Il caso “avvocati vaccinati” ora scatena la battaglia delle priorità fra le categorie

PERUGIAUn fiume in piena che può essere arginato solo da una calendarizzazione immediata, pubblica e trasparente con accanto categorie interessate, mese, giorno, ora, vaccino assegnato.

Il caso degli avvocati vaccinati di domenica ha scatenato stamattina la presa di posizione della vice presidente dell’assemblea regionale Simona Meloni che ha posto in alternativa ai togati i 300 supplenti ordinari della scuole per garantire continuità d’insegnamento. Ora registriamo la posizione del capogruppo regionale M5S Thomas De Luca (nella foto di copertina) che, invece, chiede di “mettere in sicurezza i lavoratori della grande distribuzione organizzata e del commercio dei beni primari. Garantire il vaccino alla cassiera, al macellaio, all’addetto banconista e caricamento merci”.

De Luca aggiunge: “Per includere queste categorie di lavoratori dei servizi essenziali avevamo presentato un emendamento che era stato anche approvato dall’Assemblea legislativa dell’Umbria. Grazie a quell’emendamento venivano considerati alla stregua di medici veterinari, personale del servizio sanitario nazionale, odontoiatri, psicologi e farmacisti. Una battaglia che abbiamo ritenuto sacrosanta per tutelare chi dal primo giorno lavora in prima linea garantendo la distribuzione alimentare, alternandosi in turni estenuanti anche in pieno lockdown. Dietro al bancone o accanto allo scaffale, gli addetti della grande distribuzione e del commercio hanno sempre dato un grande contributo a supporto della cittadinanza. Rassicurando con la loro professionalità gli italiani che anche nei momenti più gravi hanno sempre potuto fare la spesa e acquistare beni di prima necessità”.

“Per questo – spiega De Luca – avevamo deciso di impegnare la Giunta regionale ad includere questi lavoratori nella fase assegnata della campagna vaccinale. Peccato che nella realtà questo emendamento ancora oggi venga completamente disatteso. Non riusciamo proprio a capire in virtù di cosa il commissario D’Angelo abbia deciso di dare il via alla vaccinazione di altre categorie, sostenendo peraltro che il caos che si è verificato in alcuni punti vaccinali della regione sia stato causato da ‘poche prenotazioni e tante disdette’. È normale e sacrosanto che se la giunta decide di vaccinare i magistrati, anche gli avvocati reclamino lo stesso diritto. Ma il fatto che i vaccini in Umbria vengano somministrati in maniera casuale, senza rispettare le priorità indicate sulla base di parametri oggettivi, rischia di creare una guerra tra categorie di cui in questo momento non sentiamo il bisogno. Proprio per non sprecare vaccini – conclude Thomas De Luca – e dare priorità alle persone fragili, avevamo proposto le liste di riserva prendendo ad esempio il modello Lazio, proposta che è stata completamente ignorata. Se l’organizzazione e la comunicazione della Regione si basa su un sms inviato la sera prima per la mattina dopo, non possiamo certo sperare di garantire la vaccinazione nei tempi previsti. Riteniamo che mettere in sicurezza i lavoratori che operano in settori primari come la distribuzione alimentare e dei beni primari essenziali sia una priorità. Altrettanto importante è risolvere i gravi ritardi nell’inoculazione dei vaccini Pfizer tra le categorie fragili e gli over 80”.

Riccardo Regi: Direttore di Vivo Umbria, Perugino, laureato in Lettere, giornalista professionista dal 1990, vice direttore dei Corrieri Umbria, Arezzo, Siena, Viterbo, Rieti per 18 anni.