Va in scena a Narni “Teoria del Cracker”, indagine sulla malattia, la morte e l’inquinamento. Intervista con l’autore e attore

NARNI – Domani, giovedì 19 gennaio, alle 21 al Teatro Manini di Narni, andrà in scena “Teoria del Cracker” spettacolo della compagnia Occhisulmondo diretto, scritto e interpretato da Daniele Aureli che torna in Umbria, dopo una tournée di successo iniziata nel 2018. Un evento fuori abbonamento che si inserisce all’interno del già ricco cartellone sotto la direzione artistica di Davide Sacco e Francesco Montanari.

Quello di Aureli è uno spettacolo poetico che pone all’attenzione dello spettatore, gli ultimi grandi tabù: la malattia e la morte, che indaga affrontando con delicatezza le contraddizioni dell’essere umano, esplorandone legami e separazioni. Una costante ricerca dell’invisibile, che fa tesoro anche dell’ironia e riflette su un tema di grande attualità, quale quello dell’inquinamento ambientale.

Raggiungiamo Aureli al telefono per farci raccontare qualcosa in più su questo spettacolo, già acclamato da critica e pubblico in tutto il territorio nazionale.

“Quando mastichiamo un Cracker, il rumore che percepiamo dentro di noi è maggiore rispetto al rumore che sentono le persone che ci sono accanto. E così quando proviamo dolore”. Spiegaci meglio.

La teoria del cracker è una teoria inventata, fittizia che ho voluto sperimentare per indagare come reagiscono le persone quando provano dolore, esplorando le dinamiche emotive e personali dell’essere umano. Durante il processo di scrittura, iniziato già nel 2015/2016 ho scoperto molto.

La tua è una storia ambientata in un piccolo paese umbro, che parte da alcuni fatti di cronaca realmente accaduti. Raccontaci di questo tuo rapporto.

Ho vissuto per molto tempo a Cesi, nello spettacolo racconto di una donna che si ammala di tumore e di tutto ciò che prova chi resta, la reazione al lutto. La storia è nata da un mio bisogno personale, mi sono ispirato al mio vissuto e alle persone con cui sono cresciuto: è un omaggio a tutti loro, con lo sforzo di rendere poetica la realtà. Non solo esseri umani, ad esempio faccio parlare anche il cane del paese, Bomber, che stava con noi durante le partite di pallone. A Cesi, il campo da calcio si trova vicino al cimitero e ho immaginato questo cane, che a partita finita, va a leggere gli epitaffi sulle tombe. Ho voluto guardare alla morte da una prospettiva inedita, ribaltando ciò che distrugge l’animo umano.

Nella tua storia si parla anche di inquinamento.

Terni è una delle città più inquinate d’Italia e questo è noto. La mia non è una denuncia politica, ma il sottotesto vuole far riflettere.

Vedo moltissimi crediti per questo spettacolo, eppure sul palco ci sarai tu da solo.

Lo spettacolo è un vero e proprio monologo corale, in scena ci sono io e tanti personaggi parlano attraverso me, inclusa la malattia. Sono interprete della malattia e del rapporto tra essa e il malato, che è un rapporto paradossale, perché la malattia ha bisogno del malato. Il lavoro è sostenuto da tutta la compagnia Occhi sul Mondo che lavora insieme da oltre quindici anni. La nostra forza è che in ogni lavoro, c’è sempre tutto il gruppo che sostiene e non ci lasciamo mai soli. Abbiamo un obiettivo comune che condividiamo e portiamo avanti.

 

Sinossi – In un piccolo paese di 900 abitanti una donna si ammala. “È lu bruttu male”, qualcuno dice in giro.
Una storia di nuvole tossiche e di amianto che coinvolge e sconvolge una nazione, un paese, una famiglia.
Ambientato in una provincia italiana, una delle quarantaquattro aree inquinate oltre ogni limite di legge, lo spettacolo scava all’interno di una società apparentemente silente, per far risuonare le urla nascoste di un’umanità ferita.
“Teoria del Cracker” indaga l’invisibile e il suo paradosso.
Un pugno stretto pieno di rabbia e poesia che, con violenta intensità, sbriciola tutto, lasciando tracce di un inno di-sperato alla vita.

Teoria del Cracker di e con Daniele Aureli, primo spettatore Massimiliano Burini, dramaturg Giusi De Santis. Assistenza alla regia Amedeo Carlo Capitanelli e Matteo Svolacchia, cura del suono Nicola “Fumo” Frattegiani, drammaturgia e regia Daniele Aureli, distribuzione Caracò, produzione Occhisulmondo. Con il sostegno di Fontemaggiore – Centro di produzione, Corsia Of – Centro di Creazione Contemporanea, Spazio Zut Foligno, Teatro Thesorieri di Cannara, Centrodanza Spazio Performativo Perugia. Ringraziamenti: premio Tuttoteatro.com Dante Cappelletti, Spin Off Roma, Pro Loco Cesi, Fivizzano 27 Roma; (spettacolo vincitore premio Giuria Popolare Tuttoteatro.com Dante Cappelletti 2017)

Prevendite su circuito TicketItalia o alla Casa dello Spettatore in via Garibaldi a Narni (334 9400796 – info@teatromanini.com)

Sara Costanzi: Metà Italia, metà Svezia, vivo di cultura. Ho una laurea in teatro contemporaneo. Animalista e amante della natura, mi appassionano le storie, la storia, la musica, l’arte, il cinema e il teatro.