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Il prog del terzo millennio #45: Gazzara plays Genesis / The lamb lies down on Broadway

Francesco Gazzara non è nuovo alle sfide. E chi lo segue sa quanto profondo sia il suo amore per il mondo dei Genesis. Un amore che, nel tempo, ha preso forma in una vera e propria tetralogia discografica, e del quale vi abbiamo già raccontato – Play Me My Song (2014), Here It Comes Again (2020), qui il link alla recensione (https://www.vivoumbria.it/la-scatola-musicale-di-francesco-gazzara/), Foxtrot (2022) e Selling England By The Pound (2023) – in cui il suo tocco pianistico e orchestrale ha saputo rileggere con rispetto e poesia l’epopea di una delle band più iconiche della storia del prog.

Ma stavolta Gazzara ha deciso di andare oltre. Con The Lamb Lies Down on Broadway affronta la sua impresa più ambiziosa: una trasposizione strumentale completa del doppio concept album che i Genesis pubblicarono nel 1974. Un’opera complessa, visionaria, simbolica, che per molti rappresenta il vero capolavoro del gruppo e uno dei vertici assoluti del rock del Novecento.

 La copertina dell’album

Pubblicato in edizione limitata da IRMA Records, questo lavoro non è solo una rilettura. È un’immersione totale. Una discesa, senza difese, dentro l’universo allucinato e frammentato di Rael – protagonista della narrazione originale ideata da Peter Gabriel – ma qui senza parole. Niente voce, niente testo. Solo la musica. E, paradossalmente, è proprio nel silenzio delle parole che questa versione riesce a parlare ancora più forte.

Ascoltarlo è stato come scoprire l’opera per la prima volta. Ogni passaggio mi ha restituito dettagli nascosti, sfumature armoniche e melodiche che nell’album originale erano talvolta soffocate dal peso narrativo del canto. Gazzara riesce a far emergere quella materia sonora profonda che spesso resta sotto pelle, rivelando un’anima ancora più intensa e cinematografica.

Il lavoro di arrangiamento è fatto con cura maniacale, ma senza freddo accademismo. C’è rispetto, certo, ma anche calore, libertà e passione. Il pianoforte è il cuore pulsante del progetto, affiancato dal suono avvolgente dell’Hammond e del Mellotron, strumenti che evocano subito la poetica di Tony Banks. Ma è l’ensemble, guidato con eleganza, a dare respiro all’intera opera: Dario Cecchini (Funk Off) ai fiati, David Giacomini alla chitarra, e una sezione d’archi – Fabrizio Paoletti, Giulia Nuti e Giorgia Pancaldi – che trasforma ogni brano in un quadro orchestrale vivo, vibrante.

Non c’è un “brano preferito”. E non serve cercarlo. Questo album va vissuto come un unico flusso sonoro, un lungo sogno orchestrale che ci accompagna – come Rael – tra realtà e visione, incubo e redenzione. È un viaggio, non una sequenza di tappe.

In un tempo in cui i Genesis sembrano aver chiuso definitivamente il sipario (con l’uscita di scena di Phil Collins), Gazzara ci regala qualcosa che va oltre il tributo. È un atto d’amore autentico, lucido, sentito. Un tentativo riuscito di restituire vita e respiro a un’opera che, anche senza parole, continua a raccontare, emozionare, vibrare.

Un ascolto che non si consuma in una volta sola ma va interiorizzato, lasciato sedimentare. O forse, semplicemente respirato.
Tutto d’un fiato. O, meglio ancora, lentamente. Come si fa con i sogni.

Ascolta Gazzara plays Genesis_The lamb lies down on Broadway su Bandcamp 

 Per acquistare l’album in edizione limitata:
👉https://francescogazzara.bandcamp.com/album/gazzara-plays-genesis-the-lamb-lies-down-on-broadway-double-album

Maggiori info su: www.gazzaraplaysgenesis.com o info@gazzaraplaysgenesis.com

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