Napoleone e l’attrazione fatale per Raffaello: il lungo elenco delle opere rubate in Umbria

Raffaello è un po’ anche umbro. E l’Umbria è stata infatti terra di fatale attrazione per Napoleone che del genio artistico dell’Urbinate andava pazzo, portandosi via opere di inestimabile valore. Di questo e altro parliamo con Cristina Galassi docente di Storia della critica d’arte e del collezionismo e Direttore della Scuola di Socializzazione in Beni Storico Artistici dell’Università di Perugia che consorzia 9 atenei italiani.

La professoressa Cristina Galassi

Le opere di Raffaello sono state ammirate e desiderate, per non dire depredate. Lei se ne è occupata a fondo, soprattutto per quanto riguarda l’epoca napoleonica. Cosa accadde?

“Le opere di Raffaello sono le prime ad essere requisite dai commissari napoleonici, in particolare dal pittore Jacques-Pierre Tinet che andò anche a Perugia nel 1797. Mano a mano che la commissione scende dal Nord preleva, per poi spedire in Francia: il cartone dell’affresco della Scuola d’Atene a Milano, L’Estasi di Santa Cecilia a Bologna, la Trasfigurazione a Roma, l’ultima opera lasciata incompiuta dall’artista e usata come capoletto alla sua morte”.

L’entità del bottino in Umbria?

“Considerevole. A Perugia la Pala Oddi, la predella della Pala Baglioni, che era rimasta qui dopo che nel 1608 Scipione Borghese aveva fatto portare a Roma la parte centrale; l’Incoronazione di Monteluce, su disegno di Raffaello ma realizzata dai suoi allievi Giulio Romano e Giovan Francesco Penni; la Madonna di Foligno e, durante la Repubblica Romana del 1798, anche lo Sposalizio della Vergine da Città di Castello oggi a Brera, che fu un dono estorto con la forza alla municipalità tifernate”.

Madonna di Foligno
Lo Sposalizio della Vergine

Come mai Raffaello è così amato al punto da aver scatenato una vera e propria cupidigia? 

“Già Giorgio Vasari ne esaltò immediatamente il genio artistico. Pur coltivando il mito di Michelangelo, aveva scritto queste parole su di lui nella seconda edizione delle Vite del 1568: ‘Studiando le fatiche de’ maestri vecchi e quelle de’ moderni, prese da tutti il meglio e fattane raccolta arricchì l’arte della Pittura di quella intera perfezione che ebbero anticamente le figure di Apelle e di Zeusi’ e ‘la natura restò vinta da’ suoi colori; e l’invenzione era in lui si facile e propria quanto può giudicare chi vide le storie sue’. Vasari colse alcuni aspetti fondamentali dell’arte dell’Urbinate: l’ispirazione all’arte classica, la capacità di guardare alla natura ma allo stesso tempo di raffigurare il concetto di bellezza astraendolo dalla realtà, rendendolo universale ed eterno, la sua grande capacità ideativa che si evidenzia soprattutto nei grandi cicli delle Stanze. Un altro grande mentore è il biografo degli artisti del ‘600 Giovan Pietro Bellori. Da questi autori la notorietà di Raffaello si trasferisce nella letteratura francese del ‘600-‘700 fino a Napoleone: Poussin, il più grande artista francese del ‘600, era definito il Raffaello del nostro secolo. Se molti dei capolavori italiani di Raffaello furono portati in Francia per poi essere recuperati da Antonio Canova, la causa è stata la sua incomparabile grandezza e la fortuna acquisita ancora vivente. Muore giovane Chi al cielo è caro: Raffaello aveva raggiunto l’apice e la morte lo ha reso Divino e Immortale”.

Il Covid ha fatto protrarre al 2021 alcune celebrazioni del Cinquecentenario. Raffaello si è formato in Umbria: qui come viene celebrato?

“Con la grande mostra voluta dal Comune di Perugia. Ripercorre la fortuna e il mito dell’Urbinate attraverso 90 tra dipinti, incisioni, disegni e ceramiche dal Cinquecento al Novecento e propone un percorso che costituisce un parallelo, sul piano delle testimonianze visive, dei numerosi documenti letterari e di storia della critica d’arte. Ricordo che Perugia custodisce ancora oggi la Cappella di Severo dove si possono vedere, vis-à-vis, Raffaello e il suo maestro Perugino, che completa l’opera lasciata interrotta dalla morte del giovane allievo. Un capolavoro di assoluta poesia in un angolo appartato e bellissimo della città. Poi ci saranno conferenze organizzate sull’argomento dalla Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici e anche da alcune associazioni come l’Inner Wheel Club di Perugia, che si propone di distoglierci dalla pesante atmosfera che stiamo vivendo portandoci a godere dell’immutabile bellezza dell’arte di questo grande genio universale. Un po’ anche umbro”.

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