Leonessa, visita alla chiesa di Santa Maria del Popolo o dei Preti

LEONESSA –  In attesa della ricorrenza dei Santi Pietro e Paolo quando il 29 giugno si terrà il corteo dei sesti che da porta Spoletina giungerà alla chiesa, una breve passeggiata al corso cittadino, dopo aver degustato le buone e gustose pastarelle da Battilocchi, incontriamo l’edificio religioso della chiesa di Santa Maria del Popolo o dei Preti.

Leonessa, chiesa di Santa Maria del Popolo

Per importanza, come afferma lo storico leonessano  Luigi Nicoli, e’ la terza chiesa di Leonessa che conserva il portale e la facciata in stile romanico e il tradizionale orientamento dell’altare verso est. Di questo edificio se ne parla già negli statuti del 1378. In origine faceva parte del Sesto di Croce,  come dallo stemma sulla facciata.
“Chiesa dei preti” perche’ dal XV al XVI secolo, qui confluirono, tutti i parroci dei Sesti, forse per avere più autonomia dagli ordini religiosi che erano presenti nella citta’. In poco tempo, quindi, divenne una delle chiese più importanti del luogo. Nel XVI secolo qui venivano svolte le cerimonie pubbliche con  il popolo e il Magistrato.
Leonessa, chiesa di Santa Maria del Popolo: fonte battesimale del 1538

Qui venivano battezzati, nell’ apposito Fonte Battesimale  tutti i neonati leonessani. Fu ampliata con una serie di interventi dal 1452 che si prolungarono fino al 1598 (come riporta la  data scolpita sulla pietra in facciata). I lavori la trasformarono da un unica navata a tre e anche la facciata subì modifiche, pur sempre in pietra rossa con un ampio rosone. Nel XVII secolo qui iniziò a celebrarsi la Sacra Novena in onore di San Giuseppe da Leonessa. Nel XVII secolo c’erano tre altari dedicati ai Santi Patroni delle Corporazioni: San Crispino dei calzolai, San Filippo dei cappellari, Sant’ Egidio dei fabbri ferrosi. Il terremoto del 1703 provocò danni tanto che si effettuarono lavori ristrutturando il tutto  in stile Barocco. Finché nel 1736 fu elevata a Collegiata con 12 canonici. Andiamo a vedere le parti più i interessanti dell’ edificio.
Leonessa, chiesa di Santa Maria del Popolo: il portale

Il portale, e’ composto da tre colonnine per lato in alternanza a torciglioni e lisce con capitelli con palmette e foglie d’acanto; due leoni sembrano sostenere le basi dell’archivolto; nell’arco e’ scolpito l’Agnello Mistico; nella lunetta una statua della Madonna col Bambino del XV secolo e due chierici e nell’ architrave la data 1514. La porta in legno e’ del 1531 realizzata da “Panaiolus F.F.” il rosone e’ del XV secolo.
Leonessa, l’interno della chiesa di Santa Maria del Popolo

L’ interno, ha tre navate, più la cappella del Santissimo. Nella navata di destra l’ Altare dedicato a Sant’ Antonio Abate conserva la statua del Santo  del XVIII secolo; il Fonte Battesimale e’ del 1538 realizzato probabilmente dai maestri lapidici lombardi. Qui venne battezzato nel gennaio del 1556 Eufranio Desideri che successivamente sarà il Cappuccino San Giuseppe da Leonessa. Sulla parete di fondo dell’abside la Pala raffigurante l’ Assunzione della Vergine del XVII secolo e altri dipinti di scuola abbruzzese ( tele del XVIII secolo provenienti dalla chiesa di San Salvatore). Nella parete di destra dell’abside, il dipinto raffigurante San Crispino. Il coro con gli scranni in legno e’ del XVIII secolo. Un altro dipinto su tela raffigura la Glorificazione del Crocifisso del XVIII secolo.
Leonessa, chiesa di Santa Maria del Popolo: Croce astile del XV secolo scuola umbro-tosca

Il pezzo forte conservato in questo edificio e’ senza dubbio la Croce astile processionale di scuola Umbro – Toscana d’argento e rame dorato. Risale alla fine del XV secolo. Nei locali della sacrestia, alcune tele raffiguranti Santa Margherita e la Maddalena con il drago, del XVI secolo, di scuola toscana; San Giuseppe da Leonessa che medita sul Cristo morto, del  XVIII secolo, opere attribuibili al Bisini.  Ecco, quindi una bella visita a questa chiesa, dopo tutte queste notizie, non mancherà sicuramente, varcare il portale.

Carlo Favetti: Nato a Ferentillo, ho pubblicato saggi d'arte, volumi di storia e libri di poesie. Ho collaborato con il Corriere dell'Umbria dal 1998 al 2010 e poi con il Il Giornale dell'Umbria. Nel 1993 ho fondato l'associazione culturale Alberico I Cybo Malaspina.