Gioielli e segreti del Trasimeno al Museo della Pesca di San Feliciano

SAN FELICIANO – Si chiama “inganno” il punto in cui la rete, detta “tofo” si restringe e che non permette ai pesci di tornare indietro. Più “inganni” ci sono e più la pesca è assicurata. Passeggiando intorno al Lago Trasimeno si vedono spesso a pelo d’acqua dei paletti, proprio lì, accanto ai “tofi” si spera di tirare in barca persici, tinche, alborelle, scarole… Anticamente le reti erano di canapa fatte a mano dalle donne del lago, adesso sono in nylon. Al Museo della Pesca di San Feliciano, dai secoli scorsi ad oggi, c’è una narrazione che spazia dai rinvenimenti, alle tecniche di pesca, alla vita dell’intero lago. E’ di gran lunga interessante la spiegazione che riguarda gli aspetti della formazione geologica del territorio, ma molto eloquenti sono anche le descrizioni dell’ambiente biologico e vegetale.
Insieme a Federica Volpi, responsabile di gestione dell’area di Magione per Sistema Museo e al pescatore Rino, la visita si è trasformata in un viaggio esperienziale. Appena varcata la soglia del cancello è esposta, sotto a delle pensiline, una copia realizzata l’anno scorso di una barca che ha meno di cent’anni, probabilmente simile a quelle che si adoperavano nell’Alto Medioevo come si evince dallo Statuto del Comune di Perugia del 1342. Entrando nel museo, tra pubblicazioni varie e trascrizioni di epistole della poetessa del lago Vittoria Aganoor si accede nell’area dell’allestimento permanente in cui si possono scoprire le antiche modalità ricostruite in plastici realizzati minuziosamente.

Incanta la dimostrazione in plastico della pesca dei “tori” o “tuori” (termine medievale che significa rialzo, protuberanza): al centro del lago venivano poste a piramide fascine di quercia in cui tinche, lucci e anguille cercavano riparo dai rigori dell’inverno e venivano catturati con grandi reti da circuizione di canapa appese e palizzate di pali di cerro e di castagno che servivano a raccogliere il pescato lungo il perimetro dopo che le fascine venivano rimosse. Una pesca propizia, non solo per il Trasimeno, ma per tutte le città circostanti, infatti gli uomini non partivano per il fronte, non potevano arruolarsi in tempi di guerra, dovevano rimanere per pescare e provvedere all’economia della Regione.
In una vetrina troneggia la venere del lago, piccola riproduzione di una statuetta adesso esposta a Roma. Anche le ricerche su possibili canali di immissione ed emissione e piani di bonifica di Leonardo Da Vinci sono illustrate su pannelli.
La struttura museale dispone di una sala video e multimediale con le sedute dalla caratteristica forma a “barcone”, che possono ospitare circa 40 spettatori. Possiede moderne attrezzature multimediali per proiezioni e video conferenze. È utilizzata sia per le attività didattiche sia per eventi e incontri organizzati all’interno del Museo, con lo scopo di stimolare la conoscenza e il dialogo sui temi e sulle dinamiche culturali e artistiche che animano il territorio di Magione e del lago Trasimeno. Completa la raccolta un ricco archivio fotografico. Non mancano gli acquari con esemplari di pesci che adesso vivono nel lago.

Federica Volpi - Responsabile di gestione per Sistema Museo

Attualmente sono presenti tre mostre temporanee: “AM/FM”, di Massimo Dalla Pola e dell’autoctono Fabrizio Segaricci, a cura di Arianna Beretta di Circoloquadro , “About the Lake” di Gaetano Mongiardi, “21 giorni alla fine del mondo” fumetto scritto e ambientato proprio a San Feliciano e realizzato da Silvia Vecchini e Sualzo. Il resto dell’allestimento è permanente e si potrà visitare nel mese di agosto dal martedì alla domenica sia la mattina che il pomeriggio. Il Museo della Pesca è davvero fruibile da tutti, adulti e bambini, Federica Volpi ci tiene a sottolineare che “Per i più piccoli sono stati realizzati giochi e materiali didattici utili alla scoperta della flora e della fauna lacustri”.
Il momento più suggestivo è sicuramente la dimostrazione pratica del lancio del giacchio, rete antichissima ed ora tipicamente adoperata per la pesca nel Trasimeno, che dà il nome alla celebre festa di San Feliciano. E a detta di RinoLa vita del pescatore è dura, ma è meravigliosa e dà tante soddisfazioni. Ma, una cosa è certa, il lago è di tutte le persone, il segreto più grande è che cura tutti i mali, veniteci, ve ne accorgerete”.

 

Floriana Lenti: Floriana Lenti è una fervida lettrice e ama la musica. Pugliese di Taranto, vive a Perugia dove insegna italiano ed opera in ambito sociale. Curiosa, effervescente e testarda, ha sempre la battuta pronta.