Norcia: odissea della grandiosa pala di altare di Jacopo Siculo salvata dai vigili del fuoco

NORCIA – Ora e’ al deposito delle opere d’arte di Santo Chiodo a Spoleto, fortunatamente salvata con una operazione carambolesca dai vigili del fuoco dal terremoto che ha distrutto l’ auditorium ex chiesa di san Francesco a Norcia. Si tratta della grandiosa pala di altare raffigurante l’Incoronazione della Vergine di Jacopo Siculo (Giacomo Santoro da Giuliana  1490 – RI 1544).

Incoronazione della Vergine di Jacopo Siculo

L’ opera più volte restaurata, era stata definitivamente collocata all’auditorium sulla parete di fondo. Un pezzo preziosissimo di grande importanza artistica e storica essendo una realizzazione commissionata dai locali frati per il convento dell’Annunziata.
Imbracata con funi di acciaio e prelevata dalle macerie con un alta gru (nella foto),  la tavola con predella, fortunatamente, non ha subito gravi danni dal crollo dell’ edificio.

 

 

 
Una operazione di grande abilità seguita in diretta tv da tutte le televisioni nazionali ed estere. Ma andiamo a conoscere il dipinto del maestro raffaellesco attivo in Valnerina per la prima meta’ del XVI secolo. Il dipinto realizzato nel 1541 su commissione dei Frati Minori Osservanti  del convento della SS. Annunziata.
Nell’Incoronazione della Vergine, di Jacopo Siculo, Giovanna Sapori afferma che ” e’ uno dei più monumentali dipinti su tavola prodotti in Umbria nella prima meta’ del cinquecento; l’uso non economico delle lacche, dei cinabri, dell’azzurrite, dei lapislazzuli e dell’oro; la fastosa macchina lignea arricchita dalla predella e da figure di santi nelle facce interne dei pilastri, ci dicono molto sulla volontà degli Osservanti di dotare la loro chiesa, che le fonti descrivono come una delle più ricche di Norcia, di una immagine che celebrando la Vergine, superasse con le sue eminenti qualita’, ogni altra esistente in quei territori”. Il dipinto e’ diviso in due scene, quella celeste con dieci angeli nei due lati, altri volti cherubici tra le pieghe del trono dell’ Onnipotente benedicente. Le figure centrali il Cristo che incorona la Madonna, nove Santi che assistono all’evento tra i quali: Mose’ con le tavole dei Comandamenti, gli Apostoli, San Giorgio in armatura, San Paolo e altri santi. Altri santi con strumenti musicali: piatti, trombe, tamburi  violini, cembali. La scena terrena come afferma la Sapori, ” e’ divisa da un ampio paesaggio umbro. E’ riprodotto su un colle la Castellina di Norcia, il convento e la chiesa della Annunziata su un altro colle; il piano di Santa Scolastica e’ trasformato in un lago, mentre sulle rive e’ raffigurato una citta’ fortificata, probabilmente la stessa città di Norcia, cascate e specchi d’ acqua, paesaggi sospesi, e alcune scene di vita , una caccia, un pescatore e l’ episodio dei frati alle prese con un asino ostinato”.
 
Sotto,  in ginocchio Santi per lo più Francescani per un totale di 23. Si notano al centro: i Santi Francesco, Chiara, Benedetto, Scolastica; a sinistra i Santi Pietro e Paolo. In primo piano i Santi Ludovico da Tolosa e Bonaventura, Gerolamo in ginocchio. Seguono Sant’Antonio da Padova, i martiri Lorenzo e Stefano, San Pietro martire, il Battista. Nella predella si distinguono tre scene: al centro Cristo in pieta’ ; San Gerolamo penitente; San Francesco che riceve le stigmate; mentre negli zoccoli la Vergine Annunziata e l’Arcangelo Annunziante, dai movimenti, dai colori delicati dal segno scorrevole, di un lirismo veramente raffaellesco (afferma Alfredo Entita’ 1947). Il Fausti afferma che l’Icoronazione di Norcia e’ ” forse l’opera più corretta di disegno e armoniosa di colorito del Santoro”.

Carlo Favetti: Nato a Ferentillo, ho pubblicato saggi d'arte, volumi di storia e libri di poesie. Ho collaborato con il Corriere dell'Umbria dal 1998 al 2010 e poi con il Il Giornale dell'Umbria. Nel 1993 ho fondato l'associazione culturale Alberico I Cybo Malaspina.