Lucigrafie: tanti consensi per il film che celebra la forza del desiderio degli eugubini

L?attenzione dell?Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale (Icpi) nei confronti di Gubbio e delle infinite stratificazioni e declinazioni del suo patrimonio culturale, nasce lontano nel tempo e si è consolidata sempre più negli ultimi anni. La rilevanza antropologica della Corsa dei Ceri e la sua complessità di pratica festiva, sono state il punto di partenza di molti progetti di valorizzazione e di salvaguardia, di innovazione in campo espositivo, di apertura al panorama culturale mondiale: un percorso nel quale al valore scientifico, si accompagnano la propositività e la grande disponibilità della comunità e delle istituzioni eugubine, sostenute dall?entusiasmo e dalla solidarietà della Rete delle Grandi Macchine a Spalla di cui Gubbio è parte da quasi 15 anni. Ai documenti visivi, raccolti nel corso di moltissime rilevazioni etnografiche realizzate dall?Istituto a partire dagli anni Settanta del secolo scorso ad oggi, si è aggiunto nel 2018 "Prodigio in Slow Motion", il film di Francesco De Melis, prodotto dall'Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, che nell?arco di un solo anno, un 2019 tutto da raccontare, è riuscito ad emozionare il Cile, l?Argentina e il Messico e punta ora alla Bienal de la Habana, nel progetto espositivo itinerante ?Unwritten Structures. Racconti (in)visibili?. Lo stesso film che, nella versione ?affresco digitale?, videomapping realizzato dagli exibithion designers di OpenlabCompany sulla volta della ex chiesa di San Sisto, oggi Museo di arte contemporanea Francesco Messina, ha stupito la città di Milano, nella mostra ?Con straordinario trasporto? (18 dicembre 2019-14 febbraio 2020), dove molti eugubini, tra i tanti visitatori affascinati, hanno provato la straordinaria emozione di avere i Ceri mezzani nel cuore di Milano, insieme alle iconiche strutture delle macchine a spalla festive di Nola, Palmi, Sassari e Viterbo. Quest?anno però, il 15 maggio, giorno della festa, i Ceri non hanno corso. La quarantena che ha bloccato la nostra quotidianità, ha fermato anche il tempo della festa, il ritmo della corsa, il rinnovarsi rituale del tempo e delle stagioni. L?attesa della guarigione collettiva, una pratica che i nostri giorni non avevano mai conosciuto, ha cristallizzato i suoni, i gesti, i profumi, i sapori e i colori della festa, ma non ha certamente cambiato il suo senso più profondo: l?affidamento alla devozione dei Santi, l?offerta del sacrificio, il voto, la preghiera, l?invocazione della grazia. Quella di quest?anno è stata la corsa più ardua, la salita più dura, la muta più difficile, dovuta all?assenza. La sospensione delle Sacre Rappresentazioni e degli altri eventi devozionali e festivi legati alla Settimana Santa, che ha impedito lo svolgersi di pratiche devozionali tra le più significative e radicate della nostra tradizione, è stata la prima di una serie di assenze con le quali le comunità festive italiane si sono dovute confrontare e si confronteranno ancora per buona parte dell?anno. Il lavoro di documentazione dell?Istituto e gli abituali percorsi accanto alle comunità festive hanno portato, in questi giorni, al confronto con l?incertezza, con il disorientamento, con il dolore delle comunità, private della possibilità di rappresentare e celebrare riti e tradizioni. È così stata avviata la riflessione sul valore dell?antropologia visiva, non solo come strumento di analisi critica del visibile, ma anche per il suo valore documentario o, più semplicemente, ma non banalmente, per la sua funzione di raccogliere e conservare ricordi. Nell?ambito della lunga attesa per il ritorno della festa, in cui il potere evocativo della memoria compone la sequenza irripetibile del flusso dei ricordi, è nata l?idea di Lucigrafie, una performance virtuale che sarà realizzata nel cuore di Gubbio e che si ispira a quei ricordi, trasfigurandoli in un?opera di arte contemporanea, avviando così un percorso che sarà anche il cuore di un nuovo progetto di video installazioni evocative, che la Rete delle Grandi Macchine a Spalla realizzerà in collaborazione con l?Istituto e con l?Ufficio Patrimonio Unesco nell?anno del tempo sospeso. Lucigrafie prevede la proiezione sulla facciata del Palazzo dei Consoli, a Gubbio nel pomeriggio/sera del prossimo 30 maggio, di una versione inedita di "Prodigio in Slow Motion", come un immenso affresco "all'aria aperta", in alta risoluzione, con un potentissimo impianto audio surround, in quadrifonia e con la sorprendente scenografia evocativa dei Quiet Ensemble, un duo di performers che hanno maturato, nel campo delle istallazioni con elementi naturali ? incluso il governo dei fumi e degli agenti atmosferici ? una esperienza internazionale. Lucigrafie, evocazione dell?assenza in tre atti in forma di video-arte, sarà messa in scena da Openlabcompany ? lo stesso team che, oltre gli affreschi milanesi, ha progettato e realizzato la sezione audiovisiva della mostra ?Unwritten structures. Racconti (in)visibili?. L?intera performance verrà a sua volta filmata, da terra e in volo, con un set di cinecamere in movimento per la regia di Francesco De Melis che ha ideato l'evento in collaborazione con l'Archivio di Antropologia Visiva dell'Istituto. Il film diventerà una sorta di installazione dell'installazione, che l'Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale inserirà nel percorso espositivo della mostra internazionale ?Unwritten Structures. Racconti (in)visibili?, che, nonostante le difficoltà, sta proseguendo il suo itinerario rafforzando la valorizzazione e la promozione del patrimonio culturale immateriale italiano nel mondo.

GUBBIO – Grande successo di pubblico per le proiezioni di “Lucigrafie”, il film sperimentale che ha raccontato il 15 maggio 2020 in un inedito esperimento di video mapping “in absentia”. Una riflessione artistica di enorme valore, quella firmata dal regista musicologo Francesco De Melis, capace di far vibrare la Festa in uno spazio percettivo inedito e di emozionare profondamente i tanti spettatori. 
Il film è stato trasmesso nel chiostro di San Pietro venerdì e sabato, alla presenza di più di 500 persone e del regista, che, nel presentare il suo lavoro, ha parlato della “celebrazione di quello che Echkart definiva “vuoto d’anima piena”, e di un desiderio fervido, quello di dar vita alla festa, che quest’anno più che mai ha attraversato il cuore degli eugubini e come un’ombra li ha seguiti sempre, senza lasciarli mai. Tanto più – ha aggiunto il regista – il desiderio quest’anno ha coinciso con l’ombra, perché la festa non si è potuta abbracciare.  Con questo film – ha chiuso De Melis – celebriamo dunque l’ombra, il fervore del desiderio, che abbiamo voluto amplificare nella trasparenza del grande affresco digitale che da stasera abita tra i fotogrammi di un film sull’assenza”. 

Alla prima del film, oltre al regista, erano presenti Leandro Ventura, direttore dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, Stefania Baldinotti, responsabile dell’archivio audiovisivo dell’Istituto, Luca Ruzza, progettista della Open Lab Company, e Patrizia Nardi, responsabile tecnico scientifico della Rete delle Macchine a spalla. Il progetto “Lucigrafie”, a cura di Comune di Gubbio, Istituto centrale per il patrimonio immateriale e Rete delle grandi macchine a spalla, sottolinea ancora una volta la condivisione di intenti, passioni, progetti, prospettive e percorsi degli enti coinvolti.
In questo senso, a latere della proiezione, l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale e  il Comune di Gubbio hanno siglato una lettera d’intenti. Comune e Ministero, con l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, collaborano già da diversi anni nell’attuazione di buone pratiche di salvaguardia e progetti di valorizzazione e promozione del patrimonio immateriale. Al fine di rafforzare i contatti e le collaborazioni di cooperazione scientifica, culturale ed economica, Istituto e Comune di Gubbio si sono impegnati, nel dettaglio, nella “sperimentazione di metodologie partecipative di identificazione, ricerca e documentazione del patrimonio demo etno antropologico e immateriale e nell’elaborazione e sviluppo di progetti di salvaguardia e trasmissione, anche in collaborazione con le comunità e le istituzioni scolastiche locali, nonché nella progettazione e realizzazione di attività espositive e di installazioni visive temporanee di tipo immersivo, aventi per oggetto il patrimonio culturale immateriale”. Il sindaco di Gubbio Filippo Stirati, nel siglare l’intesa, ha sottolineato “l’importanza dell’accordo nell’ottica di una sempre più proficua collaborazione con il Ministero e con l’Istituto nella tutela, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio eugubino nelle sue molteplici e variegate declinazioni: dai saperi artigianali alla definizione del paesaggio, dalla creatività artistica alla cultura alimentare fino alle pratiche festive e devozionali”.
 

Redazione Vivo Umbria: