Lettera in redazione: "Quello che non si dice sulla buona sanità"

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera che ci è pervenuta da Romana Gatti, di professione tour operator peraltro molto conosciuta e stimata non solo in Umbria, che fa riferimento a una sua toccante esperienza personale. Ci sono ringraziamenti importanti a strutture, spesso messe sotto accusa, ovvero quelle sanitarie. In particolare Romana Gatti fa riferimento all’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia e questa sua missiva è rivolta nello specifico al direttore generale, dottor Marcello Giannico; al direttore sanitario dottoressa Simona Bianchi; alla sezione di Ematologia e immunologia Clinica e al professor Brunangelo Falini.
Sono stata ricoverata per un problema serio un anno e pochi mesi fa al reparto di Ematologia dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, l’ex Silvestrini. Preciso che in precedenza, ovvero per il lungo periodo che ha preceduto il mio ricovero, mi sono rivolta a molti medici che hanno ignorato o comunque sottovalutato quella che si è poi rivelata la gravità del mio problema che invece i medici e referenti della struttura pubblica di Perugia hanno prontamente rilevato. Dire che mi hanno salvata per un capello sarebbe ironico, sarebbero bastate poche ore senza il loro immediato intervento e non starei qui a scrivere.
Voglio per questo ringraziare il professor Falini che è a capo di questo reparto ed è conosciuto a livelli internazionale per la ricerca da lui svolta riguardo le più innovative cure per la leucemia, linfomi ecc… per le quali ha ricevuto riconoscimenti a livello mondiale. Al di là della sua indiscussa competenza scientifica,  personalmente aggiungo quella dello spessore umano di saper parlare ai suoi pazienti, di saperli comprendere, donando loro un grande sostegno morale.
Intendo ringraziare il dottor Stelvio Ballanti che è sempre in prima linea, attento a non farsi sfuggire nessun dettaglio per seguire il percorso dei suoi pazienti. Definirlo infallibile sarebbe inappropriato dal momento che in alcuni casi nemmeno questa sua straordinaria perizia può essere risolutiva nei casi oggettivamente più disperati, ma certo è indubbia la sua totale dedizione e assistenza nei confronti di ciascun paziente.
Ho avuto vari problemi di salute è pertanto sono stata ricoverata in molti ospedali sia italiani che esteri, dunque posso affermare con certezza che le strutture dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia sono una realtà insuperabile sia per l’enorme capacità nell’individuare le cure per i pazienti con gravi problemi del sistema linfatico o midollare, sia per l’affetto da parte di tutti nel combattere sempre in prima linea con grandi capacità i problemi che devono affrontare le persone ricoverate. Tutto il team si sostituisce talvolta alle famiglie, dal momento che le degenze richiedono tempo: la gentilezza e attenzione di tutti rendono questi momenti molto più sereni.
Un grazie particolare va ad Annalisa Billera , la “mia” caposala: è lei che gestisce ed organizza il reparto affinché tutto funzioni ed è sempre pronta ad esaudire, quando possibile, le richieste dei pazienti con cura e devozione, nulla le sfugge e questo non è un dettaglio. Potersi relazionare da paziente come una persona e non come un numero, è infatti essenziale.
Vorrei fare l’elenco di tutto il personale che opera in questo reparto ma la lista sarebbe molto lunga e rischierei di dimenticare qualcuno e la cosa sarebbe davvero spiacevole. Voglio solo ribadire che loro si sostituiscono in particolari situazioni alle famiglie con la stessa devozione. A loro va il mio grazie più sincero che si estende dai medici al personale sanitario fino al personale addetto alle pulizie.
Concludo dicendo che spesso le persone con problemi di salute vanno in altre strutture al di fuori di quella perugina pensando di avere più possibilità di ricevere le giuste cure; non è così.  Il reparto in cui sono stata curata è una vera eccellenza, un vanto per questa Regione e l’Italia tutta, il fiore all’occhiello del sistema sanitario umbro e non solo. Spero, pertanto, da cittadina che venga opportunamente sostenuto dalle amministrazioni competenti potenziandone la struttura esistente e, anzi, operando affinché questo ospedale possa far fronte ai tanti malati che ci sono anche fuori regione in attesa di cure e che qui potrebbero certamente riceverne in maniera adeguata e altamente professionale sotto tutti i punti di vista.
Grazie.
 

Redazione Vivo Umbria: