A tu per tu con Francesca Michielin. Il calore della musica in alta quota per ripartire insieme

L’abbiamo lasciata tre anni fa sul palco dell’Afterlife di Perugia, portata per l’occasione da AUCMA nell’ambito della stagione “Tourné”, dove fece andare in visibilio il pubblico, coinvolgendolo non solo in un viaggio musicale tra i suoi maggiori successi tra cori infiniti e scrosci di applausi, ma anche in un dialogo di estrema attualità sull’importanza fondamentale del rispetto dell’ambiente sulla scia dell’album “2640”. La ritroveremo fra pochi giorni in vetta a Forca Canapine (Norcia) per una tappa del suo tour prodotto da Vivo Concerti “Fuori dagli Spazi Live”.

Francesca Michielin, una delle cantautrici più apprezzate dal panorama musicale italiano, torna in Umbria per un appuntamento del festival estivo di arti performative Suoni Controvento (sempre promosso da Associazione Umbra della Canzone e della Musica d’autore) il prossimo 22 agosto alle ore 15.00. Il giro di live segue la pubblicazione di “FEAT (Fuori dagli Spazi)”, nuovo progetto dell’artista, che, dopo “FEAT (Stato di Natura)”, si è arricchito per raccontare la bellezza dell’incontro, attraverso l’unione di artisti e amici di generi diversi in un progetto collettivo.

Francesca Michielin
foto di Roberto Graziano Moro

Seppur suona simile, non sottovalutiamo la comunicazione, il “fuori dagli spazi” cambia tutto e ricolloca il progetto in senso più ampio: “Quando ho dovuto pensare a un sottotitolo – ci spiega Francesca – volevo fosse chiaro che questo progetto non era un ripack di Stato di Natura ma un progetto con una finalità diversa, legata al momento storico in cui stiamo vivendo. Quindi, ci tenevo a chiamarlo “Fuori dagli spazi” per sottolineare il concetto di “spazio” che, in qualche modo, ci stiamo riprendendo come comunità, come musicisti, come esseri umani”. Una scelta a cui segue quella di realizzare un tour in spazi “volutamente particolari” con concerti in alta quota, in orari pomeridiani, come già abbiamo visto ad esempio a Trieste durante il crepuscolo e alla Fortezza delle Verrucole in provincia di Lucca. “Luoghi particolari e anche storici perché la musica deve stare dove c’è bellezza e deve in qualche modo riunirci, trasformandosi in un’esperienza quasi rituale per tutti noi dopo che siamo stati tanto soli. Dopo che ci siamo anche un po’ alienati nell’ascoltare musica da soli”. 

A Forca canapine non assisteremo a un live acustico in senso stretto, “sarà un live acustico in senso più pieno”. Musica, dunque, materica, non elettronica, proprio “per andare incontro al messaggio di questa musica che cerca di manifestarsi al suo stato più puro e più coinvolgente anche a livello energico”. Tutto frutto di una riflessione che Francesca fa mentre pensa al tour, che la porta, dopo diversi live elettronici, a voler dare vita a un qualcosa di più analogico, più legato al vissuto emotivo, così che le persone che verranno in quota potranno “percepire il calore della musica. Non voglio che sentano tutto sintetizzato”. Perciò, a salire sul palco privo di orpelli, saranno tre musicisti tra batteria, percussioni, tastiere, chitarra e poi “ci sono io che suono un po’ di tutto ma, soprattutto, canto”.

Un insieme di emozioni ci condurranno in un escursus che attraverserà i tanti brani che si sono susseguiti durante la sua scalata al successo (dagli esordi a oggi). L’Umbria non può che prepararsi a questa intensa energia che arriverà sul palco di Norcia. Caratteristica che da sempre apprezziamo di Francesca Michielin, infatti, è che nel suo viaggio di maturità artistica – sempre di crescente qualità, sia in materia di testi che in sperimentazione – non dimentica mai di portare con sé quella voglia costante di condivisione che la contraddistingue sin dall’inizio. Ogni suo concerto – non c’è quarta parete che tenga – è difatti l’esplosione di una voce corale da cui non si può non farsi travolgere.

Grande differenza tra palco di Perugia di tre anni fa e quello di Forca Canapine…

“Io sul palco do tutto, senza contenermi” ci risponde e non sembra affatto preoccupata di ciò che non ci sarà. È piuttosto concentrata su ciò che ci sarà: la natura che la accoglierà in tutta la sua bellezza e purezza. Per il resto, “sicuramente io do tanto a livello di comunicazione con il cuore” ma certo, visto l’attenzione che lei stessa e la sua equipe mettono in materia di prevenzione Covid 19, ci sarà un grande senso di responsabilità. La musica (intesa a largo spettro come insieme di tutti coloro che lavorano nell’ambiente, a prescindere dalla mansione) è un settore che è stato molto colpito dalla pandemia. Le regole vanno rispettate, su questo non ha dubbi Francesca, d’altronde “è perché tutti abbiamo rispettato le regole che stiamo facendo i concerti”.

Per chiudere, una curiosità. Ho letto in un’intervista che hai rilasciato al Corriere della Sera che il tuo sogno da bambina era fare la batterista…

“Si, volevo fare la batterista. Anche mio fratello era un batterista. Mi sono però presto resa conto che non avevo quello spirito di coordinazione necessario – ci dice sorridendo – Ognuno di noi ha dei talenti. L’aspetto poliritmico non è mai stato il mio. Mi sono poi appassionata molto presto a un altro strumento a percussione, il pianoforte” e vista la sua grinta lo suona a suo modo, con “un approccio molto percussivo, molto soul. Alla fine, è andata così, ma è andata anche meglio perché, per comporre, suonare il pianoforte è molto utile.

Nessun sogno infranto, dunque, ma sogno realizzato in pieno: quello di fare musica.

  • prevendite per il concerto del 22 agosto a Forca Canapine disponibili su circuiti TicketItalia e TicketOne
  • QUI per prenotare il parcheggio, obbligatorio per l’accesso al live

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