"Picciridda" di Paolo Licata, tratto dal romanzo di Fiorello Catena

Tra le poche uscite nelle sale dal 5 marzo, distribuito da Satine Film, il debutto alla regia di Paolo Licata. Picciridda, ambientato a fine anni Sessanta, in un piccolo villaggio di pescatori sull’isola di Favignana, Sicilia. Narra la storia di Lucia, una bambina di undici anni affidata dai genitori, costretti a emigrare in Francia in cerca di lavoro, a nonna Maria, una donna severa e apparentemente incapace di manifestare i propri sentimenti.
Maria non parla con la sorella da anni e impedisce alla piccola Lucia di frequentare la famiglia di quest’ultima senza però spiegare il motivo di questo forte risentimento. Un monito che Lucia, per ingenua curiosità, finisce invece per disattendere, arrivando in prima persona, e a caro prezzo, a confrontarsi con il terribile segreto da cui la nonna aveva tentato invano di proteggerla. Le immagini girate a Favignana aiuta a delineare e rafforzare i caratteri di queste donne, incastonate in una natura impervia, raccontata tra i silenzi dei non detti. Dall’omonimo romanzo di Catena Fiorello, il film tocca un tema attuale anche oggi: quello dell’emigrazione passiva. Al Taormina Film Fest la giuria lungometraggi, composta da Oliver Stone, André Aciman, Carlo Siliotto, Paolo Genovese, Elisa Bonora, Carolina Crescentini e Julia Ormond ha decretato come vincitore del Premio Cariddi d’Argento Miglior Sceneggiatura.
“I toni saturi delle atmosfere siciliane sono stati per me la perfetta cornice di una storia ad alto contenuto drammatico”, spiega il regista. Una storia che “descrive una realtà comune a molti bambini del sud Italia durante gli anni ’60: il fenomeno conosciuto come emigrazione passiva; ovvero l’emigrazione vista dalla prospettiva di chi resta nel paese d’origine e vede i propri familiari partire in cerca di lavoro”. Un tema più che mai attuale, che richiama alla mente le storie di “popoli che migrano, donne e uomini di altri paesi che lasciano le loro terre alla ricerca di un lavoro e di una vita migliore, affidando i figli piccoli a chi rimane, in attesa di un ricongiungimento familiare che non sempre é possibile.”

Riccardo Regi: Direttore di Vivo Umbria, Perugino, laureato in Lettere, giornalista professionista dal 1990, vice direttore dei Corrieri Umbria, Arezzo, Siena, Viterbo, Rieti per 18 anni.