Paolo Ciacci, la "bacchetta magica" della Symphonic ProSceniUm Orchestra

PERUGIA – Una settimana fa, ProSceniUm. Abbiamo già riflettuto sulle prerogative di questo festival della canzone d’autore e delle sue potenzialità già ampiamente espresse. Tra queste, merita un approfondimento l’orchestra, il punto di riferimento imprescindibile per artisti che hanno l’opportunità di farsi ascoltare, di far conoscere cosa hanno dentro e come vogliono esprimerlo. Il maestro Paolo Ciacci, della Symphonic Proscenium Orchestra, è il direttore.

La Symphonic ProSceniUm Orchestra e Roger Wright

Cos’è, visto dal podio, ProSceniUm?
“La volontà di riportare i concorrenti a un’esperienza ‘originale’, nel senso della originarietà ‘acustica’ del fare musica dal vivo, con i mezzi massimi disponibili, ormai rarissimi, cioè con una grande orchestra ritmo-sinfonica. Questo con la certezza che la loro opera viene così valorizzata al massimo, cosa che li arricchirà di ciò che per le tendenze musicali attuali si rivela praticamente impossibile conoscere, e che solo alle ‘star’ viene ogni tanto concesso, anche per le ovvie implicazioni economiche”.
Il sindaco Stefania Proietti e la vincetrice LaPard

Come si lavora sui singoli brani?
“Premetto che le canzoni vengono scelte dalla giuria e pertanto non so nulla dei pezzi sino al momento della selezione definitiva. I brani che la giuria sceglie arrivano già arrangiati , secondo le intenzioni degli autori,  ‘pronti’ ad essere incisi, comunque prodotti per il mercato discografico nelle sue varie forme. Sono dunque presenti sezione ritmica, aggiunte di archi e fiati elettronici, percussioni e suoni digitali in quantità.  In qualche raro caso anche già scritti per l’organico previsto, anche se la partitura non deve essere necessariamente definitiva come del resto lo stesso bando suggerisce. Il concorso offre infatti gratuitamente l’arrangiamento completo che prevede l’utilizzo di tutta l’orchestra. E questo è il mio compito: rendere i brani orchestrali”.
Red Ronnie sul palco di ProSceniUm

Da dove si comincia?
“Dalla messa in partitura, dalla semplice trascrizione delle linee ritmo-melodiche strumentali tratte dai file-audio che vengono solitamente allegati dai concorrenti,  non sempre, poiché spesso viene mandata solo la base già definita. Questo che è di fatto il primo atto, risulta la fase più pesante: la pura trascrizione del brano in note scritte, testo compreso. Già qui però inizia il lavoro perché le elaborazioni che arrivano, evidentemente registrate in studio, ricercano il ‘sound’ d’impatto, efficace e talvolta, per fare un esempio pratico, la linea della chitarra è presente in 4, talvolta addirittura 6 tracce, quando in realtà la nostra orchestra di chitarre ne ha solo due. Questo ovviamente può valere per le tastiere e le percussioni”. 
Dunque ogni canzone va riletta per orchestra…
“Certamente: si inizia un nuovo arrangiamento inserendo solo quello che sarà possibile eseguire con gli strumentisti in organico. Operazione molto delicata, unita alla successiva:  l’aggiunta di fiati, archi e arpa. Infatti bisogna unire alla creatività che arricchisce di colori e suoni il brano, anche l’estrema attenzione a conservare al massimo il suono e l’atmosfera della canzone. Perciò si replicano il più possibile anche gli eventuali effetti elettronici originali quando questi caratterizzano il brano”. 
Quanto dura questo lavoro?
“Da metà giugno ai primi di ottobre che è il mese in cui occorre consegnare le parti agli strumentisti. Quest’anno nella fase iniziale, ovvero scrittura di accordi, base ritmica, testi  e qualche riff obbligato, Michele Scarabattoli, tastierista di grande esperienza e bravura della Symphonic Proscenium Orchestra, ha coadiuvato il lavoro che ammontava a 16 pezzi: impossibile da realizzare da solo in questo stretto lasso di tempo”.
E poi ci sono gli ospiti, le star…
“Con Ron e Roger Wright è arrivata la ‘prova del 9’, in quanto i loro brani in totale quattro, fra cui una medley di altri 4 pezzi, sono arrivati solo negli originali, senza tracce separate. Quindi l’arrangiamento doveva essere il più fedele possibile”.
Sono rimasti soddisfatti, almeno così è sembrato dalla platea.
“Devo dire che è stata una bella soddisfazione sentire l’apprezzamento di Ron per la mia realizzazione orchestrale di un brano di Lucio Dalla che fa parte della storia delle canzone come ‘Futura’. Specialmente perché scritto nella splendida versione che Ron utilizza per il progetto live-studio che sta portando in tour. Stessa cosa da parte di Wrigth per il suo set di soul e del ‘Re Leone’ nella versione di Elton John. In più, la sigla: la celeberrima ‘The show must go on’ dei Queen nella versione con orchestra di Céline Dion. Vera sfida che abbiamo onorato con tutta l’orchestra in modo egregio, come i due grandi artisti ci hanno attestato. Voglio perciò con gran piacere citare e ringraziare gli orchestrali e l’organizzazione audio-luci: bravissimi professionisti con cui si è creato un rapporto fantastico e divertito; un ‘ambiente’ privilegiato in cui dare il meglio di se stessi, diventa facile e lo so fa col sorriso sulle labbra”.
Loredana Torresi e Pino Insegno con Ron

A proposito di clima e ambiente, c’è da mettere in conto l’intera macchina organizzativa, le prove, la serata finale…
E’ un insieme di attese, preoccupazioni, speranze e soddisfazioni senza prezzo e che, per quanto mi riguarda, è bello vivere. Il lavoro di preparazione, ideazione e allestimento è gestito nelle varie parti da Roberto Lipari, Loredana Torresi, Federico Castagner, Gianni Marcantonini, Andrea Vitali e Niccolò Borghi.  Per quanto riguarda la serata finale mi piace ricordare il ruolo importante svolto dalla giuria e la conduzione a mio avviso divertentissima e professionale di Pino Insegno  e Loredana Torresi”. 
A livello personale, oltre che di direttore d’orchestra, cosa resta?
“L’incessante brulichìo di contatti, collaborazioni, idee, rapporti, imprevisti che costringono spesso a cambiamenti o ripensamenti. Devo dire che seppure vivendoli di riflesso,  compartecipo in tutto la trepidazione, la fatica, le ansie e, infine, l’orgoglio e la gioia del risultato”.
Doveroso, a questo punto, elencare i componenti della Symphonic Proscenium Orchestra, vera protagonista della serata.  
 VIOLINO:  Luca Mengoni, Alessia Monacelli, Lucrezia Sannipoli, Stefano Corradetti,  Roberta Di Rosa, Paolo Castellani, Matteo Di Iorio, Stefano Franca, Maria Cristina Contessa. VIOLA: Elga Ciancaleoni, Luca Moretti, Vincenzo Pierluca. VIOLONCELLO: Ivo Scarponi, Ermanno Vallini. CONTRABBASSO: Graziano Brufani.  ARPA: Maria Chiara Fiorucci. CORNO: Marco Venturi, Claudia Quondam Angelo. TROMBA: Vincenzo Pierotti, Davide Bartoni. TROMBONE: Pierluigi Bastioli. SASSOFONO: Luca Mora, Chiara Mocco, Giovanni Sannipoli. VIOLINO SOLISTA: Elis Tremamunno. BATTERIA: Filippo Barcaiolo. PERCUSSIONI: Roberto Gatti. PIANOFORTE: Danilo Marioli. TASTIERE: Michele Scarabattoli. BASSO: Mauro Formica. CHITARRA: Alessandro Magnalasche, Federico Maracaglia. CORO: Cecilia Brunori, Maddalena Mosca, Daniela Maltese, Andrea Vitali, Niccolò Borghi. 
AUDIO E LUCI: Vincenzo Casadidio – New Wave, con tutti i tecnici che hanno reso lo spettacolo sfavillante. 
Alla prossima, dunque.
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Si ringrazia PHOTOVEGVIDEO per le fotografie

Riccardo Regi: Direttore di Vivo Umbria, Perugino, laureato in Lettere, giornalista professionista dal 1990, vice direttore dei Corrieri Umbria, Arezzo, Siena, Viterbo, Rieti per 18 anni.