Maltignano e la sua Gens colpite dal terremoto devono ritornare a vivere

CASCIAMaltignano e Pie’ la Selva, e’ una delle frazioni più popolose della città di Santa Rita, in un contesto territoriale ad alta valenza ambientale, ricco di arte e tradizioni, ma sopratutto storia e archeologia. Se ne parla già dal 40 a.C. al tempo dell’ imperatore Augusto,  in quanto i locali furono puniti aspramente perché avevano patteggiato per Pompeo. Vicus romano di centurazione: Gens MaltiniaQuesta area era il Decumano Massimo che da Cascia  raggiungeva Civita per poi proseguire verso Cittareale. Con il passare del tempo, sorsero villaggi, Pagi, ville e celle monastiche. Tra i personaggi Tito Maltinio espresso in una epigrafe ritrovata in un sito insieme a T. Lucio Aniceto e ad Apollo.

Maltignano, chiesa di San Martino danneggiata dal terremoto

Questa epigrafe e altro materiale fu ritrovata durante alcuni lavori nel 1954 per la realizzazione della strada per Colmotino,  ed e’ stata collocata sul muro di una abitazione. L’ epigrafe cosi recita: T. MALTINIUS  T.L. ANICETUS APOL. M. Rimanendo in tema, in questa valle che si chiama Fuina, fu scoperta una fonderia d’epoca romana, ed emersero una grande quantità di bronzetti, e vario materiale. Un’ ara pagana e stata utilizzata anche per il fonte battesimale nella chiesa di Santo Stefano. Ma vi furono trovate un grande numero di epigrafi romane per un totale di tredici, oltre a vario materiale e frammenti. Il Vicus Maltinianus perse la sua importanza con l’ avanzata dei Goti. Ebbe maggiore vigore e importanza con l’arrivo dei Longobardi. Fu un territorio, come detto fiorente di celle monastiche che dietero spinta all’ affermazione della vita cenobitica e anacoretica sotto la dipendenza dell’abbazia di Farfa dal 1037/1080. Nel XII secolo l’area era soggetta all’ Abbazia di Sant’ Eutizio di Preci.
Maltignano, altra chiesa danneggiata

L’ edificio religioso dedicato a San Martino risale al XIV secolo. Portale rinascimentale, al suo interno tele e stucchi adornano altari e pareti. Non solo oggi colpita dal terremoto, ma gia’ nel 1703 fu colpita dal terremoto con gravissimi danni a edifici e abitazioni. La chiesa fu ricostruita tra il 1705 e 1711. Altro edificio religioso e’ quello dedicato alla Madonna dei Monti  qui una tavola realizzata da Cola dell’Amatrice. Di questa chiesa pero’  ne rimane un rudere con tracce di affresco. Tutto il patrimonio storico artistico di questo paese e stato danneggiato dall’ultimo terremoto.
L’intervento dei vigili del fuoco all’interno della chiesa di san Martino dopo il sisma

Desolante vedere alcuni angoli suggestivi essere così colpiti dalla furia distruttrice. Ma fa ancora più rattristare il cuore che la speranza di una ricostruzione prossima possa essere contrastata dalla burocrazia e dalla inettitudine. Tutti, cittadini, associazioni locali, si augurano che Maltignano e tutte le tre piccole realtà del territorio possano tornare entro breve tempo a rivivere, con le sue rievocazioni, tradizioni e socialita’

Carlo Favetti: Nato a Ferentillo, ho pubblicato saggi d'arte, volumi di storia e libri di poesie. Ho collaborato con il Corriere dell'Umbria dal 1998 al 2010 e poi con il Il Giornale dell'Umbria. Nel 1993 ho fondato l'associazione culturale Alberico I Cybo Malaspina.