Pranzo futurista per Marinetti a San Gemini nel 1932

Ringrazio Massimo Duranti per questo suo godibilissimo e per certi versi “esclusivo” articolo che ha regalato ai lettori di Vivo Umbria. Da un lato, infatti, è assodato lo spessore dello studioso Duranti, uno dei massimi esperti delle forme con cui il Futurismo si è espresso in Umbria e oltre, dall’atro è penna raffinata e sapientemente divulgatrice. Che ci  piace leggere.

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Pranzo futurista per Marinetti a San Gemini nel 1932

 di Massimo Duranti

La “palatolista”, ovverosia il menu del pranzo in onore di Filippo Tommaso Marinetti a San Gemini era quello tipico futurista: Antipasto – mammella svegliastomaco; Minestra – risotto tricolorato; Piatto – aerovivanda squadrista; Dolcefrutto – me ne frego…

Alfredo Innocenzi, bozzetto per aeropittura, primi anni Cinquanta

Curato con lo chef da Tato, uno dei firmatari del manifesto dell’Aeropittura, al seguito di  Marinetti a Terni per un conferenza, il pranzo si tenne al “ristorante del bosco”, cioè della Fonte. Prima, una “polibibita”, aperitivo immancabile a Terni,  da Pazzaglia.  Conclusione ancora a Terni, al Politeama, per la conferenza del capo del movimento su “Aeronautrica italiana e aeropittura futurista” .  La notizia, con ampi particolari, la troviamo su  “Futurismo” del 16 ottobre 1932, la rivista dei marinettiani, a firma Giovanni D’Astoli, ventenne scrittore futurista ternano. L’articolo è stato messo in luce da Domenico Cialfi, noto storico ternano, ma anche fine dicitore, che a San Gemini ha declamato all’inaugurazione brani dell’ “Aeropoesia futurista umbra” di Leandra Angelucci Cominazzini, nota pittrice futurista folignate,  in occasione dell’ inaugurazione della mostra a lei dedicata in occasione dei 40 anni dalla scomparsa (fino al 10 ottobre a Palazzo Vecchio e Galleria degli affreschi del Grand Hotel San Gemini, poi dal 7 novembre a Foligno, Palazzo Trinci).

Dunque, è venuto alla luce un brano di storia del  Futurismo a San Gemini, riscoperto in occasione di questa importante mostra, che celebra una rara donna futurista, nata e vissuta a Foligno, le cui opere aeropittoriche, surreali e cosmiche, nonché i suoi celebri arazzi Hispellum, molto apprezzate  in  questi giorni di apertura, così come il corposo catalogo. Ma lo storico Cialfi ha riservato un’altra sorpresa legata al Futurismo e alla cittadina delle acque   Nel secondo tempo delle declamazioni dei versi dell’Angelucci,  nel parco del Grand Hotel, col sottofondo musicale di Tritone tre, ha rivelato una sua ulteriore riscoperta  documentando con un bozzetto che,  dopo la fine della guerra, nei primi anni Cinquanta, l’artista ternano Alfredo Innocenzi, su commissione della famiglia Violati, dipinse una grande parete con una scena aeropittorica, sintesi di genere cosmico con il nostro pianeta solcato dalle scie e dalle traiettorie dai più moderni mezzi di trasporto di terra, di mare e di cielo, anche da un razzo, dipinta sopra il caminetto del bar del distributore di benzina antistante le fonti. Non si sa quando, ma la scena pittorica fu ricoperta di bianco, ma forse qualcuno la riscoprirà.

 

Nell’immagine di copertina: Leandra Angelucci Cominazzini, Risveglio, anni Trenta

 

 

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