Sipario aperto al Brecht di Perugia per “Uno spettacolo in famiglia”. Tutti gli appuntamenti del cartellone promosso da Fontemaggiore

TEATRO – Su il sipario al teatro Bertolt Brecht di Perugia, pronto a ospitare la nuova stagione di teatro ragazzi promossa da Fontemaggiore Centro di Produzione Teatrale con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Umbria, sotto la direzione artistica di Beatrice Ripoli.

In scena, dal 23 ottobre al 6 marzo, “Uno spettacolo in famiglia” con diversi spettacoli di compagnie professioniste provenienti da tutto il territorio nazionale, che saliranno sul palco del prestigioso palco di San Sisto quasi tutti i pomeriggi del sabato e della domenica alle ore 17.00. Un giorno in più, dunque, rispetto all’usuale appuntamento domenicale, voluto da Fontemaggiore che decide di scommettere sull’urgenza di un pubblico “bisognoso” di tornare a teatro.

“Abbiamo pensato che fosse il momento di rilanciare, di recuperare con forza uno spazio per lo spettacolo dal vivo e uno spazio di presenza per i bambini e le famiglie – commenta Beatrice RipoliVeniamo da un periodo nero per lo spettacolo e la cultura in generale, durante il quale i bambini e i ragazzi sono stati privati di esperienze e di socialità e sovraesposti, di contro, agli stimoli digitali. Purtroppo, la programmazione per le scuole, che in condizioni normali portava al Teatro Brecht circa 7.000 studenti all’anno, è ancora ferma. Con la rassegna “Uno spettacolo di Famiglia”, abbiamo perciò deciso di incrementare la proposta pomeridiana perché crediamo fortemente che nei ragazzi e nei genitori ci sia tanta voglia e bisogno di tornare ad abitare i teatri, di tornare ad essere protagonisti della vita culturale del nostro paese”. 

foto di Gemma Rossi

Si inizia il 23 e il 24 ottobre con Come il brutto anatroccolo, avventura dell’anatroccolo nato più grosso e alto dei suoi fratelli. Un piccolo che accetta il suo destino di “brutto”, senza nascondersi, e anzi lascia le ali protettrici di mamma anatra per il suo solitario viaggio di conoscenza del mondo e dei suoi abitanti. Brutto, l’anatroccolo, nel suo cammino non si arrenderà mai alle regole e alla superbia altrui. Crescerà e imparerà a riconoscere e ad amare ciò che appartiene alla sua natura. Si scoprirà cigno e per la prima volta, non avrà paura ma pudore. Proprio come un bambino quando si scopre ragazzo. La fiaba parla dell’unicità di ciascuno, del difficile viaggio che fa approdare all’autostima e all’accettazione di sé. Scheda: testo e regia Delia De Marco, Sandra Novellino, da Hans Christian Andersen, con Alessandra Ardito, Delia De Marco, Paolo Gubello, Giuseppe Marzio, scenotecnica e luci Michelangelo Campanale, costumi Maria Pascale, musiche originali Mirko Lodedo, cura del movimento Valentina Elia, consulenza artistica Giovanni Guarino, aiuto regia Antonella Ruggiero, assistente di produzione Jlenia Mancino.

Si prosegue il 31 ottobre con Moby Dick, storia fatta di cambiamenti; di vele issate o ammainate, di lanterne dalla fioca luce e di legni del ponte di una nave in costante movimento nei colori del mare. È una storia avventurosa dai dialoghi intensi, comici e a volte poetici; una storia fatta di attori, pupazzi, sagome e ombre, che interagendo nel gioco narrativo, affabulatorio, conquistano ogni attento ascoltatore. In questa cornice, fatta di una teatralità che stupisce con l’essenzialità delle cose semplici, agiranno i principali protagonisti del capolavoro di Herman Melville. Scheda: regia Ada Umberto De Palma, liberamente tratto da “Moby Dick” di Herman Melville, testi Zenone Benedetto, musica Antonio Cericola, con Tiziano Feola, Raffaella Mutani, Tommaso Di Giorgio, pupazzi Ada e Mario Mirabassi, scene Albert Van Hengel, audio e luci Carlo Menè, costumi Ettore Margiotta, produzione Teatro Stabile d’Abruzzo, I Guardiani dell’Oca.

Il 6 e il 7 novembre sarà la volta di Il bambino e la formica. Ayo è un bambino che non ha mai visto il sole, infatti lavora nel Formicaio”, una miniera del Congo. Un giorno durante il lavoro una frana improvvisa lo blocca sottoterra. Mentre aspetta i soccorsi fa un incontro incredibile e imprevedibile con “Undici”, una formica burbera ma dal cuore gentile. Superata la sua diffidenza verso i bambini, Undici decide di aiutare Ayo ad uscire di lì. Inizia così un viaggio verso l’alto, verso la conoscenza di se stessi e verso la consapevolezza del loro posto nel mondo, imparando l’uno dall’altro che la vita è un sogno da rincorrere. Scheda: regia di Massimiliano Burini, debutto 22 luglio 2021, di Massimiliano Burini e Giuseppe Albert Montalto, con Giulia Zeetti, Andrea Volpi, muppets e supervisione ai movimenti scenici Marco Lucci, composizioni musicali e suono Gianfranco De Franco, dramaturg Giuseppe Albert Montalto, produzione Fontemaggiore.

Il 13 e il 14 novembre a salire sul palco sarà Il funambolo e la ballerina. Hinrì è un aspirante funambolo. Madeleine sogna di diventare una ballerina. I due si incontrano davanti ad un tronco sul quale entrambi si esercitano. Hinrì è quasi irriconoscibile, perché ha indosso un’armatura fatta di cuscini che lo copre dalla testa ai piedi, Madeleine è terrorizzata da lui. Lo stile di questa storia è quello della fiaba, ma qui l’ostacolo da superare non è esterno, non è un mostro crudele, è reale ed è rappresentato dai nostri stessi limiti. I due supereranno le loro difficoltà senza l’aiuto di poteri sovrannaturali o di un solo eroe, ma scegliendo di essere entrambi eroi, aiutandosi a vicenda in un rapporto paritario. Scheda: regia Claudia Puglisi, di Claudia Puglisi, con Salvino Calatabiano, Silvia Scuderi, produzione Teatro Libero.

Protagonista della scena il 20 e il 21 novembre è Il giro del mondo in 80 giorni, storia avventurosa di Mr. Fogg e del suo cameriere francese Passepartout, i quali tentano di circumnavigare il globo terrestre in 80 giorni utilizzando ogni mezzo di trasporto, per vincere una scommessa di 20.000 sterline. Un percorso teatrale sul tema della conoscenza, il gusto per le avventure e l’esplorazione. Il diario di viaggio è la cornice dentro la quale scoprire luoghi e persone che vivono in posti lontani, diversi dai nostri, trasmettendo la grandezza del mondo e il valore del viaggio come strumento per ampliare i propri orizzonti, conoscere e familiarizzare con i differenti popoli, verso un’educazione interculturale. In realtà il viaggio, fin dalla partenza, è già un ritorno. La magica linea retta lungo la quale i viaggiatori si sono incamminati ha la sola funzione di ricondurli a casa. L’avventuriero, in fondo, aspira solo ad una vita tranquilla, alla fine delle sue avventure. Mr Fogg, innamoratosi della Principessa Indiana Auda, capirà che ciò che modifica realmente la vita è l’arricchimento delle relazioni umane: l’amore e l’amicizia. Scheda: regia Luigina Dagostino, con Daniel Lascar, Claudio Dughera, Claudia Martore, scenografia Claudia Martore, ideazione costumi Giorgia Dea Duranti, creazione luci Agostino Nardella, tecnico audio e luci Mattia Monti, di Luigina Dagostino, produzione Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani.

Il 27 e il 28 novembre si torna sui banchi di scuola con La nostra maestra è un Troll. Alice e Teo sono due bambini turbolenti. Inventano una diavoleria dopo l’altra per fare impazzire la loro maestra, che alla fine è costretta a licenziarsi. Arriva allora a scuola un nuovo direttore: un Troll. È un direttore spietato: costringe i bambini a lavorare tutto il giorno in una miniera d’oro; non appena un bambino fa una cattiva azione, viene mangiato dal Troll. Alice e Teo cercano allora di ribellarsi, ma nessun adulto sembra prendere sul serio la loro angoscia. Dietro il racconto della scuola, c’è la realtà che incombe: la rappresentazione Trollifica di una dittatura, lo sfruttamento del lavoro minorile, la consapevolezza di cos’è l’ingiustizia, il concetto di capro espiatorio, in particolare la figura del barbaro, nel senso etimologico, che non parla la nostra lingua, che non viene compreso e che viene escluso dalla società. Il testo non contiene una morale; è piuttosto lo sguardo di due bambini su una realtà complessa. Scheda: regia Sandro Mabellini, debutto 23 settembre 2020, testo Dennis Kelly, traduzione Monica Nappo, di Sandro Mabellini, con Liliana Benini, Edoardo Chiabolotti, produzione Fontemaggiore/Accademia Perduta Romagna Teatri.

Il 5 dicembre spazio a Un Babbo a Natale. Tutti possono diventare Babbo Natale: basta riconoscere la magia dell’infanzia e averne cura. Roberto è un ragazzo solitario che non si fida di nessuno e che odia il mondo intero. Il Natale è il periodo che odia di più: regali, luci, famiglie che si riuniscono… ma suo malgrado, finisce per andare a fare il Babbo Natale al centro commerciale. Inaspettatamente incontra una bambina che in questa confusione lo guarda in silenzio. Arriva la fine della giornata, i negozi stanno chiudendo, se ne sono andati via tutti, tranne la bimba che segue il suo Babbo Natale come un’ombra. Roberto vorrebbe andarsene a casa il prima possibile, si affretta a cercare i genitori della piccola, ma invano. Così il nostro protagonista sarà costretto a passare la sua Vigilia di Natale con la bambina. Questa notte si trasformerà in una notte magica per entrambi e Roberto diventerà un vero Babbo a Natale. Scheda: regia Simone Guerro, con Valentina Grigò, Enrico Marconi, pupazzo Marco Lucci, scenografia Ilaria Sebastianelli, Chiara Gagliardini, drammaturgia, Aniello Nigro, Simone Guerro, produzione Atgtp.

A chiudere l’anno il 12 dicembre sarà A Christmas Carol (in lingua inglese). La messinscena prende spunto dal celebre racconto di Dickens, in cui il protagonista Scrooge, vecchio avaro che detesta gli esseri umani e l’ipocrisia del Natale, viene visitato da alcuni spiriti che, mostrandogli passato presente e futuro, lo convincono a cambiare rotta nella propria esistenza. La drammaturgia dello spettacolo, pur rimanendo fedele alla struttura del racconto, si incentra maggiormente sul rapporto tra gli spiriti che decidono di “redimere” Scrooge, e su una visione a tratti un po’ più oscura, ma anche esilarante, del rapporto tra il mondo dell’aldilà ed il protagonista. Seppur recitato in inglese, “A Christmas Carol”, grazie all’inequivocabile agire scenico e alla trama nota, è assolutamente fruibile da un pubblico di tutte le età. Un lavoro corale che rimane fedele alla struttura del famoso racconto e che avvicina i ragazzi alla lingua inglese in modo coinvolgente e originale. Scheda: regia Beatrice Ripoli, debutto 10 dicembre 2018, liberamente ispirato al racconto di Charles Dickens “Canto di Natale”, con Carlo Amedeo Capitanelli, Enrico De Meo, Oliver Page, Valentina Renzulli, Silvia Zora, adattamento testo a cura di Oliver Page, luci Pino Bernabei, produzione Fontemaggiore, Scuola d’Inglese Help.

Ad aprire il nuovo anno il 16 gennaio sarà invece Cenerentola in bianco e nero. Cenerentola è certamente una delle storie più conosciute e raccontate al mondo, la sua origine si perde nella notte dei tempi. La pièce prende spunto proprio da queste incredibili e diverse maniere di far concludere la vicenda, da una parte Perrault, che perdona le malefatte della matrigna e delle sue figlie e che vede addirittura Cenerentola accoglierle nel Palazzo dove era andata in sposa con il Principe, idea ripresa poi da Walt Disney nel suo celeberrimo film d’animazione (versione bianca). Dall’altra la “zampata” dei Fratelli Grimm, che invece puniscono severamente le sorellastre, facendole accecare da due colombi nel giorno delle nozze di Cenerentola (versione nera). Lo spettacolo racconta fedelmente la vicenda, attraversando i momenti più cari e noti al pubblico di ogni età. Non mancheranno, come tradizione della compagnia, pupazzi animati, situazioni divertenti e coinvolgimento diretto del pubblico, anzi, sarà proprio quest’ultimo a decidere quale dei due finali è più gradito, lo farà con una regolare votazione, alzando il foglio che gli verrà consegnato all’ingresso, nella parte bianca o in quella nera. Quella di Cenerentola è storia di mondi magici, di straordinari rapporti con la natura e gli animali, ma è anche storia di una profonda ingiustizia, di riscatto, di prepotenze sconfitte, del bene che trionfa sul male. Scheda: regia Marco Renzi, di Marco Renzi, con Mirco Abruzzetti e Simona Ripari, musiche originali Giuseppe Franchellucci e Marco Pierini, costumi Valentina Ardelli, pupazzi Lucrezia Tritone, scene Paolo Figri e Giacomo Pompei, collaborazione coreografica Manuela Recchi, voci Venusia Zampoloni e Stefano Tosoni, luci e suoni Simone Agostini e Matteo Fadi, produzione Proscenio Teatro.

Dire Fare Baciare Lettera Testamento approda al Brecht il 22 e il 23 gennaio. È un’ode al bambino. È un canto alla sua bellezza, alle potenzialità che ognuno racchiude dentro di sé, all’infinita gamma di possibilità che ognuno ha davanti quando nasce. Riflette su un tempo, il nostro, e su una società caratterizzati da ritmi sempre più frenetici dove spesso i bambini vengono trattati come piccoli adulti, senza rispettare i loro tempi, i loro bisogni e senza riservare loro ascolto adeguato. Lo spettacolo mostra come un bambino abbia bisogno di fare esperienze, come abbia bisogno che gli vengano accordate stima e fiducia. Questo spettacolo è una proposta di gioco rivolta ai bambini, ai loro genitori e agli adulti in genere. È un invito a scoprire le possibilità del fare, del fare da soli, del fare insieme. Scheda: regia Babilonia Teatri, con Giorgia Cocozza, Carlo Durante, Anđelka Vulić, autore Enrico Castellani, produzione Teatro Koreja, Babilonia Teatri.

Il 29 e il 30 gennaio c’è Carnàval, spettacolo della pura gioia. Il gioco dei colori e delle forme, libero ed infinito. In questo capitolo della Trilogia Cromatica della compagnia Teatro dei Colori, le forme geometriche si vestono della meraviglia della natura, con animali sgangherati e panciuti, fiori e piante caleidoscopiche e fantastiche, buffi esserini che appaiono come spiritelli ad abitare le note della irriverente e poetica partitura di Camille de Saint-Saëns “Il Carnevale degli Animali”. Sarà un magico Arlecchino a condurci nella storia, assieme ad altre maschere coloratissime, rimbalzanti, giocherellone. Scheda: drammaturgia e regia Valentina Ciaccia, da un progetto di Gabriele Ciaccia, animatori Andrea Tufo, Valentina Franciosi, Maddalena Celentano, Massimo Sconci, suono e luci Boris Granieri, produzione Teatro dei Colori.

Il 5 e il 6 febbraio sarà la volta di Sonia e Alfredo. Alfredo non ha più una casa. Sonia vive sola in fondo al bosco e non ama allontanarsi dal suo piccolo regno. Un giorno Alfredo si ferma davanti alla casa di Sonia e si mette ad aspettare. Sonia all’inizio è turbata dalla sua presenza. Poi, vinta dalla curiosità, decide di avvicinarsi e di offrirgli un caffè. Un’amicizia a volte nasce così, da un semplice atto di gentilezza. Questa è nata con l’offerta di un caffè, poi di un altro, e di un altro ancora, e così è diventata intensa e profonda. Ma un mattino Alfredo non c’è più. Sonia lo cerca preoccupata, tanto che trova il coraggio di allontanarsi dalla sua casa per andare a cercarlo… Una storia semplice, dolce e commovente, di amicizia e solidarietà, esclusione e solitudine; della calorosa sensazione di aver trovato un amico; del coraggio di affrontare esperienze sconosciute per il bene di qualcun altro. Scheda: dall’opera di Catherine Pineur, con Deniz Azhar Azari, Tiziano Ferrari, regia e scene Fabrizio Montecchi, produzione Teatro Gioco Vita, coproduzione MAL – La Maison des Arts du Léman (Thonon-Évian-Publier).

Il 13 febbraio prenderà il via In bocca al lupo! “Oh caspita, il bambino si è svegliato… Hai visto che sorpresa Michele? oggi con te c’è papà!”. Il problema è che lui, il cacciatore, non sa com’è che si tengono in braccio i bambini. Il suo mestiere è sempre stato andare nel bosco con il fucile in spalla, sin dai tempi di Cappuccetto Rosso. Forse ora è il caso di togliere gli scarponi, mettersi il grembiule e preparare il biberon. “Un brutto scherzo… mi hanno nascosto la mamma!”. Ecco invece cosa pensa il piccolo Michele barricato nella culla e siccome a questo gioco non ci sta, rifiuta qualsiasi biberon e smette di mangiare. E adesso come si fa? Facile: Michele partirà alla ricerca della mamma e il cacciatore alla ricerca del figlio scomparso, una culla e un fucile persi nel bosco. Sarà un viaggio di crescita per entrambi, di incontri tra capre golose, lepri sentinelle e ovviamente lupi. Scheda: regia Marco Lucci, debutto 03 novembre 2019, con Enrico De Meo, Valentina Grigò, scene e muppets Marco Lucci, collaborazione al progetto scenografico Frediano Brandetti, luci Pino Bernabei, Luigi Proietti, di Marco Lucci, produzione Fontemaggiore.

Da “Sogno di una notte di Mezza Estate” di W. Shakespeare, arriva in scena il 26 e 27 febbraio Sogno. Il re e la regina delle fate, Oberon e Titania, litigano come al solito e portano scompiglio nella vita pacifica del bosco. Puck e Fiordipisello, fedeli servitori dei regnanti, vivono l’incanto della scoperta dell’amore e, loro malgrado, vengono coinvolti nel litigio dei sovrani. Grazie al potere magico di un fiore fatato, la pace sta per essere ristabilita, quando l’improvviso sopraggiungere nel bosco di due coppie di esseri umani, distrae gli esseri magici dalle loro faccende. Dopo qualche “errore” di Puck, che complica ancor più l’intricata vicenda, l’amore torna a trionfare nel cuore di tutti e l’armonia a regnare nel bosco. La messa in scena di Sogno mette in evidenza soprattutto gli aspetti magici della commedia shakespeariana e la contraddittorietà di situazioni ed emozioni vissute dai protagonisti. Il dubbio dei personaggi, sul quale spesso ci interroghiamo tutti noi, su cosa sia reale o cosa non lo sia, è affrontato in modo leggero e divertente. Sogno è un’occasione per far conoscere anche ai più piccoli questo classico del teatro mondiale. La commedia del “Bardo”, facendo leva sul potere dell’immaginazione, che rende capaci di immedesimarsi senza perdersi in situazioni in cui i confini tra sogno e realtà sono sfumati, suggerisce che siamo noi e noi soltanto, a poter scegliere cosa sia reale e cosa non lo sia nell’atto di creare la nostra identità di fronte al mondo.

Scheda: ideazione e regia Beatrice Ripoli, debutto 29 ottobre 2017, con Enrico De Meo, Chiara Mancini, Valentina Renzulli, Andrea Volpi, drammaturgia Daniele Aureli, Enrico De Meo, Greta Oldoni, Valentina Renzulli, Beatrice Ripoli, maschere a cura di Beatrice Ripoli, luci Pino Bernabei, Luigi Proietti, produzione Fontemaggiore.

A chiudere il sipario sulla stagione il 6 marzo sarà Soli. È sera, le luci si spengono, nella loro stanza, un fratello e una sorella… al di là della porta l’assenza dei genitori si fa presenza. Forse è l’occasione per interrogarsi su chi sono e cosa vogliono questi ”grandi” e su cosa i due fratelli, in nome di tutti i “non più così piccoli” vorrebbero che gli adulti facessero e non facessero per loro. La bambina non riesce a dormire. Inizia così una storia fatta di relazioni, confronti, giochi e litigi, tipici del rapporto che lega due fratelli che si raccontano e si fanno domande su quel mondo – quello dei grandi – che spesso non dà spiegazioni. Dispetti, giochi, storie ma anche rabbia di sentirsi in trappola, in un’età scomoda, considerata troppo piccola per ottenere risposte vere ma abbastanza grande per iniziare ad avere delle responsabilità. Scheda: regia Michele Fiocchi, debutto 28 febbraio 2020, tratto da ricordi personali collettivi, con Enrico De Meo e Silvia Zora, cura dei movimenti di scena Aldo Rendina, produzione Fontemaggiore, Sosta Palmizi, Panedentiteatro. QUI la nostra recensione.

Teatro Bertolt Brecht viale San Sisto, 93 Perugia

Costi: ingresso unico euro 7,50. QUI per l’acquisto online

Informazioni: 075.5289555 – 075.5286651

Francesca Cecchini: Giornalista pubblicista e ufficio stampa tra sport, teatro e musica. Penna e taccuino sempre in borsa, sono fermamente convinta che l'emozione più grande sia vivere ogni progetto "dietro le quinte", assaporando minuto per minuto quel work in progress che porta alla realizzazione finale di un progetto. Come diceva Rita Levi Montalcini: "Amare il proprio lavoro è la cosa che si avvicina più concretamente alla felicità sulla terra".