Cerca
Chiudi questo box di ricerca.

Erri De Luca “Il giorno prima della felicità”. Tra storia, favola e romanzo

PERUGIA – Nel romanzo Il giorno prima della felicità (Mondolibri, 2009), Erri De Luca costruisce un racconto che si muove fra ricordo, passione e crescita personale avvolgendo il lettore in un’atmosfera che è insieme tenera e aspra, poetica e concreta.

Attraverso gli occhi di Smilzo, un orfano nella Napoli degli anni ’50, seguiamo la sua trasformazione: da bambino che vive di desiderio, miti silenziosi e sguardi rubati, a uomo che incontra amore, morte, sangue, senso dell’onore e della propria storia. Guida e maestro in questo cammino è Don Gaetano, il portinaio del palazzo, uomo semplice e molteplice che sa leggere negli altri, sa trarre lezioni morali e civili anche dalle miserie quotidiane, e trasmette a Smilzo strumenti morali, più che dottrine, come il valore della parola, della memoria, della responsabilità.

L’ambientazione non è semplice sfondo ma vibra come un personaggio: Napoli è sofferente, ferita dalla guerra ma anche capace di risollevarsi, di colorare vicoli e case con la forza di vivere. Scorrono le storie della Resistenza, il ricordo degli ebrei nascosti, la liberazione, l’occupazione ma ci sono anche le vie, i giochi, gli sguardi, la gelosia, la vulnerabilità e la passione.

Lo stile di De Luca è raffinato, essenziale e allo stesso tempo lirico poiché non è tanto la trama che conta ma il modo in cui prendono forma le emozioni, i silenzi, le attese, i passi lenti e precisi, gli odori, le parole appena dette, quelle non dette. La sua scrittura è caratterizzata da frasi brevi, immagini potenti e un profondo rispetto per il linguaggio orale e popolare, capace di evocare emozioni e riflessioni universali.

Il significato del romanzo appare multiplo. È un romanzo di formazione ma anche un canto alla memoria personale e collettiva, è la testimonianza che anche le ferite della storia possono diventare madri di dignità, che la bellezza e la felicità non sono nell’assenza di conflitto ma il frutto di lotta, pazienza, rinascita.

Il giorno prima della felicità è un simbolo di attesa: non tanto aspettare che la felicità arrivi ma saper vivere quel “prima” con consapevolezza non sprecando ciò che già c’è – l’amore, la cura, i piccoli gesti.

In questo romanzo la felicità è un’ombra che si allunga: non è un punto fisso facilmente raggiungibile ma un percorso, un desiderio che accompagna la vita e che dà senso alla crescita personale.

 

ERRI DE LUCA

Erri De Luca è nato a Napoli il 20 maggio 1950. Cresciuto in una famiglia operaia, ha avuto un’infanzia segnata dalla povertà e dal contesto popolare della città, esperienze che hanno influenzato profondamente la sua scrittura. Da giovane ha lavorato come muratore e in vari mestieri manuali, esperienza che gli ha dato familiarità con il mondo del lavoro e con la vita concreta della gente comune.

Negli anni ’70 si è avvicinato a impegni politici e sociali aderendo a movimenti di sinistra e partecipando a cause civili, senza però diventare una figura partitica: il suo impegno si è sempre espresso attraverso azioni concrete e attraverso la parola scritta. Ha viaggiato molto, anche all’estero, e si è confrontato con diverse culture e religioni interessandosi in particolare a temi di giustizia sociale, pace e libertà.

Ha iniziato a scrivere negli anni ’80 guadagnandosi rapidamente riconoscimenti come poeta e narratore. La sua produzione spazia dalla narrativa alla poesia, dai saggi alle traduzioni bibliche, sempre con uno stile sobrio, intenso e lirico. Tra i temi ricorrenti nelle sue opere ci sono la memoria della guerra, la Napoli popolare, la natura, l’impegno civile, l’infanzia e la crescita personale.

De Luca è autore di numerosi romanzi, tra cui Non ora, non qui, Il giorno prima della felicità, Tre cavalli, e saggi come In nome della madre e La parola contraria.

 

 

Articoli correlati

Commenti