Il mondo dei vegetali: viaggio nell’Umbria più bella alla scoperta di esseri viventi inimmaginabili

FOLIGNO – L’Umbria questa sconosciuta, verrebbe da dire. Sfogliando le pagine del libro “Piante vascolari dell’Umbria. Notizie storiche sulle divisioni dei vetegali” firmato da Ettore Orsomando e edito in tandem dalla Fondazione Maria Sofia Giustiniani Bandini e Accademia Fulginia, emerge infatti una regione ancora tutta da apprezzare dal punto di vista naturalistico grazie ad una pubblicazione decisamente singolare per il carattere didattico-divulgativo senza mancare al rigore scientifico, e che vuol essere un mezzo per fare apprezzare, rispettare e possibilmente anche amare queste creature verdi.

“Vascolari” è un vocabolo riferito alle piante ancora poco familiare per i non addetti ai lavori e per questo il libro – indirizzato al mondo della scuola, agli appassionati di piante spontanee e a tutti coloro che sono interessati all’Umbria – è un ideale compagno per avventurarsi alla scoperta dell’ambiente regionale, dove pur mancando il mare abbondano entità botaniche tipicamente mediterranee. “L’Umbria, per la pluralità e complessità ecologica dei micro e macro-ambienti presenti dalle quote più basse come le pianure intorno ai 200 metri, a quelle più alte come le cime inferiori ai 2.500 metri, possiede un patrimonio floristico molto interessante – spiega il professor Ettore Orsomando – infatti, sebbene la biodiversità botanica non sia numericamente elevata rispetto a quella di altre regioni italiane, si contraddistingue per la presenza di specie rare a livello appenninico, di entità paleoterziarie e anche di entità la cui origine è strettamente connessa alle glaciazioni quaternarie, definite neoendemismi post-glaciali”.

Il libro, di 210 pagine e diviso in due parti, illustra attraverso riproduzioni fotografiche e disegni a colori oltre 370 specie tra entità erbacee, arbustive e arboree, la maggior parte delle quali sono facilmente osservabili nelle diverse stagioni poiché diffuse su larga parte del territorio umbro. Altre specie si contraddistinguono per essere poco note poiché crescono in ambienti molto circoscritti, per lo più impervi e non sempre agevolmente raggiungibili, o perché poco appariscenti per le minute dimensioni, o perché ormai scomparse dal territorio umbro per cause antropiche. Le immagini di queste ultime in particolare potranno essere sicuramente apprezzate anche dai botanici più esperti.
“Il libro non è un tipico ‘fotoatlante’ realizzato secondo canoni classici di botanica sistematica che prevedono la rappresentazione delle specie e sottospecie in categorie ordinate (divisione, classe, ordine, famiglie e generi) – puntualizza il professor Orsomando – ma vuol essere un mezzo che facilita il rapido riconoscimento della specie. E’ munito di parti fotografate (fiori, foglie e altri organi), di notizie didascaliche unitamente al nome scientifico latino, secondo la nomenclatura binomia internazionale, e all’habitat ecologico preferito. L’intento è di fornire notizie biologiche e corologiche su ciascuna specie”.

La parte prima del libro inizia con la narrazione su come conoscere le piante attraverso la storia delle divisioni tassonomiche filo-evolutive che si sono succedute nel corso delle ere geologiche, ossia, in altre parole, su come nel corso dei tempi dai vegetali unicellulari primitivi legati alla vita acquatica si sia arrivati in tre-quattro miliardi di anni alle piante terrestri pluricellulari organizzate in milioni e milioni di cellule distribuite in apparati, organi e tessuti specializzati, e continua con la presentazione di 74 tavole illustrative, ciascuna composta da 4 foto di piante appartenenti ad ambienti ecologici o tipologie floristiche diversi. Si tratta di sequenze di piante native o indigene dell’Umbria e di alcune esotiche inselvatichite e naturalizzate, introdotte dall’uomo volutamente o accidentalmente e difficili da considerare ancora, sotto l’aspetto floristico, come piante straniere.
La seconda parte, dopo alcune specificazioni botaniche sulle piante vascolari, tratta i principali gruppi di piante e i loro scenari terrestri supportati da immagini fotografiche che ne semplificano l’inquadramento tassonomico attraverso due semplici schemi, uno inerente le divisioni sistematiche delle tallofite e delle cormofite e l’altro sussidiario relativo alla scala dei tempi geologici. La ricostruzione storica è poi comprovata dalla presenza dei paleotronchi nella Valle del Tevere (Dunarobba e Marsciano) e, soprattutto, dalle analisi palinologiche, ossia ottenute dai pollini e spore fossili estratti dai depositi sedimentari a Colfiorito, al Pian Piccolo di Castelluccio di Norcia, a Pietrafitta e altre località umbre un tempo fondo di piccoli o grandi specchi lacustri. Tali analisi hanno permesso di ricostruire il paesaggio forestale e il clima dell’Appennino umbro-marchigiano degli ultimi 20.000 anni, nonché gli avvenimenti inerenti alla presenza e alle varie attività svolte dall’uomo.

L’autore. Ettore Orsomando è nato a Foligno nel 1940, laureato in Scienze Naturali presso l’Università di Camerino dove dal 1° gennaio 1962 ha iniziato la carriera botanica universitaria tenendo le esercitazioni pratiche di Botanica generale e di Botanica farmaceutica, assumendo poi la titolarità degli insegnamenti di Geobotanica, Fitogeografia e di Valutazione di impatto e incidenza ambientale fino al pensionamento nel 2010. Ha proseguito e terminato la carriera botanica nello stesso Ateneo, come professore a contratto, fino all’anno accademico 2013/2014. E’ autore o coautore di numerose pubblicazioni scientifiche e di scritti divulgativi e didattici incentrati sulla flora, sulla vegetazione – soprattutto delle zone umide – e sulla cartografia geobotanica.

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