La Quintana e il sogno di creare un festival del 1600 per diffondere gli aspetti culturali del periodo barocco

FOLIGNO – Le bandiere sventolano maestose a delimitare i confini dei dieci rioni, dalle taverne gremite di popolani s’odono i cori inneggianti al proprio cavaliere, un clima di festa e di goliardia pervade la
città che risuona a colpi di tamburo: a Foligno è di scena la Quintana, l’unica rievocazione storica barocca dell’Umbria, famosa nel mondo non solo per la gara cavalleresca ma anche per la magnificenza del corteo, con dame che sfilano in splendidi abiti di tessuti pregiati cuciti a mano, impreziositi da pizzi, merletti, perle e pietre. I quindici giorni che precedono le due edizioni annuali della giostra (giugno e settembre) sono ricchi di appuntamenti che coinvolgono e appassionano i rionali, i folignati e i tanti turisti: la Festa del popolano, la Cena grande e il Gareggiare dei convivi, la Gara dei tamburini… Un’esaltazione dell’elemento spettacolare che però nel corso degli anni ha spesso trascurato, se non tradito, una basilare aderenza filologica. Mi riferisco in particolare all’elemento musicale che nei vari eventi ha visto l’utilizzo di strumenti non conformi a quelli dell’epoca e di musiche del tutto estranee al periodo in questione.

Negli ultimi anni un nuovo impulso culturale, di studio e di ricerca verso una più puntuale coerenza storica è stato avviato dalla Commissione artistica dell’Ente Giostra con a capo Luca Radi, neoeletto presidente della “Commissione cultura barocca ed eventi”, che ha accolto il nostro invito ad illustrare nuove iniziative e progetti.

Quattro anni fa il primo incarico per l’Ente Giostra e fin da subito ti sei attivato per arginare alcune criticità dell’ambito musicale.

“Ho subito notato – risponde Luca radi – che la festa mancava della sua colonna sonora originaria. Ridurre la meravigliosa musica del 1600 agli squilli di chiarine e ai tamburi che ritmano incessanti nei giorni della Quintana è limitante. Per questo ho inserito nel comitato scientifico il musicista assisano Massimiliano Dragoni, specializzato in musica antica. Abbiamo fatto costruire nuovi tamburi su modello delle percussioni antiche, utilizzando legno, pelli e fibre naturali e abbiamo istituito dei corsi per tamburini. La Quintana vanta un primato rispetto alle altre rievocazioni storiche, ben centoquaranta tamburini; nonostante il numero così elevato riescono a suonare in perfetta sincronia, ascoltarli è sorprendente ed emozionante. Potenziare il loro talento e curare una preparazione più qualificata sono la nostra priorità”.

 

 

Com’è andato il lavoro di ricerca con Dragoni?

“E’ stato molto interessante e produttivo. Abbiamo trovato gli spartiti di musiche utilizzate per i festeggiamenti del nostro patrono, San Feliciano. Questi documenti forniscono dettagli importanti sugli strumenti suonati per queste occasioni – che includevano chitarre barocche ed oboi – e sui musicisti coinvolti che arrivavano da diverse zone d’Italia”.

Quali sono i progetti in cantiere alla luce degli studi che state portando avanti?

“Sicuramente partiamo dalla formazione, abbiamo già cominciato dei corsi in collaborazione con la Scuola comunale di musica Biagini e che sono stati interrotti a causa del Covid. La nostra intenzione è di riprendere il percorso di studio degli strumenti barocchi così come quello delle danze. Solo con la formazione potremo migliorare e rendere questa festa più coerente dal punto di vista storico. Parallelamente, sempre nell’ambito della formazione, promuoviamo progetti finalizzati alla conoscenza di aspetti storici e culturali legati alla Quintana. Sono coinvolti i bambini delle scuole primarie del Comune, la Quintanella di Scafali e la Quintanella di San Giovanni Profiamma”.

 

 

La tua attività da presidente della commissione artistica, seppur fortemente limitata dalle misure contro la pandemia, ha saputo dare un grande impulso alla cultura. Quali sono stati gli eventi che hanno caratterizzato il tuo mandato?

“Nonostante gli stop imposti dal Covid abbiamo organizzato cinquanta incontri culturali, molti dei quali riguardanti la musica ma anche la letteratura, la filosofia, la poesia, la scienza. Sono appuntamenti che avvicinano alla Quintana un nuovo pubblico, interessato ad approfondire gli aspetti culturali secenteschi del nostro territorio. Proprio la scorsa settimana il professor Roberto Nesci dell’Associazione Antares ha illustrato i globi terrestri e celesti datati 1630 di Matthaus Greuter, conservati nella Biblioteca comunale; sono affascinanti testimonianze della scienza astronomica del passato e prima di essere inseriti nel patrimonio della Biblioteca facevano parte della collezione privata del nostro illustre concittadino Giuseppe Piermarini, architetto del Teatro alla Scala di Milano. Il 14 giugno invece ci sarà un incontro sulle arti a Foligno nei primi decenni del 1600 con la professoressa Giordana Benazzi; una lezione da non perdere per scoprire le bellezze barocche del nostro Duomo”.

Un sogno da realizzare per questo nuovo incarico?

“Il sogno è di creare un festival del 1600 con musica, danza, arte, spettacoli, per ampliare e diffondere tutti gli aspetti culturali del periodo barocco. La Quintana che intendo io non è solo giostra all’anello ma una festa barocca a tutto tondo, in cui la storia della nostra città è al centro ed ogni evento concorre a valorizzarne la bellezza”.

 

Stefania Cruciani

Redazione Vivo Umbria: