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A Scheggino il trio Servillo, Girotto e Mangalavite rilegge Lucio Dalla e lancia un messaggio di speranza

TERNI – L’anno che verrà è un concerto di speranza, nel futuro, nella ripartenza e soprattutto, nella bellezza. Per la serata di apertura de La Voce della Terra, lo sfondo del palco è il meraviglioso borgo di Scheggino illuminato, una location incantata particolarmente in sintonia con il mood della serata. Il trio Servillo, Girotto e Mangalavite ha riproposto  alcuni grandi successi di Dalla, da 4 marzo 1943 a Caruso, passando per Anna e Marco e concludendo, giustamente, con L’anno che verrà, cantata insieme al pubblico.

Servillo è un artista completo, che ai successi del cantautore bolognese sa aggiungere tutta la classe e l’istrionismo che lo contraddistinguono. Introduce ogni pezzo con citazioni affascinanti e è un intrattenitore raffinato e divertente. Il pubblico che gremisce la piazza è rapito da quest’uomo che sa dirigere band e pubblico con ironia nel segno dell’amore per Dalla. Le sonorità del cantautore, ieri sera hanno ripreso vita in nuovi arrangiamenti jazz morbidi, merito anche dei due bravissimi musicisti argentini.

 

 

Il concerto di ieri a Scheggino ha avuto il sapore del ritorno, accompagnato dal sollievo e dalla gioia di condividere una passione verso l’imprescindibile maestro della musica leggera italiana. Servillo non solo ha saputo rendere questo omaggio con maestria, ma l’ha reso anche leggero, allegro e pieno di poesia.

E è stato divertente, come quando ha interrotto l’esecuzione de L’anno che verrà per far notare al pubblico che istintivamente aveva cambiato una strofa – “ci sarà da mangiare, per intere settimane” mentre era “e luce tutto l’anno”. Però ci ha anche detto che è una cosa che succede sempre.

In fondo, la speranza che sarà tre volte Natale, fa piacere al cuore.

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