Il passato ci appartiene e ci avvolge

Quanto è stato costruito nel passato non si può cancellare, forse dimenticare, ma tutto quello che è stato prodotto dalla creatività umana è una testimonianza fondamentale dell’evoluzione della specie, della quale non ne possiamo fare a meno per la ricerca della verità e della conoscenza.
Anche quello che sto scrivendo, ogni lettera che segno sulla carta, una dopo l’altra, diventano tracce indelebili.
Il passato è il frutto della nostra vita, che nasce con noi e muore con noi.
Ma viene tramandato a chi viene dopo di noi, che ha così la possibilità di agganciarsi alle nostre esperienze e dare continuità ad un percorso che diventa in questo modo diverso da quello dei predecessori.
L’uomo è un costruttore di passato e vive in una dimensione che si sedimenta e che si può modificare, stravolgere, migliorare o anche peggiorare.

Queste riflessioni valgono solo per la vita umana?
No, sono le leggi della natura che riguardano tutti gli esseri viventi.
Ciascuno lascia le proprie tracce, ma quelle dell’uomo si distinguono perché la specie umana è dotato della ragione e della capacità di creare.
Mentre tutto nel cosmo è sottoposto all’evoluzione temporale, tutto ha un inizio e una fine, e tutto è in continuo cambiamento.
Ritornando al pensiero e alla creatività umana, spesso si scontra con i fenomeni naturali e non sono cose da poco, ma un fatto è certo, che ogni attimo, ogni secondo, tutto muta inesorabilmente, sia in noi che al di fuori di noi.
L’uomo è dunque il prodotto di ciò che è stato, al punto che si può affermare che il passato gli sta appiccicato addosso come un’ombra, e questo per alcuni certe volte può rappresentare un limite, tanto che mi risulta che in alcune scuole d’arte si consiglia agli allievi di dimenticare il passato.
Ma si adatta bene a loro l’aforisma “Chi sa, fa. Chi non sa, insegna”, di George Bernard Shaw.
Del resto i grandi artisti del Rinascimento, dopo gli anni bui che si sono succeduti alla caduta dell’impero Romano hanno ricominciato a fare arte producendo cose meravigliose, studiando la grande arte greco-romana, etrusca nei reperti che affioravano dai lavori agricoli e dagli scavi nelle campagne circostanti le ville dei Medici, messi in bella vista nei loro giardini.

È noto che Raffaello, Michelangelo, e altri grandi artisti, a Roma si inoltravano con lanterne in stretti sentieri per prendere coscienza e studiare gli affreschi e le decorazioni della Domus Aurea di Nerone a quel tempo sotterrata da un cumulo di macerie.
Per concludere, noi viviamo nel passato, dal quale, sia recente, che secolare, non possiamo disfarcene, perché, come ho detto, ci segue come un’ombra.
Tante sono le testimonianze del tempo che è stato e che appartiene a noi come ai nostri avi.
La nostra casa è passato, anche quello che c’è dentro, i vestiti che indossiamo, il lavoro che facciamo, tutto ciò che si produce, e così via.
Il passato è dunque qualcosa che chiude e ingloba tutto e rappresenta l’universo in cui viviamo.
Questo ammasso di vissuto avrà un’origine?
Gli scienziati dicono che tutto ha avuto inizio con il Big Bang, dal quale si è generato lo spazio e il tempo.
Ma avrà una fine? E la sua fine sarà la meta o un nuovo inizio? Perché?
Forse la scienza ci dirà qualche cosa.
Per ora sappiamo che senza passato e senza ombre non possiamo esistere.

Franco Venanti: Artista, Uomo, Pensatore a 360 gradi