Il castello di Labro che si specchia sul lago di Piediluco memoria dei Nobili Vitelleschi

Veduta di Labro

RIETI – Sulla rivista di cultura Bell’Italia di novembre tre pagine dedicate a Labro e il suo territorio naturalmente il castello Nobili Vitelleschi. Uno spaccato sul borgo medievale rimasto intatto e mantenuto nella sua originalità. Centro culturale della Sabina, posto sul confine tra le province di Terni e Rieti. Si affaccia sullo splendido specchio d’acqua del lago di Piediluco e sullo sfondo la catena montuosa del Terminillo. L’articolo è completato da bellissime foto che evidenziano panorami stupendi.

Veduta di Labro

Vale la pena avventurarvi e scoprire molti fatti storici importanti riferiti non solo alle origini del paese ma anche alle sue attrattive artistiche. Il paese arroccato sul colle culminante con il castello, mura e torri. Il tutto si fa risalire ai secolo IX-X.

Nel 956 Aldobrandino de’ Nobili ricevette l’investitura del borgo di Labro  e di altri dodici castelli da Ottone I di Sassonia; territori posti tra il ducato di Spoleto e Rieti. Lo stesso imperatore diede lo stemma alla famiglia raffigurante un’Aquila coronata e sotto un pesce: l’Aquila rappresentante il Sacro Romano Impero mentre il pesce il dominio sulle acque del territorio.

Stemma della famiglia de’ Nobili

Il castello  in origine, era composto da un alta e possente torre quadrata, mura e altre sette torri.

Labro, vista della Torre e Castello

Nel 1498, in effetto della scomunica inflitta da Papa Sisto IV in quanto Giovanni De Nobili uccise un sacerdote, alla famiglia fu distrutta la torre e parte del borgo. Di conseguenza, a posto della torre fu edificata una chiesa.

Labro, torrione cilindrico lungo le mura

Giordano De Nobili edificò sulle mura la chiesa e la nuova residenza. Un grande archivio e all’interno delle sale del Castello. Qui, in base ad alcuni studi svolti nel ª opera di un notaio Ippolito Tabulozzi, si fa risalire l origine  della famiglia addirittura dei longobardi. Qui negli antichi documenti si evidenzia la storia del territorio e della stessa famiglia. Risulta anche un certo Pandolfo che mori in una battaglia nel 1624  seguito di Re Manfredi, figlio di Federico II di Svevia. Ma anche nel 1624 ci un un altro importante evento come il matrimonio di Giordano De Nobili con Virginia Vitellesci ultima di questa casata. Quindi, i discendenti assumeranno il cognome di Nobili Vitelleschi.

Labro, interni delle sale del Castello Nobili Vitelleschi

I locali del castello sono completamente arredati con pezzi unici e originali tramandati da generazioni. Camere per pernottamento e locali adibiti ad eventi.

Qui visite guidate a cura degli eredi. Ma anche la chiesa Collegiata di Santa Maria Maggiore risalente al XV sec edificata dal Cardinale Colonna vescovo di Rieti l’undici febbraio del 1508. Interessante al suo interno un affresco raffigurante l’ Annunciazione del XVI secolo, un fonte battesimale in pietra del XV secolo.

Labro, stemmi dei Nobili Vitelleschi

Ma Labro annovera anche altre chiese come quella dedicata alla Madonna della neve presso il cimitero del XV secolo; la chiesa della Madonna della Luce XV sec. nell’omonima località; oratorio di Sant’Anna XVIII – XIX sec della famiglia Coletti – Rossetti. Insomma non ci mancheremo di un soggiorno a Labro per ritemprarci il corpo e lo spirito.

Carlo Favetti: Nato a Ferentillo, ho pubblicato saggi d'arte, volumi di storia e libri di poesie. Ho collaborato con il Corriere dell'Umbria dal 1998 al 2010 e poi con il Il Giornale dell'Umbria. Nel 1993 ho fondato l'associazione culturale Alberico I Cybo Malaspina.