Lo stupendo affresco alla Collegiata di Matterella: Maria Madre di Dio

FERENTILLO – Proseguiamo con le meraviglie artistiche presso la collegiata di Santa Maria a Matterella di Ferentillo. Dopo aver ammirato e conosciuto da vicino l’affresco che raffigura l’incredulita di San Tommaso del 1577, opera di don Piermattia Gigli, spoletino, ora ci occuperemo del quarto Nicchione sempre sulla navata a destra di chi entra. Il nicchione e’ dedicato alla Beata Vergine del Rosario della fine del XVI inizi XVII  secolo forse opera di un seguace  di Perino Cesarei.
Il titolare della cappella e’ inciso sulla trabeazione della parasta: S.D. MARIAE. M.D. Al centro la classica figura della Vergine del Rosario assisa su un trono di nuvole, vestita con tunica rossa e maniche verde, manto azzurro, tra angeli e teste cherubiche che portano e lanciano rose, mentre due angeli in volo la incoronano.
La Madonna, reca seduto sulla gamba destra il Bambino Gesu’, nudo. In primo piano Santa Caterina a sinistra e San Domenico a destra ambedue in ginocchio. Caterina con la mano destra porta un giglio bianco al petto e Domenico, con la sinistra, porge sulla mano un convento. I due Santi sono seguiti da altri personaggi della tradizione dei Rosarianti distinti per identita’: dietro a Santa Caterina donne, dietro a San Domenico uomini come il Cardinale San Carlo Borromeo e Papa Sisto V. Tra i due gruppi,  per terra, al centro, un libro aperto con sopra un giglio, mentre sullo sfondo un paesaggio, forse il paese di Ferentillo con l’evidente monte Sant’ Angelo. Nell’intradosso del nicchione sono figurati, nelle formelle i misteri del Rosario.
 
Sia il dipinto centrale che tutte le raffigurazioni dei misteri del Rosario sono isolati da una cornice in stucco dorata aggiunta nel XVII secolo. Infatti, il dipinto, come impostazione, e’ simile all’altare successivo dedicato a Sant’ Antonio da Padova, (cappella dei notai),  dove, nell’intradosso, sono state raffigurate le scene della vita e dei miracoli, prive di stucchi, ma isolate con semplice decorazione come in origine. In questa cappella del Rosario, sui clipei che adornano le paraste,  su quello di destra e’ scolpito lo stemma del comune di Ferentillo: scudo con fiume corrente, a capo la croce di Genova e chiave di San Pietro, nella campagna il giglio. Il dipinto e’ armonioso, delicato nei colori e nella impostazione. L’ aggiunta degli stucchi che isolano tutte le scene raffigurate, ha appesantito la visione delle formelle raffiguranti i misteri. Nel complesso, il nicchione, si distingue nella resa degli altri dipinti nella navata, lasciati alla loro naturale originalita’, senza aggiunte e manomissioni, anche se, interventi seicenteschi hanno inciso su l’ altro affresco, in modo lieve nel primo nicchione raffigurante Sant’Antonio Abate che tratteremo in seguito.

Carlo Favetti: Nato a Ferentillo, ho pubblicato saggi d'arte, volumi di storia e libri di poesie. Ho collaborato con il Corriere dell'Umbria dal 1998 al 2010 e poi con il Il Giornale dell'Umbria. Nel 1993 ho fondato l'associazione culturale Alberico I Cybo Malaspina.