Grande successo a Carsulae per "Non giocarti la testa col diavolo"

Riccardo Leonelli sulla locandina

CARSULAE – Un altro successo per Riccardo Leonelli dopo il cortometraggio Taxi arriva con Non giocarti la testa col diavolo, spettacolo teatrale tenutosi al teatro romano di Carsulae venerdì 21 agosto alle 20.45 come secondo appuntamento della stagione CarsulaeTeatro 2020.
Chiamare questo piccolo gioiellino spettacolo teatrale è riduttivo, si tratta infatti di una vera e propria fusione tra teatro, cinema e letteratura. Cinque racconti di Edgar Allan Poe, che partendo da un comico intriso di umorismo nero arrivano al cuore e alla fama dell’autore con personaggi ossessionati dalle loro manie che vivono in un modo in cui quello che è vero per loro è solo una realtà soggettiva, allucinata e a tratti malata.

scene dai primi due episodi, “Gli occhiali” e “Non giocarti la testa con il diavolo”



Come per molte opere contemporanee lo spettatore si trova davanti ad una struttura semplice, che tuttavia esalta e lascia percepire ancora di più questa sorta di percorso alla rovescia, una purificazione al contrario, invece di uscire dalla follia si cade sempre di più nell’abisso, come si evince anche dai personaggi portati in scena. Si inizia con il miope protagonista de Gli occhiali per arrivare all’assassino de Il cuore rivelatore, passando per l’amico di Toby Dammit da Non giocarti la testa con il diavolo e per il giovane Egaeus da Berenice. Quattro protagonisti, quattro monologhi differenti, una spigliatezza tutta giovanile, depressione, sciocchezza e l’apologia di un matto, eppure tutti legati indissolubilmente da un filo conduttore che l’interpretazione dell’artista a ben evidenziato: la fissazione.
scene dalla seconda parte dello spettacolo, “Berenice” e “Il cuore rivelatore”



Ogni abito e piccolo dettaglio dava la possibilità di percepire questa monomania persistente, dalla più innocente fino ad arrivare alla più malata, il non voler indossare gli occhiali, il riportare Toby Dammit sulla retta via, i denti di Berenice e l’occhio da avvoltoi di un vecchio. A separare le prima parte dello spettacolo, caratterizzata da un persistente umorismo macabro, dalla seconda, malata e oscura, c’è un quinto racconto di Poe. Un’appropriato e ben riuscito richiamo al Coronavirus e alla situazione attuale, una storia che allo stesso tempo cambia il ritmo e si stacca in parte dalle altre quattro, ma che contemporaneamente si avviluppa sapientemente alla struttura dell’opera teatrale divenendo una sorta di intermezzo che intermezzo non è, un colpo di pendolo d’ottone e Riccardo Leonelli, che qui diviene narratore, porta lo spettatore ne La maschera della morte rossa.
scene de “La maschera della morte rossa”



Oltre però al teatro e alla letteratura c’è una terza arte che entra in gioco in Non giocarti la testa col diavolo, l’arte cinematografica. A causa del Covid-19 non è possibile avere molti attori sul palco, ebbene il problema è presto risolto con i camei, un dettaglio che va tanto di moda nelle pellicole, ma poco sfruttato dal teatro. Una soluzione ben riuscita a giudicare dal risultato finale, sia in formato di proiezioni che in carne e ossa. Uno stratagemma che oltre a regalare un tocco diverso e nuovo allo spettacolo permette di portare in scena Berenice stessa, le voci nella testa di Egaeus, le danze che dividono e diversificano La maschera della morte rossa dal resto grazie ai movimenti aggraziati e allo stesso tempo moderni della giovane danzatrice Mia Venezi e addirittura un diavolo in bianco e nero interpretato su schermo da Sergio Petrucci. Un piccolo tocco di classe che gli amanti del cinema non potranno non apprezzare si trova anche nelle citazioni a famose pellicole; chi non conosce la battuta “…e venne venduto a trance al mercato rionale” oppure la colonna sonora di Dracula di Francis Ford Coppola, sopra alla quale il personaggio interpretato dall’artista si troverà ad impazzire nell’esatto momento in cui nel film del 1992 impazzisce il conte. Piccoli tocchi di stile, dettagli curati alla perfezione, un grande esercizio di memoria e una diversificazione dalle altre opere fanno di questo spettacolo un’imperdibile appuntamento teatrale.
Riccardo Leonelli e Mia Venezi

Da apprezzare inoltre anche se non strettamente inerente alla recitazione l’umiltà e la genuinità dimostrate alla fine da Riccardo Leonelli che con una naturalezza impressionante a fatto qualche battuta col pubblico e a ringraziato tutti, e proprio tutti, coloro che hanno partecipato alla realizzazione.
Foto di Roberto Bertolle

Riccardo Regi: Direttore di Vivo Umbria, Perugino, laureato in Lettere, giornalista professionista dal 1990, vice direttore dei Corrieri Umbria, Arezzo, Siena, Viterbo, Rieti per 18 anni.