Elce Viva: lettera aperta al sindaco di Perugia di un quartiere nel degrado

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta che l’associazione Elce Viva, attraverso il suo presidente Michele Chiuni, ha indirizzato al sindaco di Perugia, Andrea Romizi, che fa riferimento al piano comunale dei lavori stradali. Dal testo emerge una preoccupante situazione di vivibilità del popoloso e storico quartiere perugino che sta vivendo un degrado crescente che va dai marciapiedi alle infrastrutture, dalla sosta selvaggia all’illuminazione pubblica, dalla sicurezza al decoro urbano.

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Questo il testo integrale della lettera:

“Abbiamo letto con interesse il Suo comunicato sui lavori stradali apparso sulla stampa il 23 giugno  e apprezziamo la Sua intenzione di “restituire una città risanata”. Nel quartiere dell’Elce purtroppo  abbiamo ancora strade con più rappezzi e buche che altro, come via Coriolano Monti; fuoriuscite  di liquami di fogna (via degli Olivi); pavimentazioni totalmente andate come via Fuori le mura.  Via Vecchi è stata riasfaltata di recente, ma è stata dissestata di nuovo dai cosiddetti “scavi per i  sottoservizi”: acqua, energia elettrica, gas, ecc. perché chi scava poi riasfalta alla meglio creando  dossi o cunette. Qui la responsabilità è del Comune di controllare come vengono fatti i lavori (a  parte il lavoro di coordinamento tra lavori infrastrutturali e asfaltature), perché c’è la tecnica per  riportare l’asfalto al liscio e il Comune deve pretendere che venga fatto. 

Parlando di infrastrutture, ci sono poi ai lati delle strade attrezzature abbandonate e vandalizzate,  come vecchie centraline delle telecomunicazioni, o cavi elettrici lasciati a vista in maniera provvisoria (via Beato Egidio) su cui il Comune dovrebbe intervenire per garantire un minimo di  decenza per non dire sicurezza. 

Bene che il Comune abbia individuato “interventi strutturali e risolutivi soprattutto sulle arterie  principali della città con completa ricostituzione del fondo stradale onde garantire opere  durature”. In via Vecchi invece si sono già formati dei dissesti dopo un paio di anni dalla  asfaltatura, dovuti al cattivo sottofondo, quindi speriamo che il Comune sia in grado di intervenire  di nuovo in maniera più duratura, oppure ci terremo un’arteria principale dissestata per altri sette  anni.  

Un discorso a parte merita via Fuori le mura, che sarebbe fra gli interventi di risanamento  programmati a breve. Trattandosi di una strada di particolare interesse storico, occorrerebbe un  progetto curato nei dettagli e nei materiali, intervenendo anche sul verde alla base delle mura e  pensando la strada come viabilità prevalentemente pedonale, adatta alle passeggiate e visite  turistiche, quindi con superficie e configurazione che rallenti il traffico veicolare. Occorre  progettare un’illuminazione adeguata all’uso pedonale e alla valorizzazione delle mura storiche,  concependo la strada come parte di quell’anello di verde che corre attorno alle mura urbiche, da  Porta Sant’Angelo alla Conca ed oltre. Una buona illuminazione va comunque assicurata per tutte le strade, dato che molte ne sono carenti, per garantire la sicurezza dei pedoni; questo merita un  discorso più approfondito e quindi ci dovremo tornare sopra. 

Il piano del Comune include anche (evviva!) i marciapiedi. Si dovrebbe parlare più  appropriatamente di percorsi pedonali, dato che i marciapiedi all’Elce in alcune strade proprio non  ci sono, ma è pur necessario e importante salvaguardare la mobilità dei pedoni anche dove i  marciapiedi mancano. I percorsi pedonali dell’Elce sono i più negletti tra tutti gli spazi pubblici:  uno dei peggiori è il tratto di via Beatrice che scende su via Vecchi di fianco all’Istituto Pieralli (dove parcheggiano in maniera più o meno selvaggia insegnanti e studenti), poi le scalette di via  del Pioppo (su cui peraltro si cammina piacevolmente tra villette e giardini privati), via Maribelli  lungo le antiche mura e via Elce di sotto. Per quest’ultime strade ci sarebbe da concordare una  sistemazione con l’Università includendo tutta quella viabilità che va da viale Faina a via  Innamorati a via Elce di sotto, fino alla Conca e all’imbocco di piaggia De Poi. C’è il percorso di cui  anche la stampa ha parlato poco tempo fa: quelle scalette che da via Innamorati scendono su via  Elce di sotto a fianco dell’ADISU e che sono chiuse da anni per lavori all’edificio universitario: un  motivo di più per ingaggiare l’Università in un discorso sulla viabilità (e parcheggi) all’Elce. Ci sono altre scalette chiuse da anni, come quelle da via Lorenzini alla rotatoria e adesso anche da  via Bonaparte Valentini a via Vecchi, per non parlare delle scale da viale Faina a piazza  dell’Università che l’Università tiene chiuse da decenni (altra domanda che il Comune dovrebbe  porre all’Università). 

Via Vecchi, la strada principale dell’Elce, può vantare i marciapiedi (o percorsi pedonali) più  squallidi della città, realtà grave soprattutto quando si parla di sicurezza e agibilità nel tratto che  continua con via Innamorati davanti alla scuola elementare Enzo Valentini, dove la sosta selvaggia  imperversa quando c’è l’uscita dei bambini, bloccando i marciapiedi che già sono stretti quando  non ci salgono sopra le auto. C’è da sperare che i lavori di ristrutturazione della Enzo Valentini  siano un’occasione per assicurare l’agibilità dei marciapiedi di via Vecchi e via Innamorati, dove va  tenuto conto delle alberature storiche con cui i marciapiedi devono coesistere. Stesso discorso per via Antinori di fianco alla chiesa, dove le auto in sosta bloccano il passaggio dei pedoni, che sono  costretti a camminare sulla sede stradale. Questa è una situazione esistente da decenni e non è  colpa della corrente amministrazione, ma il problema (che interessa tutto il fronte degli edifici  parrocchiali e della chiesa in quello che è il “centro” del quartiere) va affrontato nel quadro di un risanamento dell’Elce.  

I marciapiedi vanno protetti: in via Torelli, appena finiti i lavori di rifacimento, i marciapiedi sono  diventati parcheggio per le auto, un abuso di cui il Comune non si preoccupa, ma che, oltre al disagio per i pedoni, causa l’usura precoce dei cordoli e delle pavimentazioni. In conclusione chiediamo che: 

1) vengano completati tempestivamente i lavori programmati o in corso per il quartiere  dell’Elce; 

2) venga data priorità al risanamento e messa in sicurezza della viabilità pedonale, installando di norma dissuasori di sosta lungo tutti i marciapiedi; 

3) venga redatto un progetto particolareggiato per via Fuori le mura che tenga in  considerazione il carattere storico ambientale della zona”. 

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