Michela Giraud: la comicità come rivincita

TERNI – Arriva domani, domenica 31 luglio all’Anfiteatro Romano di Terni lo show di Michela GiraudLa Verità, nient’altro che la verità. Lo Giuro… Reloaded!”, una versione completamente nuova dello spettacolo scritto insieme all’autore Marco Vicari e prodotto e distribuito da Vivo Concerti.

Michela Giraud torna sul palco con un monologo dal ritmo serratissimo, che spiazza attraversando con disinvoltura i temi più trasversali, senza mai tralasciare le relazioni familiari, sempre complesse, ma al tempo stesso anche grandi spunti comici e di riflessione. Ancora una volta, quindi, Michela Giraud si fa megafono di una generazione, facendo a pezzi etichette e convenzioni senza mai tralasciare, in ogni caso, quanto siano importanti forza di volontà e indulgenza verso sé stessi.

La stand up comedy ha origini americane. Lei è forse la prima che ne ha adattato pienamente e meglio di altri i paradigmi all’Italia, ma sempre con un punto fermo: trasformare in comicità se stessi, le proprie paure, le proprie angosce…

“Tanti prima di me ci sono stati e quello che mi dice mi lusinga”

Sicuramente in Italia esiste una lunga tradizione, però chi ha assimilato i paradigmi della stand up comedy e li ha adattati meglio ai vizi e alle virtù degli italiani sembra sia lei

“Chiaramente anche io sono passata da percorsi un po’ più aspri che sono quelli di mutuare la stand up dura e cruda…”.

Vuole dire che nell’impatto iniziale ci si irrigidisce e si è meno disposti a compromessi?

“Esatto. Poi chiaramente, pian piano ho capito dove andavo. Cioè di base io potevo fare anche la stand up dura e cruda, poi però la realtà con cui mi scontravo era quella di un pubblico abituato a degli stilemi teatrali, quindi ho pensato: devo rimanere me stessa pur nell’equilibrio di una comicità che possa divertire e allo stesso tempo caratterizzarmi”

E quando ha capito che la sua mission era questa?

“Diciamo quando facevo teatro”

Lei, infatti, ha iniziato con il teatro…

“Sì, ho iniziato facendo dei corsi di teatro, ma non mi sentivo appagata nel ruolo di qualcun altro, sentivo che avevo delle cose da dire e io volevo dirle un maniera comica e quindi ho deciso di fidarmi di me e provare a fare dei monologhi comici”.

Questo si avverte nei suoi show, lei mette sé stessa al centro del mondo che poi è il palco. Per questo si definisce egocentrica e narcisista?

“Sì, sul palco sì, assolutamente. Poi il problema è anche fuori. Ma il punto è che ora è anche l’epoca, l’epoca dell’egocentrismo. Io sono stata fortunata nell’incontrare un momento e con l’autoironia esprimo le mie idee. Quindi da un lato ho messo il problema, dall’altro cerco di ironizzarci sopra. Mi sono detta: non riesco a combattere questa cosa, allora io dico la verità e la verità è che sono un’egocentrica maledetta. Ma lo dico e ci scherzo sopra”.

Sino all’oggi in cui Forbes la inserisce tra le cento donne più influenti d’Italia…

“Nel 2021. Nel 2022 non so se sono nella classifica, quindi non posso dirlo. L’anno scorso mi sono detta: “Ma non è possibile, hanno bevuto. Però li ringrazio. Poi da quando ho detto, ma levategli il vino, chissà se anche quest’anno mi hanno reinserita; speriamo di no. Io scherzo sempre anche nelle interviste e delle volte non di capisce. Quindi meglio che me stia zitta (aggiunge ridendo)…”.

La maestra Pina, le ragazze curvy, la parodia dei suoi genitori e delle loro paure, quella sociale di un mondo cattolico contraddittorio, ma il punto fermo della difesa della diversità, come chi è affetto dalla sindrome di Asperger. Un po’ cinica e un po’ paladina. La sua insomma è una rivincita?

“Tengo a dire che sindrome di Asperger è un po’ vetusto, ma ho usato questa definizione per riportare nel mio testo quella con cui venne un po’ definita la situazione che avevo in casa. Anche se oggi bisogna stare attenti alle denominazioni. Detto questo, sì è un po’ una rivincita, ho cercato di ironizzare su quello che a me stava un po’ stretto. Perché – mi chiedevo – un individuo deve essere etichettato all’interno di una categoria, solo perché esprime quello che pensa?”.

Tutto può diventare farsa persino la guerra Russo-Ucraina?

“No, può diventare farsa chi parla della guerra russo-ucraina, mentre un minuto prima stava a fare le sponsorizzazioni dei drenanti. C’è poco da ridere sulla guerra, ma obbiettivamente ti fai domande se a dare soluzioni sulla guerra è chi non sa neanche dove sta Istanbul”.

“Dopo la verità, lo giuro!” che ha ottenuto un bel successo su Netflix a cosa sta lavorando?

“Uno è Love Christmas che è la fusion della prima e della seconda edizione di Lol ed uscirà a Natale. Poi finalmente un progetto a cui tengo molto: un podcast sulla storia dell’arte sponsorizzato da Marina Rinaldi (Casa di moda specializzata in taglie femminili oltre la 46). Un connubio tra comicità e storia dell’arte.

Che altro dire?

“Venite a vedermi e… tranquilli che non mi spoglio; potrei cantare, ma non mi spoglio”

Forse Michela è troppo severa con sé stessa?

“Questo è poco ma sicuro”

Claudio Bianconi: Arte, cultura, ma soprattutto musica sono tra i miei argomenti preferiti. Ho frequentato il Dams (Scienze e Tecnologie delle Arti, dello Spettacolo e del Cinema). Tra i miei altri interessi figurano filosofia; psicologia archetipica; antropologia ed etnologia; fotografia-video; grafica, fumetti, architettura; viaggi.