altra. Questo vestito e la spettacolare trasformazione di Monica, così come il gioco di luci e chiaroscuri, danno l’impressione di essere davvero nel salotto della Callas, con il suo spirito che riappare per un breve tempo per condividere, attraverso le parole proprie di Maria, un mo- mento di intimità con il suo pubblico.” 
MONICA BELLUCCI | Fin dalle sue prime apparizioni cinemato- grafiche nel 1991, Monica Bellucci ha lavorato con i più grandi cineasti a livello internazionale. Eroina popolare e musa ispiratri- ce di film d’autore, i suoi ruoli spaziano dalla James Bond Girl in Spectre, alla Cleopatra in Asterix e Obelix, Persephone in Matrix, fino a quello di Alex in Irréversible o Nathalie in Dobermann. Ac- clamata più volte come la donna più bella del mondo, è uno dei volti più conosciuti del cinema internazionale contemporaneo. 
TOM VOLF | Regista del film Maria by Callas, curatore dell’omo- nima mostra e autore di due volumi iconografici inediti, Tom Volf è oggi riconosciuto come uno dei massimi esperti e al mondo della celebre cantante lirica. È anche cofondatore del Maria Cal- las Endowment Fund, dedicato alla conservazione degli archivi personali dell’artista. Questo libro è il frutto di cinque anni di ri- cerca in tutto il mondo. 
TEATRO ROMANO SABATO 29 AGOSTO ORE 21.30 
BEATRICE RANA CONCERTO 
programma musicale da definire 
Tecnica impeccabile e qualità interpretative fuori dal comune fanno della talentuosa pianista salentina Beatrice Rana una star internazionale di fama mondiale, nonostante la giovane età di 27 anni. Premio Abbiati come miglior solista nel 2016, si esibisce per il pubblico di Spoleto in un eccezionale recital pianistico. 
BEATRICE RANA | Si è già imposta nel panorama musicale in- ternazionale ottenendo l’apprezzamento e l’interesse di asso- ciazioni concertistiche, direttori d’orchestra, critici e pubblico di numerosi Paesi. Beatrice Rana si esibisce nelle sale da concerto e per i festival più prestigiosi, tra cui la Konzerthaus ed il Musikverein di Vien- na, la Philharmonie di Berlino, il Concertgebouw di Amsterdam, il Lincoln Center e la Carnegie Hall di New York, la Tonhalle di Zurigo, la Wigmore Hall, la Royal Albert Hall e la Royal Festival Hall di Londra, il Théâtre des Champs-Elysées di Parigi, il Prinzre- gententheater e la Herkulessaal di Monaco, la Alte Oper di Fran- coforte, la Walt Disney Hall, l’ Hollywood Bowl di Los Angeles, il Kennedy Center di Washington. Beatrice Rana collabora con direttori del calibro di Riccardo Chailly, Antonio Pappano, Yannick Nézet-Séguin, Fabio Luisi, Yuri Temirkanov, Gianandrea Noseda, e Zubin Mehta. Le orchestre con cui si è esibita sono la Royal Concertgebouw Orchestra, la London Philharmonic Orchestra, la Philadelphia Orchestra, la Los Angeles Philharmonic, la NHK Symphony, l’Orchestre National de France, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Ceci- lia, la Filarmonica della Scala, la Filarmonica di San Pietroburgo. Nella prossima stagione debutterà con la Chicago Symphony Or- chestra, l’Orchestre de Paris, la Bayerische Rundfunk Sinfonieor- chester, la New York Philharmonic, la Hessischer Rundfunk Sinfo- nieorchester, l’Orquesta Nacional de España, la Royal Stockholm Philharmonic Orchestra; sará inoltre in tournée con la London Philharmonic Orchestra e Vladimir Jurowsky, con i Wiener Sym- phoniker e Andrés Orozco Estrada, e con la Philarmonia di Zuri- go e Fabio Luisi con i quali sta affrontando il ciclo integrale dei Concerti di Beethoven. 
Terrà dei recital alla Philharmonie di Berlino per la stagione dei Berliner Philharmoniker, al Palau de la Musica di Barcellona, al LAC di Lugano, al Teatro degli Champs-Elysées di Parigi, al Gil- more Keyboard Festival, alla Kioi Hall di Tokyo, alla Wigmore Hall dove sarà in residenza artistica. Continuerà inoltre la collabora- zione con la Konzerthaus di Dortmund fino al 2022. Artista esclusiva Warner Classics, nel 2015 ha pubblicato il suo primo album comprendente il Secondo Concerto per pianoforte di Prokofiev e il Primo Concerto di Tchaikovsky con Antonio Pap- pano e l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma. Il CD ha ottenuto grande successo internazionale ed ha ricevuto il presti- gioso Editor’s Choice della rivista Gramophone ed il Newcomer of the Year Award del BBC Music Magazine. L’anno 2017 resterà per sempre una pietra miliare nella carriera di Beatrice Rana per la pubblicazione di un CD con le ‘Variazioni Goldberg’, con cui ha ottenuto critiche entusiastiche in tutto il mondo musicale e grazie al quale ha vinto un Gramophone Award nella categoria “Young Artist of the Year” oltre che un Premio Edison nella cate- goria “Discovery of the Year”. 
Nel giugno 2018 è stata nominata Artista Femminile dell’Anno ai Classic BRIT Awards della Royal Albert Hall. L’album uscito a ottobre 2019 era dedicato a Ravel e Stravinsky. Nata da una famiglia di musicisti nel 1993, Beatrice Rana ha inizia- to i suoi studi musicali all’età di quattro anni e ha debuttato come solista con l’orchestra all’età di nove anni, eseguendo il Concerto in Fa minore di Bach. Ha conseguito il diploma in pianoforte sotto la guida di Benedetto Lupo al Conservatorio di Musica Nino Rota di Monopoli, dove ha anche studiato composizione con Marco della Sciucca e si è successivamente perfezionata con Arie Vardi all’Hochschule für Musik una Theater a Hannover. Ha attirato l’attenzione internazionale a 18 anni con la vittoria del Concorso internazionale di Montreal, e due anni più tardi con la Medaglia d’Argento e il Premio del pubblico al prestigio- so Concorso Van Cliburn. Premio Abbiati come miglior solista nel 2016 e Cavaliere della Repubblica nel 2017, Beatrice Rana è fondatrice e direttrice artistica di Classiche Forme, festival in- ternazionale di musica da camera che si tiene ogni estate nella sua terra natale, il Salento. 
PIAZZA DUOMO DOMENICA 30 AGOSTO ORE 21.30 
RICCARDO MUTI CONCERTO 
ORCHESTRA GIOVANILE LUIGI CHERUBINI 
programma musicale da definire 
Riccardo Muti dirige un concerto straordinario per il Festival dei Due Mondi. Fondata nel 2004 l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini è forma- ta da giovani musicisti, provenienti da tutte le regioni italiane, selezionati da commissioni internazionali da lui presiedute.
Non resta, ora, che attendere l’ufficializzazione del programma completo che sarà presentato dal direttore artistico alla sua ultima stagione, Giorgio Ferrara.

Riccardo Regi: Direttore di Vivo Umbria, Perugino, laureato in Lettere, giornalista professionista dal 1990, vice direttore dei Corrieri Umbria, Arezzo, Siena, Viterbo, Rieti per 18 anni.