L'app Smartmeteo efficace supporto alle imprese agricole

PERUGIA – In piena emergenza sanitaria e globale l’agricoltura non può fermarsi. In un momento in cui il venire meno della quotidianità e delle relazioni sociali rischia di far prevalere lo sconforto e la preoccupazione per il futuro, il ruolo dell’agricoltura è al centro di un vero e proprio fenomeno di “resistenza nazionale”, che continua a garantire giorno dopo giorno nelle case degli italiani, cibo e quel poco di convivialità familiare che ancora è possibile.

In un’economia basata per decreto sui settori ritenuti essenziali dallo Stato, stiamo riscoprendo l’importanza della produzione che non a caso si definisce primaria. Ma per sua stessa natura il comparto agricolo non risiede solo su una dimensione di mercato ma interagisce profondamente anche con i paradigmi sociali e ambientali della nostra civiltà.

Su questa valenza multifattoriale dell’agricoltura, per altro molto attenzionata dalle politiche di sviluppo di settore, si basano le progettualità sostenute da Confagricoltura Umbria per il rilancio delle imprese e la salvaguardia del territorio di riferimento. La Giornata mondiale della terra delle Nazioni Unite, dedicata alla salvaguardia del Pianeta in programma il 22 aprile, è “un’occasione importante – spiega il presidente Fabio Rossi – per riflettere su quale possa essere il contributo dell’agricoltura al contrasto dei cambiamenti climatici e al mantenimento delle risorse naturali”.

Uno dei modi per farlo, secondo Confagricoltura Umbria, è quindi quello di promuovere i risultati del progetto Smartmeteo, realizzato nell’ambito della misura 16.1 del Psr, le cui finalità sono declinate lungo due direttrici, innovazione e cooperazione che si sviluppano su quattro filiere produttive: vite, olivo, cereali a paglia e tabacco.

Ormai al terzo anno di attività, gli sforzi di tutti i partner coinvolti, tra cui l’Università degli studi di Perugia e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, hanno consentito di realizzare un applicativo web sviluppato su piattaforma cloud e con interfaccia Gis per la consultazione dei dati agrometeorologici regionali.

“Tale novità, che va a potenziare da un punto di vista tecnologico la rete di monitoraggio tecnico già implementata sul territorio regionale – spiega ancora Rossi – rende fruibile attraverso il sito www.smartmeteo.it, i dati meteo di un centinaio di stazioni meteo dislocate sul territorio regionale, previsioni meteorologiche e bollettini fitosanitari per i principali settori agricoli regionali”.

Si tratta di un contributo reale a tutto il sistema regionale, non solo alla produzione agricola.

Da un canto, infatti, l’applicazione sviluppata e il protocollo di monitoraggio tecnico è già matura per dare un supporto alle imprese agricole che possono essere informate tempestivamente sugli aspetti meteo, fenologici e fitosanitari per indirizzare in modo razionale trattamenti e prassi agronomiche, con evidente riduzione degli input chimici.

Dall’altro la mole di informazioni gestite è tale da consentire la costituzione di un data set disponibile per studi e approfondimenti sulla climatologia regionale. Tanto è che un ulteriore risultato del progetto è stata proprio la definizione della climatologia dell’Umbria a cura del Ciriaf e del Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli studi di Perugia.

Per capire la portata dell’iniziativa basta vedere qualche numero. Solo per il settore viticolo sono stati interessati nel 2019 circa 250 ettari vitati, ai quali corrisponde una superficie complessiva su scala aziendale di quasi 2.500 ettari, che rappresenta all’incirca il 20% dell’intera superficie vitata regionale. Oltre alle aziende coinvolte, più di 40, hanno beneficiato delle analisi svolte dal gruppo di lavoro, anche altre imprese viticole per lo più appartenenti ai Consorzi di tutela di Montefalco, Orvieto e Torgiano o ricomprese negli altri ambiti territoriali vocati alla viticoltura, quali quelli del Trasimeno, del Perugino e del Ternano.

Nel 2018, annata molto critica per gli attacchi di Peronospora, una delle principali patologie della vite, i dati relativi alla presenza di questa avversità, espressi come media dei valori massimi, nei vigneti monitorati sono stati: 24,33% di diffusione, con una percentuale media di danno del 6,73%.

Grazie al progetto è stato possibile sviluppare un opportuno sistema di consulenza fino alla definizione in azienda di una strategia di difesa personalizzata. In questo modo è stato possibile contenere i danni da peronospora su grappolo a livelli trascurabili, con 8% di diffusione e 1% di danno, contro il 71,3% di diffusione e 21,2% di danno, relativi ad un’azienda che non aveva seguito i consigli di difesa.

Quest’approccio ha definitivamente consolidato che il binomio sostenibilità ambientale ed economica è perseguibile e che migliorare le performance ambientali di un’impresa può coincidere con la riduzione dei costi di gestione salvaguardando qualità e quantità delle produzioni.

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