PERUGIA – Chiara Gamberale è senz’altro una delle mie autrici preferite. La sua narrazione è così intensa e pervasiva che si fatica ogni volta a riemergere nella realtà: minuziosa nella descrizione degli anfratti psicologici più remoti dei suoi personaggi, arriva dritta all’anima del lettore scoprendo nascondigli impensati. È un’autrice che accompagna e suggerisce strade tramite storie che sono sia viaggi emotivi che specchi in cui inevitabilmente riconoscersi.
Come ogni suo romanzo, anche Per dieci minuti (Feltrinelli, 2015) riesce a conquistare tutta l’attenzione del lettore attraverso una scrittura limpida e stratificata che parla a quella parte di noi che si nasconde, che osserva in silenzio, che si interroga.
Cosa succede quando tutto crolla, quando il pavimento sotto i piedi si sgretola e l’aria sembra troppo sottile per respirare? A trent’anni, nel giro di poche settimane, Chiara vede sgretolarsi la sua vita e perdere i riferimenti di sempre: il matrimonio finisce, il lavoro vacilla, Roma non è più casa. In quella soglia instabile su consiglio della sua psicoterapeuta accetta una sfida bizzarra: per un mese, ogni giorno, provare a fare qualcosa di nuovo solo per dieci minuti, non di più. Un tempo minimo ma sufficientemente rivoluzionario da aprire varchi nell’abitudine. Inizia così un diario di tentativi: dai biscotti fatti in casa all’uncinetto, da una giornata senza parlare a un appuntamento al buio, tutti esperimenti esistenziali che giorno dopo giorno ricuciono l’identità di una donna che credeva di essersi persa e restituiscono l’idea che ci sia ancora una vita possibile.
Chiara Gamberale scrive con la rara capacità di essere profonda senza mai diventare inaccessibile, leggera senza mai essere superficiale. Narratrice sensibile, racconta il vissuto femminile con una voce gentile e piena di riflessioni capaci di emozionare e commuovere in virtù della sua curiosità intellettuale verso il sottofondo dei sentimenti.
Nei suoi testi il corpo, i legami familiari e la memoria diventano luoghi di tensione e sospensione raccontati con delicatezza e verità. La sua scrittura parla all’emotività, risuona, si muove su un ritmo interiore fatto di fratture, slanci, ricordi e intuizioni. Il risultato è un romanzo che non si legge ma si attraversa e ci attraversa.
Questo romanzo non parla solo di una crisi personale ma della fatica e del coraggio di reinventarsi iniziando da poco, dieci minuti appunto. Perché a volte bastano davvero per sentire che qualcosa si muove.
Questa storia ci ricorda una cosa semplice e vitale, che ogni trasformazione comincia da un gesto minuscolo, quotidiano e spesso il vero cambiamento accade proprio lì: nel tempo che non si misura in successi ma in tentativi, nel provare senza sapere dove porterà, nella fiducia lucida che ogni gesto anche minimo possa cambiare tutto.
CHIARA GAMBERALE
Chiara Gamberale è nata nel 1977 a Roma, dove vive. Giovanissima speaker radiofonica, ha collaborato con «Il Giornale» e nel 1996 ha vinto il Premio di giovane critica Grinzane Cavour, promosso da «La Repubblica». Ha esordito nel 1999 con Una vita sottile (Marsilio, premio Opera prima Orient-Express, Un libro per l’estate e Librai di Padova), seguito da Color Lucciola (Marsilio 2001), Arrivano i pagliacci (Bompiani 2002), La zona cieca (Bompiani 2008, premio selezione Campiello), Le luci nelle case degli altri (Mondadori 2010), L’amore, quando c’era (Mondadori 2012), Quattro etti d’amore, grazie (Mondadori 2013), Per dieci minuti (Feltrinelli 2013).
Altre sue opere sono: Avrò cura di te (Longanesi 2014) scritto con Massimo Gramellini, Adesso (Feltrinelli 2016), Qualcosa (Longanesi 2017), L’isola dell’abbandono (Feltrinelli 2019), Come il mare in un bicchiere (Feltrinelli 2020) e Il grembo paterno (Feltrinelli 2021), Dimmi di te (Einaudi, 2024).
È inoltre autrice e conduttrice di programmi televisivi e radiofonici come Quarto piano scala a destra su Rai Tre e Io, Chiara e L’Oscuro su Radio Due. Collabora con «La Stampa» e «Vanity Fair» e ha un blog sul sito di «Io Donna» e del «Corriere della Sera».
Ha diretto a Roma il laboratorio di scrittura creativa “Il calamaio”. I suoi romanzi sono tradotti in quattordici paesi e sono stati a lungo in vetta alle classifiche in Spagna e America latina.
Nel 2021 le viene assegnato il Premio Fonteverde “come riconoscimento per il suo valore personale, la cui vita e storia racconta di traguardi raggiunti attraverso dedizione, determinazione, forza di volontà, amore per sé stessi e per gli altri”.