Vademecum e note a margine per vivere le sei ore della maratona teatrale nella Valle dell'Eden di Antonio Latella

BOLOGNA – Sicuramente da non perdere il nuovo lavoro di Antonio Latella tratto dal romanzo di Steinbeck La valle dell’Eden. Lo spettacolo, co-prodotto da ERT, TSU e Metastasio di Prato, arriva oggi al Morlacchi, 27 novembre, ma ha già debuttato in prima nazionale a Bologna presso il Teatro Arena del Sole. E io c’ero. Da qui, qualche consoglio che, spero, risulti utile. 

Foto di scena Brunella Giolivo

La Valle dell’Eden è divisa in due spettacoli ciascuno dei lquali prevede due atti con intervallo per un totale di quasi sei ore.
Spettacolo I: Atto I (1 ora e 10 minuti) – Intervallo – Atto II (1 ora e 18 minuti)
Spettacolo II: Atto I (1 ora e 40 minuti) – Intervallo – Atto II (1 ora e 30 minuti)
È possibile vedere i due spettacoli in giorni differenti oppure cimentarsi in una “mentaniana” maratona vedendole lo stesso giorno. In quest’ultimo caso è prevista una pausa di un’ora tra la prima e la seconda recita. L’opzione è stata assai gradita dal pubblico felsineo che, nei giorni della recita continuata, ha mostrato grande partecipazione. Il consiglio personale è quello di vedere lo spettacolo senza stacchi per godere appieno dell’esperienza, ma sta alla resistenza del singolo scegliere la soluzione più opportuna. 
Ora lo spettacolo.
Il romanzo di Steinbeck racconta la storia di due famiglie, gli Hamilton e i Trask, che vivono nella valle di Salinas in California a cavallo tra Otto e Novecento. Antonio Latella si concentra in particolare sulla vicenda della seconda famiglia. 
Adam Trask è innamorato e devoto della moglie Cathy che, però, ha avuto una relazione clandestina con il fratello di lui, dalla quale nascono due gemelli: Caleb e Aaron. La donna abbandona il marito e lo lascia da solo a crescere i bambini, mentre lei comincia a lavorare in un dissoluto bordello cittadino. Il fedele amico Samuel Hamilton e il servitore-intellettuale cinese Lee, assistono Adam e commentano questi fatti, lanciando continui riferimenti che allargano la prospettiva del racconto e lo arricchiscono di allegorie. La valle dell’Eden, infatti, è una grande figurazione della prima famiglia biblica: Adamo, Eva, Caino e Abele. Non a caso c’è una corrispondenza netta con i nomi della famiglia Trask. 
Il tentativo di Latella è quello di confrontarsi con la “perfezione di un romanzo capolavoro” e “l’imperfezione della creazione per il palcoscenico”, destinato, da sempre e per sempre, all’effimero. Non a caso partecipa al processo di adattamento del romanzo con Linda Dalisi, segno di un processo registico che ha attraversato fortemente il testo. 
 Anche in questo spettacolo rintracciamo la scelta di una scenografia ingombrante, dominante sull’attore. Nella prima parte un grande muro a cassettoni viene calato e rialzato, mentre gli attori si muovono sotto di esso, come piccoli insetti che sbucano dagli interstizi della parete. Il muro è abbattuto quando Cathy tenta di uccidere il marito Adam, ferendolo ad una spalla, poi scappa di casa. Simbolo della cacciata dal paradiso? Del peccato originale? Non lo so. Sicuramente la scena fa vivere la forza del gesto, attraverso il crollo e lo sfondamento prospettico. Nella seconda parte assistiamo ad una dinamica opposta, ovvero la “costruzione della casa” da parte di Aaron e Caleb, dove Cathy, divenuta tenutaria di bordello, viene rinchiusa. I personaggi si muovono continuamente all’interno dello scheletro dell’edificio e vengono inquadrati al suo interno sempre in modo diverso, a seconda del momento di costruzione. L’edificazione della dimora è eseguita parallelamente allo svolgersi della vicenda ed ha un forte significato metaforico, quello di costruire ciò che la madre ha distrutto: il nido familiare, percepito da Cathy come una gabbia dalla quale non riesce ad uscire e che, alla fine, diventerà la sua tomba. 
Adam, un personaggio buono e per questo spesso disarmato dalla realtà, resta per tutta la prima parte passivo alla scena. Sta seduto, spalle al pubblico, parla e agisce, ma non si alza quasi mai. Per questo, in più momenti, è percepibile una forte connessione con questo personaggio perché ha la stessa posizione dello spettatore in platea: seduto di spalle, apparentemente inerme. Questo lo rende profondamente collegato alla dimensione spettatoriale, è tutti noi. Nella seconda parte, spronato dall’amico Hamilton, finalmente si alza e cammina, quasi come un Lazzaro che resuscita dall’inerzia, ma siamo lontani da definirlo “attivo”.  
Un plauso di merito va sicuramente a tutti gli attori in scena, gran parte dei quali hanno già parecchie collaborazioni con Latella. Brillano, in particolare, Michele Di Mauro nel ruolo di Samuel Hamilton e Massimiliano Speziani che interpreta Lee. Questi due personaggi sono il motore filosofico dell’opera, discutono della questione dell’Eden, di identità umana, del bene e del male, di Caino e di Abele. Gli attori gestiscono ottimamente la recitazione e mantengono un ritmo eccezionale, dosando bene i silenzi e l’ironia dei loro personaggi. 
Il confronto tra romanzo-teatro nel finale subisce un’ulteriore svolta. Latella decide di spostare tutta l’attenzione sul testo, facendo leggere a un’attrice le ultime pagine. La scelta è coerente con il pensiero registico incentrato sul rispetto assoluto dell’autore e, forse, rappresenta la consapevolezza di non poter rendere in scena le ultime pagine di quel romanzo capolavoro.
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Così al Morlacchi
Oggi, mercoledì 27 novembre e domenica 1 dicembre sono previste DUE MARATONE TEATRALI a partire dalle ore 17 (mercoledì 27 è stata aggiunta una replica alle 17 e domenica 1 dicembre una replica alle 21).
I due spettacoli sono autoconclusivi e possono essere visti in qualsiasi ordine, la direzione del teatro invita il pubblico ad assistere ad entrambi e offre agli spettatori il secondo biglietto gratuito:
gli spettatori del mercoledì sera potranno assistere gratuitamente al secondo spettacolo mercoledì alle ore 17, giovedì alle ore 21, oppure domenica alle ore 17;
gli spettatori del giovedì sera potranno assistere gratuitamente al secondo spettacolo mercoledì alle ore 21, venerdì alle ore 21, sabato alle ore 18, oppure domenica alle ore 21;
gli spettatori del venerdì sera potranno assistere gratuitamente al secondo spettacolo mercoledì alle ore 17, giovedì alle ore 21, oppure domenica alle ore 17;
gli spettatori del sabato pomeriggio potranno assistere gratuitamente al secondo spettacolo mercoledì alle ore 17, giovedì alle ore 21, oppure domenica alle ore 17;
gli spettatori della domenica potranno assistere gratuitamente al secondo spettacolo mercoledì alle ore 21, venerdì alle ore 21, sabato alle 18, oppure domenica alle ore 21.
Giovedì 28 novembre, alle 17,30, al Teatro Morlacchi, la Compagnia, partecipa all’incontro con il pubblico tenuto da Alessandro Tinterri, docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo e di Storia e Critica del Cinema dell’Università degli Studi di Perugia. Al termine presso il Caffè del Teatro, la Bottega del Vino di via Settevalli di Perugia, offre al pubblico una degustazione dei propri vini.
Si può prenotare telefonicamente, al Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria 075/57542222, tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20. I biglietti prenotati vanno ritirati mezz’ora prima dello spettacolo, altrimenti vengono rimessi in vendita.
La prevendita dei biglietti viene effettuata, dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 13, presso Botteghino Piazzale del Bove via Campo di Marte, 95, tel. 393/9139922 e al botteghino del teatro Morlacchi di Perugia, 0755722555, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20, il sabato dalle 17 alle 20. 
E’ possibile acquistare i biglietti anche on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it.

Emanuele Regi: