Serafico di Assisi, il ringraziamento del sindaco Stefania Proietti a Papa Francesco

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il ringraziamento del sindaco di Assisi, Stefania Proietti, a Papa Francesco per l’udienza in occasione dei 150 anni della fondazione dell’Istituto Serafico da parte di San Ludovico da Casoria.

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Un immenso grazie a Papa Francesco per l’abbraccio al Serafico e al Casoria

di Stefania Proietti

 

Sono stati momenti bellissimi e carichi di emozione quelli trascorsi al cospetto del Santo Padre che ha avuto parole di grande attenzione verso i nostri ragazzi, verso le tante persone che portano nell’anima i segni della sofferenza a causa di disabilità fisiche, psichiche e sensoriali.

Papa Francesco ha ricordato la visita del 2013 quando a pochi mesi dall’elezione al soglio pontificale venne al Serafico a toccare “le piaghe di Gesù” e abbracciò uno per uno tutti gli ospiti.

E’ stata un appuntamento importante quello di ieri, il Papa ha salutato i ragazzi disabili e ha ringraziato quanti operano per la cura di coloro che sono affetti da fragilità: “Penso a tante strutture che svolgono, come voi, questo servizio, e talvolta fanno fatica a sopravvivere o a rendere al meglio le loro prestazioni. Certamente non si può pretendere tutto dagli organi pubblici   È necessaria la solidarietà di tante persone, come avviene per i vostri benefattori. Il Signore li benedica per il loro buon cuore. Ma lo Stato e la pubblica amministrazione devono fare la loro parte. Non si possono lasciare sole tante famiglie costrette a lottare per sostenere dei ragazzi in difficoltà, con la grande preoccupazione del futuro che li attende quando non potranno più seguirli”.

Il richiamo alla responsabilità delle istituzioni lo sentiamo tutti i giorni, abbiamo messo al primo punto della nostra attenzione amministrativa le persone deboli, i poveri, i fragili, e continueremo a farlo con sempre più impegno e forza.

Concordiamo con le parole del Papa quando afferma che “È importante guardare al disabile come a uno di noi, che deve stare al centro della nostra cura e della nostra premura, e anche al centro dell’attenzione di tutti e della politica. È un obiettivo di civiltà. Adottando questo principio, ci si accorge che la persona con disabilità non solo riceve, ma dà. Prendersene cura non è un gesto a senso unico, ma uno scambio di doni“.

Sono parole che riguardano tutti, al di là del ruolo che ricopriamo, e dobbiamo trasformarle in atti concreti se vogliamo contribuire a rendere più giusta la nostra società.

Un grazie ancora all’Istituto Serafico e al Casoria che rappresentano un modello esemplare nella riabilitazione, nella ricerca e nell’assistenza per bambini e adulti sofferenti. Oggi celebrano una ricorrenza importante, la loro storia iniziò il 17 settembre 1871, quando San Ludovico decise di fondare ad Assisi un’Opera dedicata a San Francesco che si prendesse cura di bambini e ragazzi ciechi e sordi offrendo loro un’istruzione. Da quella felice intuizione, che sanciva la realizzazione di un sogno, ovvero custodire la vita più fragile e indifesa, sono trascorsi ben 150 anni. Oggi il Serafico e il Casoria sono una grande casa che abbraccia la vita e alimenta la speranza.

Assisi è una città messaggio, è il centro mondiale della spiritualità, è la patria dei valori francescani della pace e della fraternità, da un secolo e mezzo ospita l’Opera di San Ludovico dove l’accoglienza degli ultimi è realtà.

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