La vita inanimata dell’archeologia industriale in “E di sostanza sferzante”. mostra fotografica di Laura Priami e Simone Vanelli

NARNI – Due fotografi, Laura Priami e Simone Vanelli, due curatori, Franco Profili e Isabella Cruciani, due regioni, Umbria e Toscana per un intenso lavoro sull’archeologia industriale. Questa è E di sostanza sferzante, la mostra che inaugura sabato 4 giugno alle 17 presso gli spazi del Beata Lucia a Narni. Un’impresa nata quasi per gioco, frutto di un viaggio alla scoperta di quelli che oggi sono impianti dismessi “luoghi un tempo popolati, animati dal passaggio di persone o dal loro lavoro ormai abbandonati, lasciati al loro destino perché non più capaci di generare un profitto (economico si intende!) per gli umani” scrive Cruciani.

Raggiungiamo i due curatori per farci raccontare meglio il progetto.

Come nasce E di sostanza sferzante?

Dopo che i due fotografi, Simone ternano e Laura toscana, decidono – per semplice amicizia e senza immaginare quello che poi sarebbe nato da questa loro collaborazione – di andare a fotografare alcuni dei luoghi che segnano il panorama del ternano. Luoghi attorno ai quali la città è cresciuta e la sua comunità si è formata, accogliendo le migliaia di persone arrivate da ogni dove per lavorare nelle grandi fabbriche. Siti abbandonati da decenni che invece di essere lavorati per essere di nuovo resi al cuore della vita sociale e culturale, vengono lasciati cadere su sé stessi, destinati a sparire anche dalla memoria collettiva. Simone e Laura vanno insieme, nello stesso momento e nello stesso luogo e quando arriva il momento di mettere ordine al materiale prodotto scoprono di aver visto e fotografato gli stessi ambienti con occhi e sentimenti diversi. Un progetto che nasce, quindi, dopo la realizzazione delle fotografie, quando si prova a mettere ordine agli scatti e si scopre la possibilità di farne un qualcosa dal valore, molto più grande della semplice documentazione.

“Gli scatti che qui presentiamo” si legge sempre nella nota di Cruciani “sono invasi da un senso mistico e di sospensione accentuato dall’uso del bianco e nero e dalla rappresentazione della realtà per frammenti: una sedia, dei vecchi registi, resti di manifesti, scheletri di vecchie macchine industriali un tempo all’avanguardia e ormai obsolete, angoli di spazi un tempo pieni di vita che, catturati dagli obiettivi fotografici, si sottraggono allo scorrere del tempo. Dietro ogni singola immagine si cela l’esigenza di fermare le sensazioni, le emozioni dei loro creatori: l’attimo.”

Perché una doppia curatela?

La doppia curatela è voluta da Franco Profili e chiamare la giovane Isabella Cruciani è stata scelta, come al solito, ragionata e di cuore. Lei ha per il mondo della fotografia le necessarie attenzioni, conoscenze e sensibilità. La giustezza della scelta della doppia curatela è dimostrata dai testi che accompagnano il catalogo. I punti decisivi della storia e di quello che i luoghi hanno rappresentato per la vita delle comunità in cui i due fotografi sono nati, sono condivise dai due curatori. Ma se Isabella Cruciani va dentro la lettura delle fotografie e di come i due hanno visto e lavorato gli stessi luoghi, Profili sottolinea e ricorda in modi pesanti il peso enorme del danno storico e culturale arrecato alle diverse comunità dalle scelte economiche che hanno fatto di alcune delle grandi industrie, delle cattedrali nel deserto. Due fotografi e due curatori, insieme. Insieme anche per il bene che si vogliono.

Questa mostra promette di essere un’esplorazione, dove i luoghi delle fotografie, volutamente non sono dichiarati e gli stessi lavori non sono firmati. Come mai questa scelta?

I luoghi non si dicono perché non sono importanti. Sono divenuti il modello della stupidità di una società che pretende di vivere l’oggi e di costruire il futuro senza fare i conti con pezzi importanti della sua storia.

La mostra al Beata Lucia sarà aperta e visitabile fino al 19 giugno, in Piazza Galeotto Marzio, 6, il venerdì dalle 16 alle 19:30 e il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19:30. Dopo Narni, verrà esposta anche a Massa Marittima in provincia di Grosseto, Rieti, Torreorsina, Marmore, Bassano in Teverina e Deruta. Il catalogo è edito da Freemocco.

Sara Costanzi: Metà Italia, metà Svezia, vivo di cultura. Ho una laurea in teatro contemporaneo. Animalista e amante della natura, mi appassionano le storie, la storia, la musica, l’arte, il cinema e il teatro.