La Crocifissione “nascosta” del Perugino diventa high tech

ASSISI – La Crocifissione “nascosta” del Perugino è ora anche in versione high tech: è stata realizzata da Archimede Arte .L’opera, che si trova nel retro della Porziuncola di Santa Maria degli Angeli, può essere apprezzata in 3D nei minimi particolari attraverso il web, grazie alla piattaforma www.perugino2023.org.

 

Attraverso la piattaforma si può, inoltre, navigare un intero catalogo digitale nel quale sono presenti tutte le circa 200 opere realizzate dal Perugino durante la sua lunga e fruttuosa carriera artistica, oltre alle schede di tutti i musei, gli enti e le chiese che a livello globale le custodiscono.

STORIA DELL’OPERA

L’affresco rappresenta una Crocifissione: alcune donne sorreggono Maria vinta dal dolore della morte del figlio, sullo sfondo le gambe di un uomo crocifisso, nel lato destro Francesco inginocchiato ai piedi della croce. Venne realizzato dal Perugino intorno al 1486, nella parete esterna della Porziuncola, che facendo parte del coro venne abbattuta nel 1569, in occasione dell’avvio dei lavori per la nuova monumentale Basilica.

Lo eseguì su commissione di Antonia di Simone. Dal testamento della donna, sappiamo che Antonia destinò diciotto fiorini alla realizzazione di un’opera di grandi dimensioni per la quale è incaricato Perugino. Il modello iconografico scelto dal pittore per questo affresco risulta essere strettamente locale, ovvero la Crocifissione di Pietro Lorenzetti nella Basilica Inferiore di Assisi, reinterpretata in chiave rinascimentale; tuttavia, del progetto complessivo oggi mancano alcune figure tra cui dei soldati e degli astanti a cavallo. Rimangono, invece, la base della croce su cui si trovava Cristo, del quale si intravede una gamba, la Vergine sorretta dalle Donne, la Maddalena, San Francesco che abbraccia la croce, due soldati a cavallo e degli spettatori, probabilmente sacerdoti, insieme ad un bambino. L’opera è stata fortemente ridipinta nel 1832; successivamente, un restauro moderno ha permesso, eliminando le aggiunte non pertinenti all’originale, di poter leggere la scena nella sua primitiva stesura.

 

Redazione Vivo Umbria: