PERUGIA – Esordio solista per Diego Petrini, batterista, tastierista e tra le menti fondanti de Il Bacio della Medusa, gruppo cardine del progressive italiano contemporaneo. Il titolo del suo primo lavoro in proprio, La Materia del Suono, non è solo evocativo: è una dichiarazione di poetica. Qui la musica è sostanza viva e plastica, modellata con la sapienza di chi ha fatto del suono una vera e propria filosofia creativa.

Ideato come un concept strumentale (ad eccezione dell’ultima traccia), La Materia del Suono è un disco complesso, stratificato, che richiede ascolti attenti e profondi. Petrini non rinuncia all’ambizione: la sua opera è divisa in due sezioni concettuali – L’Armonia della Natura e Sull’Artificio dell’Uomo – che si pongono in contrasto dialettico, muovendosi tra contemplazione e critica.
A guidare l’ascoltatore è il pianoforte, punto d’origine della composizione ed asse portante dell’intera architettura sonora. Intorno ad esso gravitano elementi di jazz-rock, fusion, classica contemporanea, folk, elettronica vintage e prog sinfonico, in un continuo gioco di rimandi e sovrapposizioni. Non mancano infatti strumenti-simbolo del progressive anni ’70 come Moog e Mellotron, usati con intelligenza mai derivativa, ma come mattoni sonori per costruire un linguaggio personale.

I brani scorrono come episodi cinematografici, quasi visivi: Come in mare le onde apre il disco con un incedere liquido ed ipnotico, mentre Immagini al tramonto e Macchia verde restituiscono tutta la delicatezza impressionista dell’ispirazione naturalistica. Poi la virata: Fragole di Cinabro e Antropomorfa ci introducono nella seconda parte, più inquieta e meccanica, dove il suono si fa riflessione sull’uomo, sul consumo e sull’alienazione.
Straordinario il lavoro degli ospiti: Eva Morelli, compagna di vita e musicale ne Il Bacio della Medusa, impreziosisce il tessuto sonoro con flauto, sax e theremin, evocando echi jazz-rock e timbri dal sapore scandinavo. La fisarmonica di Claudio Ridolfi in Sublimazione dona al brano una vena folk tragica ed ancestrale. E la voce inconfondibile di Alvaro Fella dei Jumbo, in Ciò che trascende, è la perfetta chiusura: un epilogo lirico e quasi mistico, che rompe il silenzio strumentale per lasciare un messaggio chiaro e necessario – essere sé stessi in un mondo che omologa e raffredda.
La scrittura musicale di Petrini è matura, libera e coraggiosa: La Materia del Suono è un atto d’amore per il progressive inteso nella sua accezione più autentica, quella della sperimentazione, della contaminazione, del racconto sonoro totale.
Un album che è insieme manifesto e meditazione, capace di parlare al cuore ed alla mente dell’ascoltatore. Non solo un debutto solista, ma l’affermazione di una voce artistica compiuta, coerente, emozionante.
Tracklist: L’ARMONIA DELLA NATURA (Come in mare le onde; Alla Deriva; Macchia Verde; Immagini al Tramonto; Etere; Sangue Freddo) / SULL’ARTIFICIO DELL’UOMO (Fragole di Cinabro; Antropomorfa; Sublimazione; Mimesi; La Plastica; Ciò che Trascende)
Guarda il teaser dell’album su Youtube
Abbiamo incontrato il musicista perugino e gli abbiamo rivolto alcune domande:
Buongiorno Diego, con La materia del suono siamo dunque al tuo debutto come solista; ci parleresti dell’album?
Un saluto a tutti i lettori di Vivo Umbria! Volevo fare un disco per pianoforte mantenendo però una certa inclinazione per il ritmo. È un progetto che sta andando avanti ormai da più di 15 anni a livello compositivo e d’arrangiamento.
Si tratta di un concept cinematico diviso in due parti, L’armonia della Natura e Sull’ Artificio dell’Uomo. Il disco ha un doppio significato: da una parte viene rappresentata la creazione dello mondo e della vita sulla Terra, e proprio grazie alla collaborazione con la NASA e i suoi scienziati, ho avuto la possibilità di utilizzare il suono isolato del buco nero Perseus 8 con il quale inizia il viaggio sonoro della Materia del Suono. Dall’altra invece viene indagato il rapporto tra Artista e materia inerte che, attraverso l’intelletto, viene trasformata in qualcosa di diverso che trascende dal mondo ordinario elevando così l’uomo ad un altro livello di consapevolezza. Sono molto soddisfatto del risultato sia del suono che dell’artvwork!
Nel disco non ti limiti a suonare la batteria, come ci hai abituato in generale, ma unisci Rhodes piano, pianoforte, mellotron, moog, percussioni, chitarra classica, glockenspiel ed orchestrazioni … sperando di non aver dimenticato nulla … ci spieghi questa scelta?
In realtà il mio approccio è quello del polistrumentista in quanto sin dalla tenera età mi diletto a registrare musiche di vario tipo e diversi strumenti come batteria, tastiere, chitarre etc. che erano presenti nello studio sotto casa di mio zio Giuseppe.
Infatti alcuni brani risalgono al ‘98 a livello di intuizione, altri nascono nel 2007-2008, altri ancora nel 2018, insomma ho raccolto molto materiale negli anni. Volevo fare uscire il disco nel 2010 ma ho preferito portare avanti le registrazioni di Deus lo Vult de il Bacio della Medusa e La Trasfigurazione degli Ornithos, e forse questo è stato un bene perché ho potuto curare fin nel minimo dettaglio ogni elemento sonoro della Materia del Suono
Dopo circa vent’anni assieme ai ragazzi del Bacio della Medusa un disco in solitudine; quali le motivazioni?
La motivazione è la mia profonda esigenza di creare in libertà senza nessuna restrizione stilistica. Non tutti i brani che scrivo sono giusti per il Bacio, quindi è importante portare avanti anche le nostre naturali inclinazione alternative al gruppo madre.
Come hai scelto i collaboratori (anche se alcuni, come tua moglie e tuo cognato, che sono di casa, non credo sia stato difficile); ce lo racconti ?
La scelta dei musicisti è stata molto naturale. Eva segue il progetto con me fin dall’inizio ed è riuscita a inserire i suoi fiati in maniera molto spontanea e e diretta. Per quanto riguarda il basso, invece stavo cercando una persona che suonasse il fretlees e che avesse un approccio jazz nell’esecuzione e ho contattato quindi Giorgio Panico del quale avevo già ascoltato alcuni brani del suo Necronomicon. Claudio Ridolfi invece, che ha suonato la fisarmonica in Sublimazione, mi è stato suggerito dal fonico del disco Nicola Pannacci. Per Ciò che trascende infine cercavo un cantante e una chitarra elettrica . Per la chitarra rock ho pensato subito ad Andrea e alla voce, vista la connotazione che ha questo testo, importante è liberamente ispirato agli scritti di Erich Fromm di Avere o Essere? mi è sembrata la cosa più opportuna una voce di protesta come quella di Alvaro Fella.
Infatti è stata una collaborazione molto preziosa e potente nell’interpretazion,e oltre ad un incontro umano davvero sorprendente
Come nasce la scelta di un disco quasi esclusivamente strumentale?
Perché lo strumentale è il mio campo d’azione prediletto.
Sono già in rete alcune recensioni; domani viene presentato l’album sulla webradio Progsky (a Prog on the lake), mentre venerdì all’Auditorium di Santa Cecilia eseguirai alcuni brani; stai pensando di fare un tour per la promozione di questo lavoro?
Non escludo date future per poter promuovere anche fuori la mia creatura
Progetti per il futuro; con Il Bacio ad esempio state lavorando oppure stai pensando ad un secondo lavoro solista?
Si, con il Bacio stiamo lavorando per la creazione di un nuovo album mentre
per il mio percorso da solista ho già in cantiere alcuni nuovi brani che andranno a comporre il prossimo album!