La Gaita San Giorgio scende in pista per il banchetto medievale di Bevagna

BEVAGNA – Oltre quattrocento commensali, un banchetto medievale per celebrare “Virtù d’erbe e di incanti”. Quello che si prepara ad andare in scena stasera, sabato 25, nel cuore di Bevagna, è un convito frutto di un grande lavoro di squadra, quest’anno in mano alla Gaita San Giorgio che, grazie ad un corposo gruppo di volontari, darà vita al tradizionale appuntamento organizzato dall’associazione Mercato delle Gaite, patrocinato dal Comune di Bevagna e sostenuto dal GAL Valle Umbra e Sibillini. Un evento che segue un rigore scientifico, grazie agli approfondimenti e ai riferimenti storici dai quali prende spunto, così da portare in scena anche stavolta un appuntamento di altissima qualità.

HANNO DETTO

“Siamo molto onorati di essere gli organizzatori del banchetto medievale 2024 – spiega Federico Fondacci, Console della Gaita San Giorgio -. Era dal 2013 che la nostra Gaita non lo organizzava, quindi, quest’anno abbiamo di nuovo rimesso in forze tutti i volontari del Mercato delle Gaite e della Gaita San Giorgio per poter offrire un bello spettacolo e un’ottima cena a chi sabato 25 maggio verrà a condividere questo momento speciale nella splendida piazza Silvestri di Bevagna. Uno sforzo enorme che coinvolgerà per la parte teatrale, musicale (a cura dei Musicanti Potestatis) e della danza circa settanta volontari, fra i quali cinquanta donne. Una scelta legata anche al tema del banchetto che porterà in luce la figura della donna in quel periodo. Un modo per dare voce a quelle figure femminili che nel Medioevo, appunto, furono poi ingiustamente accusate di essere fattucchiere, streghe e alle quali vennero affibbiati ben altri epiteti. Il banchetto sarà incentrato sulle erbe, i medicamenti, ovvero su quello che le donne, nel periodo di riferimento, avevano a loro disposizione e conoscevano”. Il menu sarà, dunque, tratto dai ricettari dell’epoca, arricchito per l’occasione da queste erbe dalle proprietà terapeutiche e medicamentose.

“Si tratta di una serie di pietanze ispirate dal libro ‘Per virtù d’erbe e d’incanti. La medicina delle streghe’ della scrittrice Erika Maderna – spiega ancora più nel dettaglio il Console –, tanto che nella realizzazione abbiamo coinvolto la stessa scrittrice e la casa editrice. Quando si pensa al Medioevo è facile scadere nel luogo comune dell’epoca delle streghe. In realtà, nel nostro periodo storico, ancora l’inquisizione non c’era e i processi erano laici e non ecclesiastici, ma sicuramente il seme di quella che poi diventerà la caccia alle streghe già stava germogliando, come risposta a quelle donne che detenevano saperi spesso riservati agli uomini”. Un banchetto che in realtà si ispira anche ad una storia vera.

“Proprio per questo siamo partiti da uno dei primi processi documentati, quello di Riccola di Puccio da Pisa, bruciata sul rogo nel 1347 a Perugia perché accusata di essere una ‘fattucchiera’ e una preparatrice di veleni e incantamenti a pagamento. Partendo da questo evento abbiamo cercato di ricostruire le voci delle donne dell’epoca restituendo una vicenda collettiva e non di una sola donna. Molte delle frasi e degli incantamenti che sentiremo sono tratte da tanti ricettari di guaritrici diverse, quindi sentiremo in un certo senso ‘le loro voci’, e le forze femminili della Gaita che andranno in scena saranno tante e di tutte le età. Come detto, è un processo laico e non ecclesiastico, per quelli ci sarà da aspettare ancora qualche anno. Non viene direttamente condannata a morte, ma le viene imposto di pagare una cifra esorbitante che chiaramente non può permettersi. Essendo una donna sola non ha neanche la protezione di un marito o di un uomo e, quindi, il 14 marzo del 1347 viene bruciata dal Capitano del popolo di Perugia. L’intento del nostro banchetto – sottolinea Fondacci – è sì di intrattenere, ma anche raccontare una storia che purtroppo, seppur in forme diverse, è ancora troppo attuale. Storia fatta di momenti gioiosi, di comunità, di spensieratezza e di momenti di ineluttabilità contro il destino riservato a quelle donne che erano detentrici di sapere e in quanto tali temute dagli uomini di potere. Il tutto, chiaramente, accompagnerà un menù che, a partire dalla conoscenza dei benefici delle erbe, le utilizzerà per arricchire piatti tratti da ricettari medievali”.

Redazione Vivo Umbria: