PERUGIA – Domani a Perugia, sabato 19 giugno alle 10 di mattina, ai Giardini Rosa e Cecilia Caselli Moretti, alla chiesa di Sant’Ercolano, ci sarà lo svelamento del busto dedicato a Gerardo Dottori. Poi avverrà la consegna del Baiocco d’Oro a Massimo Duranti.
Nel tempo, con Massimo, ci siamo incrociati più volte. Per me è stato, oltre che collega per tanti anni al Corriere dell’Umbria, un “facitore d’arte”. Nel senso che il suo impegno costante era, e resta, quello della promozione del bello, del senso estetico, della sua tutela. Fossero le cose che una città dovrebbe preservare, dunque spendendo il suo senso civico, oppure più specificatamente opere da far conoscere e promuovere, talenti da scoprire oppure inspiegabilmente poco conosciuti o addirittura dimenticati, e allora metteva in campo le sue competenze di critico e conoscitore d’arte. Spesso, tra l’altro, le due cose finivano per convergere. Per venire a Gerardo Dottori, si è speso con tutta la passione, la preparazione, l’entusiasmo che gli sono notoriamente propri. Per questo, per dirla tutta, l’omaggio della città di Perugia di domani a Dottori e a lui è, a mio avviso, dovuto e meritato.
Massimo, domani è un bel giorno. Per tanti aspetti. Non solo per te, ovviamente ma per la città di Perugia.
“Che dire, in quel piccolo giardino felicemente sistemato all’ombra della chiesa di sant’Ercolano sta germogliando la nostra Spoon River. Bada bene, non si tratta di tombe ma di busti dei perugini illustri del secolo scorso. Dopo quello di Guglielmo Miliocchi del quale ho un ricordo personale indelebile fervente mazziniano, amministratore pubblico, giornalista e riformatore della benemerita Società generale di mutuo soccorso vestito col simbolico fiocco nero al posto della cravatta, quest’anno tocca a un grande artista perugino che della sua città e della sua regione ha fatto vanto. Gerardo Dottori nacque non lontano dal giardino dove si svelerà il suo Busto: in via del Deposito, una traversa di Borgo XX giugno”.
Artista al quale tu sei particolarmente legato.
“Nacque da umile famiglia e con le sue arditezze artistiche si riscattó con tenacia, tanto che oggi lo si studia nei testi scolastici di Storia dell’arte. Dottori è volato alto col suo Futurismo che trasformò inventando con Marinetti l’ Aeropittura per guardare l’Umbria dall’alto e in movimento, spesso distorta e dilatata, a occhio di pesce, trasfigurata, dove il paesaggio predilige il cerchio, la curva dolce, le ascese che suggeriscono la spirale come scrisse nel manifesto umbro dell’Aeropittura ottanta anni fa, mese più, mese meno; ma aderì al Futurismo centodieci anni fa, mese più, mese meno anche stavolta, sintesi di dichiarazione di poetica che abbiamo voluto incidere sotto il suo Busto, da dove vigila sul suo museo di Palazzo della Penna, a un tiro di schioppo”.
Il tuo rapporto con Gerardo Dottori?
“Lo conobbi che avevo poco più di venti anni e poco dopo curai la prima mostra di sue opere in un atelier di velocità per la presentazione di una nuova, elegante auto Lancia, dagli indimenticabili fratelli De Poi . Da allora non l’ho più mollato. Gli poteva andare meglio come esegeta principale, ma forse anche peggio. L’ ho portato o mandato in tutto il mondo: dal Giappone alla Bielorussa, da Londra a New York, e fatto stampare centinaia di cataloghi e oltre sei chilogrammi di catalogo generale. Non passa settimana che scrittori, editori di primo piano, italiani e stranieri, l’ultimo un israeliano, chiedono immagini di suoi dipinti da riprodurre in copertina o fra i testi di testi, di romanzi e saggi”.
C’è anche chi con le sue opere d’arte tenta di lucrare indebitamente…
“Le case d’asta italiane, inglesi, svizzere, si contendono opere da mettere all’incanto, e allora i falsari si ringalluzziscono, molti grossolanamente, altri abilmente, ma la mia squadra è attenta e alcuni sono finiti sotto processo”.
Veniamo al Baiocco d’oro: che effetto ti fa?
“E’ un riconoscimento che mi onora, inutile negarlo. Riceverlo dalla città che amo e che sento così mia è bello. Senza dubbio. In effetti posso dire che per Perugia mi sono dato da fare, come del resto scrive il Comune nella motivazione della concessione del Baiocco”.
Di solito un premio si dedica a qualcuno. Nel tuo caso?
“Certamente a Gerardo stesso e al gruppo di studiosi che mi vanto di aver formato, come dichiaró più volte pubblicamente e cordialmente l’indimenticabile mio maestro, non di aula, Enrico Crispolti, principe della critica d’arte in Italia e monarca assoluto della storiografia del Futurismo, personaggio, peraltro di non facili elogi”.
Come potremmo definire Dottori in breve?
“Lui stesso scrisse che non ambiva di essere ricordato come il più bravo dei pittori, bensì come il più riconoscibile. C’è riuscito”.