Terzo e ultimo concerto della Spoleto Jazz Season con il sestetto latin mood di Bosso e Girotto

SPOLETO – Terzo e ultimo concerto della Spoleto Jazz Season in programma per venerdì 15 novembre, ore 21,15, al Teatro Nuovo. Il concerto dal titolo “Bosso e Girotto, latin mood” sarà incentrato nel sofisticato tentativo di una contaminazione che ha precedenti illustri nella storia del jazz: da Dizzy Gillespie a Chick Corea, tanto per fare alcuni esempi, la ricerca di una sintesi nata dalla contaminazione tra jazz e ritmiche latino-americane, ha prodotto alcuni delle espressioni più intriganti che si ricordino negli ultimi sessanta anni. Un tentativo talmente frequentato e percorso che ha finito per definire un vero e proprio genere a se stante che ha travalicato anche gli ambiti dello stesso jazz per ispirare anche star del rock, come ad esempio, Carlos Santana. A differenza, però, dell’afro-cuban jazz delle origini il concerto che vede unire il talento di Fabrizio Bosso e Javier Girotto si basa su influenze dirette che provengono dall’Argentina con i suoi riferimenti specifici all’arte del tango. E non si può parlare di tango se non si parla di Astor Piazzolla, il creatore del new tango, anch’egli iniziatore e massimo ispiratore di una specifica individuazione del jazz. Ecco dunque elencate le direzioni e gli ambiti che ispireranno i due protagonisti del concerto come frontliner alla tromba e al sax, spalleggiati a loro volta da partner di assoluto rilievo che sapranno tessere le trame di un ampio, condiviso e strutturato discorso musicale.
“Creato in occasione di un’edizione del “Brianza Open Jazz Festival” – scrivono i promotori della Spoleto Jazz Season –  l’ensemble “latin mood” è un sestetto che si avvale di due autentici leader: il torinese Fabrizio Bosso e l’argentino, ma italiano d’adozione, Javier Girotto. S’incontrano così, nel terreno fertile dell’improvvisazione e del jazz, estetiche apparentemente lontane: l’hard bop di cui Bosso è interprete di primissimo ordine e le atmosfere latine e le ritmiche sudamericane di Girotto. In realtà entrambi gli artisti hanno spesso dimostrato affinità e interessi nei reciproci ambiti musicali, riuscendo a realizzare e ad esprimere, proprio all’interno di questa formazione, una sintesi sonora completa che mescola abilmente linguaggi sonori differenti. Il frutto di questa collaborazione si è concretizzato in più di un lavoro discografico, da “Sol” (addirittura impreziosito dalla presenza di Raul Midón) all’ultimo “Vamos”. Musica coinvolgente, a tratti ballabile, da cui si viene presto contagiati e di cui è facile innamorarsi.
Sono contemplati brani originali firmati da Javier Girotto, Natalio Mangalavite e Fabrizio Bosso. Al basso elettrico c’è Luca Bulgarelli; completano l’organico Lorenzo Tucci alla batteria e Bruno Marcozzi alle percussioni. La qualità e il livello degli interpreti è fuori discussione, sia che ci si trovi di fronte al clima suggerito da Bosso o alle atmosfere tipiche di Girotto, la creativa tribù funziona a meraviglia: è un eccellente ensemble formato da ottimi solisti. Struggenti sono gli assolo dei due fiati, ma incredibile è anche l’energia e il divertimento che permea l’intero lavoro e ancor di più il trascinante set dal vivo. In corso d’opera gli scenari si moltiplicano e trovano spazio forme e generi proprie della tradizione musicale argentina: tango, milonga, chacarera e candombe. Nessun esotismo è gratuito: tutte le ritmiche risplendono in chiave jazzistica, vivificate dall’intervento colmo di amore e curiosità per un idioma, quello latino, che da sempre qualifica l’arte dei protagonisti di questo concerto”.

Claudio Bianconi: Arte, cultura, ma soprattutto musica sono tra i miei argomenti preferiti. Ho frequentato il Dams (Scienze e Tecnologie delle Arti, dello Spettacolo e del Cinema). Tra i miei altri interessi figurano filosofia; psicologia archetipica; antropologia ed etnologia; fotografia-video; grafica, fumetti, architettura; viaggi.