Isuc, i sette precari restano tali e Valter Biscotti non è ancora stato nominato: il Pd chiede risposte alla giunta

PERUGIA – Si torna a parlare di Isuc e soprattutto della sorte dei sette precari che attendono ancora di sapere, visto il commissariamento in atto dell‘Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea ormai da mesi, attraverso i consiglieri regionali del Partito democratico Simona Meloni, Tommaso Bori e Michele Bettarelli che chiedono alla giunta regionale di trovare le risorse necessarie piuttosto che “perdere tempo – affermano polemicamente- per stabilire l’ammontare dei compensi del nuovo Commissario”.
“Il 21 aprile scorso – ricordano i tre consiglieri Dem – l’Istituto è stato commissariato al fine di avviare un processo di ridefinizione di ruoli, modalità operative e assetti istituzionali. Pochi giorni dopo, senza coinvolgere né l’Assemblea legislativa, da cui l’ISUC dipende, né i soci dell’istituto, la maggioranza di governo ha individuato in Valter Biscotti, il nuovo Commissario, salvo non formalizzarne ancora oggi la sua nomina, forse per la difficoltà a dovergli riconoscere un compenso importante che, a norma di legge, ammonterebbe fino ad un massimo del 70 per cento dello stipendio di un dirigente regionale”.
“Comprendiamo – affermano – l’imbarazzo della Giunta Regionale a dover stanziare risorse importanti per un Commissario, quando potevano essere destinate al funzionamento dell’ente e alla stabilizzazione dei precari, tanto più, tenuto conto, che poteva essere attribuito un interim a costo zero a un dirigente regionale, così come successo in passato, nel caso del Commissario dell’Aur”.
Questa impasse – secondo i consiglieri dem – potrebbe portare alla chiusura dello stesso istituto, qualora non risolta entro i tempi previsti da regolamento, che scadono a giugno. Chiediamo pertanto alla Giunta di chiarire quale sarà il ruolo del futuro Commissario e quali saranno le attività e gli indirizzi strategici che egli vorrà assegnare all’Istituto per la Storia dell’Umbria contemporanea e a fronte di quale compenso, con la speranza che non comprometta definitivamente la salvaguardia occupazionale dei sette ricercatori precari”

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