Il lips and tongue, linguaccia dei Rolling Stones, compie 50 anni

PERUGIA – Anche la prossemica cambia, segue l’andamento delle convenzioni sociali e soprattutto nell’era Covid è irreggimentata da precise regole, almeno un metro di distanza dal proprio interlocutore. Ma la prossemica – come spiegato già in un articolo pubblicato dal Gruppo Corriere – cambia anche attraverso il passaggio tra le varie latitudini e allo scorrere del tempo.
Così insieme ai costumi è soggetta a variazioni a volte sorprendenti. Come ad esempio il gesto delle corna che dall’antica tradizione italiana e in particolare partenopea, fu mutuato dalla cultura hippie a indicare amore, utilizzato per la prima volta nel film dei Beatles “Yellow Submarine” e da allora reiterato migliaia di volte da pop e rockstar. Ma proprio nell’ambito della musica e più specificamente del rock, c’è un logo, un simbolo che nel corso del tempo si è trasformato in un gesto che affonda le radici agli anni Settanta e che a cominciare dalla seconda decade del nuovo millennio è stato usato, più spesso abusato, come cenno di irriverenza, di ribellione rispetto ad uno status o a una richiesta, come messaggio di trasgressione.
Il logo ha una storia lunga. Fu inventato 50 anni fa. La celebre bocca rossa dei Rolling Stones con la linguaccia, fu disegnata nel 1970 e comparve per la prima volta all’interno della copertina dell’album Sticky Fingers, che la band di Mick Jagger ha ripubblicato, in una versione deluxe con versioni rivisitate dei brani più iconici. Il logo “lips and tongue” è nato dalla matita di John Pasche, uno studente del Royal College of Art. Due furono gli elementi che ispirarono la fantasia del designer: la bocca larga di Mike Jagger e il riferimento ad un elemento molto lontano culturalmente dall’Occidente che però in quei tempi scopriva e o riscopriva il fascino dell’Oriente. L’immaginazione di John Pasche si lasciò trasportare dalla bocca “importante” del cantante della rock band e dalla lingua della dea indiana Kali. Kali è forse la Dea più nota del pantheon induista, è la dea dell’energia femminile attiva e dirompente, dalla potenza inarrestabile, erede dell’antica dea della morte e della trasformazione che appare nelle sue raffigurazioni con la stessa irriverente linguaccia a indicare la sua aggressività. Tornando ai Rolling Stones e al lips and tongue, Il logo fu pagato al giovane designer soltanto 50 sterline, a cui se ne aggiunsero poi altri 26mila nel 1984 per i diritti.

Nel 2008, il solo bozzetto originale è stato venduto al Victoria and Albert Museum di Londra. Nel corso degli anni, il gesto della linguaccia è stato più e più volte usato da vari personaggi, ma, uno su tutti, Albert Einstein fu quello che lo sdoganò definitivamente dall’ambito rock. La foto che ritrae il famoso fisico con la linguaccia fu scattata durante il suo 72esimo compleanno quando un gruppo di fotografi e reporter gli dissero di mostrare un sorriso. Non volendone sapere di mostrare un altro sorriso ai rumorosi media, fece una linguaccia e subito dopo girò il volto. ma inaspettatamente, il fotografo Arthur Sasse premette il pulsante di scatto nel momento giusto e realizzò la fotografia più influente della sua carriera tanto che questa foto venne battuta all’asta per la cifra di 72.300 dollari, facendola diventare la foto più cara che ritrae Einstein che sia mai stata venduta. Ma a distanza di anni la linguaccia è diventata di dominio pubblico soprattutto nell’ambito della musica e dello spettacolo.
Nella carrellata di foto che alleghiamo all’articolo, possiamo vedere Alex Del Piero, Ilary Blasi, Antonella Clerici e anche Federica Pellegrini prendersi gioco dei fotografi spesso associando il lips and tongue alle corna. Come dire, il massino della prossemica trasgressiva. Ora lo storico logo dei Rolling Stones è entrato a far parte della collezione del Victoria and Albert Museum di Londra. L’opera è stata acquistata con il contributo della fondazione The Art Fund (che ha fornito metà del denaro) per la ragguardevole cifra di 92.500 dollari.
 

Claudio Bianconi: Arte, cultura, ma soprattutto musica sono tra i miei argomenti preferiti. Ho frequentato il Dams (Scienze e Tecnologie delle Arti, dello Spettacolo e del Cinema). Tra i miei altri interessi figurano filosofia; psicologia archetipica; antropologia ed etnologia; fotografia-video; grafica, fumetti, architettura; viaggi.