Il figlio onnipotente in "Nostalgia di Dio" (o nostalgia di casa) al teatro degli Illuminati di Città di Castello

CITTA’ DI CASTELLO – La tournée di Nostalgia di Dio dove la meta è l’inizio, si chiude in Umbria, venerdì 28 febbraio, alle 21, al Teatro degli Illuminati di Città di Castello e al teatro Caio Melisso di Spoleto con due repliche, sabato 29 febbraio, alle 21 e domenica 1 marzo, alle 17.
Lo spettacolo prodotto dal Teatro Stabile dell’Umbria, in coproduzione con il Teatro Metastasio, è scritto e diretto da Lucia Calamaro, drammaturga, regista e attrice il cui talento e l’originale identità hanno conquistato critica e pubblico in Italia e all’estero, ed è interpretato da Alfredo Angelici, Simona Senzacqua e dagli attori umbri Cecilia Di Giuli e Francesco Spaziani.
 

 
Nostalgia di casa. Questo potrebbe essere l’altro titolo di questo spettacolo, – scrive Lucia Calamaro – in quanto per me, la casa sono gli affetti, e gli affetti sono l’unica dimensione rimasta che mi rapporti al sacro. Nel bene voluto, risiede il mistero. E’ nel legame, nel bisogno dell’altro, la meraviglia. C’è lì, nella casa, un’energia invisibile ma concreta, inafferrabile e solida: io so che c’è, anche se non la vedo. Ed è una delle poche cose certe che ho.
Ogni volta che torno a casa, io mi sento come se tornassi all’infanzia. Ma non a una fase qualunque dell’infanzia, ma alla fase dell’onnipotenza, quella dei primissimi anni.
A casa mia, in questo habitat benevolo, io credo di potere tutto e una parte di me, bambina, si rilassa, si libera, respira e si sparge in giro.
Forse questo passaggio succede a tutti, quando tornano a casa. O forse no. Forse è una dimensione del nostos, del ritorno dell’Eroe. Chissà. Non so, non saprei, ma mi piace pensarlo.
Il mondo ci limita, la casa ci accoglie e ci espande. Ed è in questa fioritura potente e affettuosa, che nascono i figli.
Che sono per me l’altra domanda su cui si annoda, senza scioglierla, questo spettacolo. I figli da piccoli in particolare, in quanto piccoli Dei onnipotenti.
Influenzata dalla favola che ci hanno raccontato, illustrata dalle infinite madonne con bambino, il mio immaginario cattolico infantile – che è l’unico che ho, come probabilmente molti di noi che poi da grandi hanno lasciato perdere- si è ancorato lì. E’ lì, prima dei 10 anni, su quelle immagini, che l’impressione indelebile mi si è formata: quella di un Dio bambino, visto dalla prospettiva della madre.
 

 
Insomma Dio, per me, è più un figlio che un padre. Un figlio se non proprio dio quantomeno onnipotente. Questo è secondo Freud quello che tutti noi siamo per un breve periodo. Come non volerci tornare?
Nostalgia di Dio quindi si muove in questo strano crocicchio tra la nostalgia di casa e la nostalgia dell’infanzia onnipotente, che mi è maturato dentro ultimamente, senza capirlo ancora del tutto.
Tutti i bambini sono figli. Dio è un bambino. Dio è un figlio. Tutti i figli sono Dio? Chissà. Comunque sia, una cosa si sa: per le madri, i figli, non crescono mai.”
Si può prenotare telefonicamente, al Botteghino Telefonico Regionale 075/57542222, tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20. I biglietti prenotati vanno ritirati mezz’ora prima dello spettacolo, altrimenti vengono rimessi in vendita. E’ possibile acquistare i biglietti anche on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it.
 
 

Redazione Vivo Umbria: